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11 Settembre 2025 11:26

La Germania si prepara a una possibile guerra con la Russia investendo sui ravioli in scatola

La Germania prepara una maxi riserva di ravioli e cibi pronti: non solo difesa militare, ma anche sicurezza alimentare in vista di possibili crisi entro il 2029.

A cura di Enrico Esente
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Chi lo avrebbe mai detto che un piatto come i ravioli, uno dei simboli d'italianità in tutto il mondo, potessero finire al centro di una strategia bellica? No, non stiamo scherzando ed è andata davvero così. In Germania non si parla di ricette gourmet o di nuove correnti culinarie, ma di sicurezza alimentare. Proprio in cima a questo piano è finita una maxi scorta di ravioli in scatola da tenere da parte per "ogni evenienza". Tutto questo perché si presume un rischio abbastanza elevato che un membro della Nato possa essere attaccato dalla Russia entro il 2029. Allora la situazione sta spingendo il governo di Berlino a correre ai ripari non solo rafforzando le difese militari, ma anche aumentando vistosamente le scorte alimentari per probabili catastrofi.

Il concetto di "difesa" che cambia: non solo carri armati e missili

A riportare la notizia è stato il quotidiano americano The Washington Post, che ha spiegato che il governo tedesco starebbe pensando a una riserva strategica nazionale. Allora ecco che si investono milioni e milioni di euro in enormi quantità di cibo in scatola tra ravioli, legumi e altri pasti che, in caso di catastrofe, potrebbero garantire un sostentamento immediato. Per decenni la Germania ha concepito la difesa come protezione militare. Bisogna ricordare che il riarmo tedesco fa parte della storia dove, a cavallo tra le due guerre (1918-1939), venne violato il trattato di Versailles. Questo richiedeva il disarmo della Germania dopo la Prima guerra mondiale, in quanto si voleva impedirle di iniziare una guerra in futuro: sappiamo bene poi come in realtà è andata.

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Oggi, sotto la pressione geopolitica che sale al ritmo degli avvenimenti tra Ucraina e Russia, emerge un nuovo pensiero. Non più solo eserciti, armi e alleanze ma cibo. A dirlo è stato il ministro dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, Alois Rainer, che ha spiegato che oltre ai legumi essiccati, servono anche i piatti pronti. Allora ecco che a Berlino si lavora incessantemente per capire come investire su una riserva strategica nazionale di cibi cotti, con un costo che dovrebbe essere aggirarsi intorno ai 105 milioni di dollari. 

Prevenire prima che sia troppo tardi

Di fatto quanto elaborato dal governo tedesco non è un piano isolato o impulsivo, ma è l'effetto di una serie di fattori convergenti. Qualora la Russia attaccasse un territorio Nato, significherebbe che tutti quelli legati dal trattato (Italia compresa) dovrebbero andare in guerra al fianco del Paese attaccato. L'evenienza di una "guerra totale" c'è e non deve essere una cosa che crei inutili allarmismi, ma un'accettazione di una geopolitica sempre più instabile. 

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Per questa motivazione, prima che sia troppo tardi, bisogna "riarmare" non solo il fronte militare, ma anche la resilienza civile. Secondo il quotidiano Times, il Paese tedesco non è nuovo al concetto di scorte: mantiene già programmi (da oltre 25 milioni di euro all'anno) per grano, riso, piselli, latte in polvere. Tutto ciò che però cambia è la prospettiva: non si possono accumulare troppe materie prime ma anche cibo già pronto da somministrare direttamente se tutto il resto vacilla.

Quanto architettato dalla Germania non può far altro che aprire scenari di riflessione. Quanto è realistico pensare che altre nazioni – Italia compresa –  seguano il modello tedesco? Chiaramente il Paese spera che questa guerra non la dovrà mai combattere ma prepararsi è fondamentale. Poi c'è anche la questione etica e politica: quanto può diventare normale prepararsi a un conflitto bellico come parte della vita quotidiana? Quale messaggio viene mandato alla popolazione il fatto che, oltre difese convenzionali, si parli anche di allargare le dispense in caso di conflitto? Insomma l'idea di investire milioni di euro su una enorme riserva di ravioli cotti in scatola è comunque un segnale abbastanza chiaro di un Paese che, pacifista per decenni, sta iniziando a temere il peggio.

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Quello che i piatti non dicono
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