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6 Giugno 2020 15:00

Le mappe di tre grandi città italiane diventano solidali e combattono lo spreco alimentare

Due mappe, una a Torino e una a Roma, per una catena di solidarietà che coinvolge anche Milano. Le associazioni segnalano attività che donano il cibo combattendo gli sprechi e offrendo servizi di supporto in tanti altri ambiti. Accedere alle mappe è molto semplice e permette di aiutare le persone e ridurre lo spreco alimentare.

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Poco prima del lockdown a Torino è stato lanciato il progetto Torino Salvacibo: una mappa online che segna tutte le realtà impegnate nel recupero del cibo per contrastare gli sprechi e aiutare le persone. L’iniziativa, con la crisi scaturita dal Covid-19, è diventata ancora più importante ed è stata replicata anche a Milano e Roma. Una cartina virtuale per aiutare il prossimo e farsi aiutare. La scena solidale italiana si arricchisce con queste nuove iniziative: ci sono già diverse app che cercano di contribuire a ridurre gli sprechi e risparmiare sulla spesa. In questo però caso si parla di solidarietà "vera" con cibo consegnato alle persone meno abbienti in forma gratuita.

Da Torino a Milano con Salvacibo

Purtroppo l’emergenza sociale ha aumentato esponenzialmente il gruppo di famiglie impossibilitate a mettere il piatto a tavola. Milano e Torino sono due delle città più colpite d’Italia dalla tragedia della pandemia e per questo motivo la mappa consultabile online aiuta a tracciare le realtà che recuperano e ridistribuiscono il cibo. In questo modo si può combattere lo spreco alimentare e contemporaneamente aiutare le persone meno fortunate.

L’iniziativa è in collaborazione tra Eco dalle Città, Food Pride e Atlante del Cibo; ognuna di queste realtà ha un compito diverso: il tracciamento delle attività, la piantina posizionata su Google Maps, la ricerca di nuove sinergie e quant’altro. Le basi per la nascita di Torino Salvacibo sono state messe molti anni fa, con un evento patrocinato proprio dal Comune della città nel 2014 ma solo nel febbraio 2020 ha preso effettivamente consistenza. Ad oggi ci sono circa 50 indirizzi di riferimento nel capoluogo piemontese.  Il fine ultimo è quello di rilasciare uno strumento utile, soprattutto a chi si trova in difficoltà, per orientare i cittadini in questo periodo di emergenza.

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Il progetto ha avuto successo fin da subito in Piemonte e per questo motivo è stato replicato (parzialmente) in Lombardia. Inizialmente in sordina, una piccola squadra di volontari che il 23 aprile si è recata all’Ortomercato di Milano per recuperare donazioni ed eccedenze, raccogliendo una ventina di cassette di frutta e verdura. L’iniziativa, giorno dopo giorno, è cresciuta e i numeri adesso parlano da soli: tramite l’Eco dalle Città apprendiamo che la scorsa settimana sono state raccolte 120 cassette di pomodori, 48 cassette di zucchine, 16 cassette di melanzane, 16 cassette di insalata, 20 cassette di sedano, 7 cassette di meloni, 8 cassette di pere, 2 cassette di nespole, 1 cassetta di mele per un totale di 1.129 chilogrammi di merce. Per ora non c'è ancora una vera mappa di Milano Salvacibo ed è ancora tutto in divenire, con le iniziative legate solo ai volontari che si avvicendano settimana dopo settimana ma probabilmente a breve la stessa mappa di Torino sarà replicata nel capoluogo lombardo.

Nella Capitale Be Pop racconta "La Roma Buona"

La carovana benefica di Salvacibo si ferma a Torino e Milano (per ora). Nella capitale c’è un’associazione no profit che sta facendo lo stesso identico lavoro, per gli stessi obiettivi. Si tratta di Be Pop, una realtà che si è attivata fin dai primi giorni di pandemia per realizzare una mappa in costante aggiornamento e aiutare le persone.

La cartina online, chiamata La Roma Buona, segnala le attività di distribuzione solidale, evidenziando le attività che portano la spesa a casa. La mappa romana non si ferma al cibo o ai bisogni primari: è possibile intravedere i centri di assistenza medica di strada e i servizi igienici, ma c’è anche la segnalazione di librerie e ambulatori per donare il sangue. Enti pubblici e privati, farmacie, esercizi commerciali impegnati nel sociale, tutto in un’unica mappa collettiva con oltre 50 attività.

La Roma Buona chiede ai cittadini una vigilanza costante: se c’è qualche attività che non è censita, come mense o punti di smistamento, basta mandare una mail all’associazione e segnalare il nuovo indirizzo che sarà verificato e poi inserito.

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Quello che i piatti non dicono
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