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10 Aprile 2021 15:00

La pizza Marinara fa molto bene alla salute. Uno studio della Federico II lo dimostra

La pizza è il piatto della felicità per gli italiani, ma spesso viene vista come nemica della linea. L'Università Federico II ha pubblicato uno studio dimostrando che la pizza, e in particolare la Marinara, fa molto bene alla salute. L'iterazione tra gli ingredienti di questo specifico tipo di pizza aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e alcune patologie tumorali.

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Uno studio condotto dall'Università Federico II di Napoli dimostra che la pizza napoletana fa bene e che la Marinara è ancora più salutare. La celebre pizza condita con pomodoro, aglio e rosmarino è stata presa in esame dal Dipartimento di Farmacia del polo universitario partenopeo, nei laboratori di Chimica degli Alimenti del professore Alberto Ritieni. Lo studio, pubblicato su Antioxidant, ha messo in evidenza le proprietà antiossidanti della Marinara con una serie di dati basati su proprietà chimiche e biologiche. Gli ingredienti hanno creato un alimento altamente nutraceutico, sia rispetto ad altri alimenti sia rispetto a pizze condite con altri topping.

La Marinara, secondo lo studio, può aiutare a prevenire malattie cardiologiche e cancro perché ricca di antiossidanti e perché si tratta di un piatto ad altissima biodisponiblità. Questa proprietà viene ricercata soprattutto nei farmaci ed è il termine scientifico che indica quanto principio attivo viene realmente assorbito a livello intestinale e assimilato dall’organismo. Un indice alto indica che le proprietà benefiche della Marinara restano pressoché intatte nel nostro corpo, portando enormi benefici, proprio come farebbe un buon medicinale.

Ovviamente specifichiamo che una dieta a base di pizza non renderà gli esseri umani immortali, ma in un'alimentazione bilanciata la pizza, e in particolare la Marinara, fanno un gran bene.

La Marinara fa bene al cuore e all'anima

Fin dagli albori della storia dell'uomo è stato importante selezionare le materie prime vegetali e animali più adatte alla nostra sopravvivenza. Il processo selettivo si è spesso basato su degli errori, a volte mortali, ma l'evoluzione ci ha permesso di selezionare gli ingredienti migliori andando a creare dei piatti che hanno assunto un valore tradizionale, culturale e sociale non secondario rispetto al valore nutrizionale che possono offrire. Questa ricerca è "cominciata" 4 milioni di anni fa con gli australopitechi, probabilmente non si fermerà mai perché ogni giorno le università di tutto il mondo scoprono nuove correlazioni tra il cibo e la salute.

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Nello studio condotto dalla Federico II è stata presa in esame proprio la Marinara del disciplinare, quindi quella inserita nel registro delle specialità tradizionali garantite. Il confronto è stato fatto con altre tipologie di pizza e con altre marinare che non seguono il disciplinare e il risultato è stato schiacciante a favore della tradizione.

La valutazione salutistica si è basata sul suo potenziale antiossidante, sul contenuto di polifenoli totali e su quello di licopene. Alla base dello studio c'è la comprovata azione salutistica dei composti antiossidanti nel prevenire processi infiammatori, allergici, aterogeni, trombotici, e patologie cronico-degenerative come cardiopatie e cancro. È stata poi valutata la bioaccessibilità intestinale e gastrica dei composti antiossidanti. In pratica gli scienziati hanno visto quanti composti sono stati realmente utili nei processi biologici, notando risultati davvero eccellenti.

L'iterazione tra aglio, pomodoro, origano e pasta della pizza (non a caso quattro elementi base anche nella dieta mediterranea) crea una simbiosi perfetta di antiossidanti. La Federico II ha dimostrato scientificamente il potenziale nutraceutico della Marinara, una gioia per tutti gli appassionati del piatto della felicità.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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