Negli ultimi 50 anni abbiamo perso oltre il 30% delle superfici coltivabili, rendendo il terreno italiano più arido e a rischio idrogeologico secondo Coldiretti. Il colpevole principale è la cementificazione, fenomeno che nell'ultimo mezzo secolo ha contribuito a cambiare il paesaggio in Italia irrimediabilmente.
L'Italia nell'ultimo mezzo secolo ha perso quasi un terzo dei terreni agricoli a causa della cementificazione. Può sembrare una cosa di poco conto ma non è così: questo processo, tanto in voga negli ultimi 50 anni, fa aumentare a dismisura il rischio idrologico con frane e alluvioni. Più impoveriamo il terreno, più palazzi costruiamo sostituendo gli alberi e le piante, più la nostra vita è a rischio e contribuiamo al cambiamento climatico. Vediamo nel dettaglio la ricerca presentata da Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell'Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite.
L'Italia ha perso il 30% dei terreni agricoli in 50 anni, riducendo la superficie utilizzabile a 12,8 milioni di ettari. Questo è un vero e proprio dramma per tanti motivi importanti:
Il risultato, secondo l'Ispra, è che il 93,9% dei comuni in Italia hanno parte del proprio territorio in zone a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni. Un dato raccapricciante, che deve farci aprire gli occhi. Parte della colpa ce l'ha ovviamente il cambiamento climatico, provocato comunque dalle azioni umane, che sta trasformando il Mediterraneo in una zona tropicale con veri e propri monsoni. Colpe più importanti ce l'ha pero l'imprenditoria secondo Coldiretti perché con tutte queste coperture in cemento, il terreno sottostante non riesce a garantire l'infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica del territorio nazionale. È bene ricordare che un terreno arido, asciutto e incolto, di per sé riesce a drenare di meno. Lo possiamo vedere facilmente con le piantine sul nostro balcone: annaffiare un terriccio umido porta l'acqua verso il basso molto rapidamente, al contrario se il terriccio è arido e la piantina poco in salute, l'acqua resta in superficie portando più danni che benefici.
L'Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la terra fertile per salvaguardare in prima battuta i cittadini. La perdita delle campagne, per abbandono o per cementificazione, pesa inoltre sull'approvvigionamento alimentare, favorendo le speculazioni e aumentando sensibilmente i prezzi. Per Coldiretti "il primo passo nella strada del recupero della capacità produttiva è lavorare sulle infrastrutture e sull'innovazione a partire dal sistema degli invasi". Le alluvioni che stiamo subendo negli ultimi tempi rilasciano un fitto strato di limo e sabbia che crea una crosta impermeabile soffocando il terreno e rendendo impossibili gli scambi gassosi fondamentali per le radici e la vita delle piante. È tutto collegato dunque, e prima lo capiremo, meglio sarà per tutti.