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1 Luglio 2025 10:47

La cucina italiana verso l’Unesco: da Lollobrigida a Baggio, tutti gli “sponsor” del nostro Paese

A New York, la cucina italiana si racconta tra sapori e simboli: al Summer Fancy Food Show anche Roberto Baggio, volto d’eccezione accanto a chef e istituzioni, per sostenere la candidatura Unesco della tradizione gastronomica italiana.

A cura di Francesca Fiore
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La cucina italiana rilancia la sua candidatura a Patrimonio immateriale Unesco al Summer Fancy Food Show 2025, di New York.  Dal 29 giugno al 1° luglio, il Javits Center ha ospitato la 69ª edizione della più importante fiera nordamericana dedicata al food & beverage. L’Italia, Paese ospite ufficiale, si è presentata con numeri solidi: circa 300 aziende, il padiglione internazionale più grande, e una narrativa chiara – il cibo non solo come prodotto, ma come sistema culturale. Una una strategia ben orchestrata, tra diplomazia culturale, storytelling e presenza scenica.

Tra istituzioni e volti noti

Ad aprire ufficialmente il Padiglione Italia è stato Roberto Baggio. L’ex calciatore, presente in qualità di ambasciatore della Lega Serie A, è stato scelto come volto simbolico per un messaggio che va oltre lo sport: l’identità italiana si gioca anche a tavola. Accanto a lui, rappresentanti istituzionali come il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il presidente di ICE Matteo Zoppas e delegazioni regionali, in prima fila quella del Piemonte, presente con 16 aziende e due chef stellati. "La cucina italiana è un modello culturale, economico e sociale – ha dichiarato Zoppas – Difenderla significa promuovere un’idea di Paese".

La cena di gala: il messaggio passa dal piatto

Il 29 giugno, presso la Gotham Hall, si è tenuta una cena istituzionale – evento centrale della missione italiana. In cucina c’era Giancarlo Perbellini, tre Stelle Michelin prese nel 2024, affiancato dal pasticcere Sal De Riso. Oltre 200 invitati, tra rappresentanti del settore, stampa e stakeholder internazionali. L’obiettivo era chiaro: dimostrare che la cucina italiana è fatta di tecniche, prodotti e relazioni specifiche e che ha le caratteristiche per essere riconosciuta come patrimonio immateriale. Tra gli chef presenti anche Silvia Baldini e Oscar Turchi, che hanno partecipato agli show cooking e alle degustazioni presso lo stand della Regione Piemonte.

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Il percorso della candidatura

A suggellare l’iniziativa, una campagna promozionale lanciata direttamente a Times Square, con proiezioni video dedicate alla candidatura Unesco. È stata una mossa simbolica ma mirata: collocare l’identità gastronomica italiana nel cuore di uno dei luoghi più iconici e sovraesposti del pianeta. Una scelta che parla il linguaggio della visibilità e della pressione mediatica internazionale.

La candidatura a Patrimonio immateriale della cucina italiana è stata formalmente avviata nel 2023: la decisione finale però è attesa per il 10 dicembre 2025. Ma come funzionano le fasi finali?

Il 10 novembre 2025 l'organo tecnico dell'Unesco pubblicherà l'esito della valutazione preliminare del dossier presentato dall'Italia. Questa valutazione potrà essere positiva, se il dossier è ritenuto conforme e pronto per la discussione finale; negativa, se il dossier non soddisfa i criteri richiesti; con richiesta di approfondimento, se sono necessarie ulteriori informazioni o chiarimenti. Questo primo giudizio tecnico è fondamentale, poiché orienta le decisioni successive del Comitato Intergovernativo.

Il 10 dicembre 2025, durante la 20° sessione del Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, che si terrà a Nuova Delhi, verrà presa la decisione finale sulla candidatura. Il Comitato, composto da rappresentanti di 24 Stati membri, esaminerà le valutazioni tecniche e delibererà se iscrivere la cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

La candidatura italiana, intitolata "La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale", è stata promossa da tre comunità: l'Accademia Italiana della Cucina, la Fondazione Casa Artusi e la rivista "La Cucina Italiana". Il dossier è stato coordinato dal professor Pier Luigi Petrillo, esperto di diritto ambientale e culturale. Se approvata, la cucina italiana sarebbe riconosciuta non solo per le sue ricette, ma come espressione di un patrimonio culturale vivo, che riflette l'identità, la convivialità e la diversità delle tradizioni gastronomiche italiane.

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