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24 Gennaio 2022 11:10

Konjac: cos’è e come usarlo in cucina

Antichissima radice protagonista della tradizione culinaria giapponese, il konjac è un tubero dalla cui radice si ricavano dei leggerissimi spaghetti simili ai noodles. Conosciamolo meglio.

A cura di Rossella Croce
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Conosciuta anche come lingua del diavolo, giglio voodoo o anche serpente di palma, il konjac è una antichissima pianta della famiglia delle Aracee, particolarmente diffusa in Corea, Cina e Giappone. Del konjac si consuma la radice, il konyaku, prima raccolta in bulbi e poi pulita, sbucciata e infine cotta: dalla radice a sua volta si può ricavare una gelatina utilizzata come addensante e una farina, impiegata nella preparazione di spaghetti o sottili tagliatelle, chiamate shiratake di konjac. Decisamente ipocalorico ma ricco di fibre e sali minerali, il konjac è un ingrediente che troviamo facilmente anche nei nostri supermercati e sempre più spesso sulle nostre tavole. Scopriamo tutto quello che c'è da sapere su questa radice: di cosa si tratta, proprietà, benefici e, soprattutto, come gustarlo al meglio in ricette semplici e  golose.

Cos'è il konjac

Il konjac è un tubero di origini antichissime, coltivato nelle zone montuose di Cina, Giappone Corea, un pianta appartenente alla famiglia delle Aracee di cui viene consumata la radice. La pianta di konjac si compone di un bulbo (detto "patata", anche se non a che fare con questo tubero) e un fusto il cui diametro può raggiungere anche i 25 centimetri e un peso che può toccare i 4 chilogrammi. La radice di konjac viene raccolta in bulbi freschi che vengono seccati, puliti e sbucciati: una volta lavorata, la radice può essere trasformata in farina o in chicchi. In cucina, soprattutto nella tradizione giapponese, il konjac viene consumato sotto forma di shiritaki, degli spaghetti molto simili ai più conosciuti noodles dal sapore neutro e dalla consistenza gelatinosa, molto amati per la buona versatilità e per l'apporto calorico davvero irrisorio.

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Proprietà e benefici

Il konjac è una radice dall'interessante profilo nutrizionale, un tubero composto al 97% da acqua e ricco di elementi nutrienti e dall'incredibile apporto benefico. Contiene cellulosa e fibre solubili, essenziali per transito intestinale e il corretto funzionamento dell'apparato digerente; è utile in caso di diete ipocaloriche e dimagranti perché, grazie a un polisaccaride idrosolubile chiamato glucomannano, garantisce un elevato potere saziante al netto di un irrilevante apporto di calorie (tra le 10 e le 20 kcal per 100 grammi di prodotto). Consumato regolarmente, il konjac è in grado di reintegrare numerosi sali minerali tra cui ferro, fosforo, zinco, rame e calcio; è inoltre in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Ideale per chi soffre di celiachia o intolleranze perché completamente privo di glutine, ma anche per chi desidera ridurre l'apporto di carboidrati.

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Utilizzi in cucina

In commercio, nei supermercati più forniti o nei negozi specializzati, possiamo facilmente acquistare gli shirataki, secchi o immersi nel liquido di conservazione: nel primo caso andranno reidratati e "cotti" in acqua bollente per 6-8 minuti, nel secondo andranno sciacquati prima di essere conditi e saltati in padella. La pasta di konjac presenta una consistenza leggermente gelatinosa e un sapore abbastanza neutro che ben si abbina a diverse tipologie di condimento (meglio che sia abbondante perché gli spaghetti di konjak assorbono molto più di altri tipi di pasta): tra le ricette tradizionali troviamo il sukiyaki, un piatto semplice ma ricco di sapore a base di manzo tagliato sottilmente, funghi, tofu e uova fresche, meglio se gustato in compagnia; in alternativa potete utilizzare gli shirataki lavorandoli con pollo, patate, porri in una zuppa di noodles bollente, una vera e propria coccola culinaria in stile nipponico.

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Se preferite un piatto vegetariano, potete saltare gli shirataki nel wok con zucchine, pomodorini, uno spicchio di aglio e del peperoncino fresco, l'importante è non lesinare con la salsa di soia, ingrediente in grado di dare davvero una marcia in più al piatto.

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