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16 Giugno 2023 12:11

La carne sembra andata a male? Ora c’è un microchip che ci dice se è vero oppure no

Inventato da un'università turca, si tratta di un microchip da piazzare nelle confezioni di cibo dei supermercati in grado di dirci se un prodotto è ancora buono o se è meglio buttarlo. Una vera e propria innovazione per combattere lo spreco alimentare: ogni anno gettiamo tonnellate di cibo perfettamente sano solo perché scaduto.

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Un microchip in grado di capire se il cibo è andato a male oppure è commestibile, una sorta di naso artificiale che ci aiuta a scegliere i migliori prodotti al supermercato. L'invenzione è della Koç University, Turchia, che ne ha parlato sulla rivista Nature. "Il sensore wireless miniaturizzato consente il monitoraggio in tempo reale del deterioramento degli alimenti" – questo il lunghissimo e complicato titolo della ricerca – illustra i pregi del sensore intelligente sviluppato per combattere lo spreco alimentare. Vediamo nel dettaglio di che si tratta.

Il naso artificiale contro gli sprechi

La ricerca di Nature parte dall'ovvietà: il cibo deteriorato rischia di provocare malattie e causa un'enorme quantità di spreco. Il problema però è un altro: i consumatori non sanno davvero quanto e in che modo il cibo va deteriorandosi perché l'effetto è valutato "a occhio" o "al naso". Le persone osservano una bistecca, tanto per fare un esempio, la annusano e decidono se mangiare il prodotto oppure no. Non c'è nulla di scientifico in tutto questo. Perché, dunque, non mettere un po' di scienza nelle confezioni? Da qui parte il lavoro dei ricercatori turchi.

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La Koç University ha così inventato un sensore di minuscole dimensioni da inserire all'interno delle confezioni di pollo e manzo (per cominciare). Il chip è in grado di effettuare test in varie condizioni di conservazione e monitorare il decadimento delle carni. I primi risultati sono stati ottenuti in condizioni agli antipodi: i test sono stati effettuati su carni lasciate a temperature ambiente e carni riposte in un congelatore. Nel primo caso, dopo tre giorni, il prodotto è praticamente da buttare, nel secondo invece l'output del sensore non rivela alcun tipo di cambiamento. L'intenzione dell'università è sviluppare il chip per verificare e analizzare le molecole di odore dei vari prodotti per poi istallarlo nelle confezioni di tutto il mondo e ridurre lo spreco alimentare.

Non è il primo caso di un esperimento simile e, anzi, il nostro Paese è pioniere in tal senso. Qualche anno fa un team dell'Università di Pavia ha ideato Safer, un'etichetta intelligente che rileva le reazioni chimiche all'interno dei pacchetti e indica se sono buoni oppure no, con un sistema a semaforo. L'idea è nata per combattere lo spreco alimentare e offrire al consumatore un'indicazione più precisa sulla data di scadenza degli alimenti. Purtroppo però dopo 3 anni il progetto non ha ancora trovato il sostegno adeguato. Speriamo che in Turchia siano più lungimiranti.

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Quello che i piatti non dicono
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