
La baguette è il simbolo per eccellenza della Francia. Per noi italiani è quasi naturale evocarla quando pensiamo al Paese transalpino, proprio come accade agli stranieri quando associano l’Italia agli spaghetti o alla pizza. Un prodotto così buono e iconico che nel 2022 ricevette dall'Unesco lo status di Patrimonio immateriale dell'umanità, rendendo la panificazione francese tra le migliori in assoluto a livello globale. Lo stesso presidente, Emmanuel Macron, in quella circostanza definì la baguette come "250 grammi di magia e perfezione quotidiana, un'arte francese di vivere". In quasi quattro anni, però, qualcosa non sta andando più secondo i piani: secondo un'inchiesta della CNN, il consumo di pane in Francia è calato drasticamente e le sorti della baguette potrebbero non più essere così rosee.
Cosa sta succedendo alla baguette
Secondo un recente articolo della CNN, nonostante la fama e i riconoscimenti della baguette, il consumo del pane in Francia continua a diminuire in modo progressivo. Se si torna indietro nel tempo di oltre un cinquantennio, si viene a scoprire come nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, un francese medio consumava circa 700 grammi di pane al giorno. Tornando ai giorni nostri, questa cifra è collassata fino a meno di 100 grammi consumati quotidianamente a persona. Dominque Anract, presidente della CNBPF – Confederazione Nazionale delle Panetterie e Pasticcerie Francesi – ha spiegato che le motivazioni di questo "drastico" calo siano dovute sostanzialmente ad abitudini radicalmente cambiate a tavola.
Se prima mangiare tanti carboidrati, tra cui enormi porzioni di pane e pasta, era una cosa all'ordine del giorno, oggi non è più così. Con i tempi che corrono attualmente, oltre al clima è cambiato anche il nostro stile di vita: più veloce, tanti pasti fuori casa e l'influenza costante della globalizzazione gastronomica. Quest'ultima, attraverso un marketing a dir poco aggressivo, sta spingendo sempre più giovani e nuove generazioni a snack confezionati e cibi pronti, piuttosto che indirizzarli verso il pane tradizionale.

Un ultima motivazione, secondo la CNN, potrebbe essere legata alla grande diffusione delle neoboulangeries. Parliamo di nuovi panifici che, in alcuni casi, stanno sostituendo le storiche boulangeries. Qui, oltre ai prodotti tradizionali (che comunque continuano a esserci), si vendono pani fatti con farine diverse, fermentazioni naturali e lunghe lievitazioni. Così facendo lo spazio della "vera baguette" è sempre meno, in alcuni casi è stata addirittura fatta fuori. Alcuni panifici hanno deciso di non produrla più perché viene ritenuta poco nutriente e fonte di spreco alimentare. Insomma una scelta che sta mettendo alla prova diversi consumatori: una sfida di cuore tra tradizionalisti e progressisti gastronomici.
E il futuro?
Un ulteriore sintomo della crisi, che non abbiamo dimenticato, è anche l'inflazione. Quest'ultima non ha colpito chiaramente solo i supermercati e i prodotti alimentari nostrani, ma di quasi mezzo mondo. Aumento dei costi dell'energia e delle materie prima, concorrenza dei prodotti industriali a basso prezzo: praticamente il pane confezionato già tagliato a fette, ispirato ai modelli americani, sta conquistando sempre più spazio per la praticità.

Eppure, nonostante il pessimismo dilagante, non tutti decretano la fine della baguette. Alcuni maestri fornai intervistati dall'emittente televisiva americana hanno affermato che "non ci troviamo dinanzi a un'estinzione della baguette", ma che però ha bisogno di qualcosa per reinventarsi. La baguette-sandwich, per esempio, oggi è molto popolare. Il classico panino del pranzo di noi italiani, o il bocadillo spagnolo, ha preso quota anche in Francia: farcire l'iconico pane con salumi, tonno, uova o formaggi può essere una soluzione.
Anche il tema dello spreco alimentare è diventato un altro fattore: secondo studi citati dall'articolo, sei francesi su dieci buttano via del pane ogni giorno. Ridurre la lunghezza tradizionale della baguette – attualmente tra i 55 e i 65 cm – potrebbe essere un'idea concreta per evitare sprechi. In definitiva: la baguette resta un emblema nazionale, ma rischia di perdere il suo ruolo quotidiano. La sfida per la Francia ora sarà quella di salvare la tradizione senza restare prigioniera del passato, trovando un equilibrio tra autenticità e modernità.