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3 Ottobre 2025 13:04

Kebab, guerra finita: la Turchia fa marcia indietro e l’Ue tira un sospiro di sollievo

Negli ultimi mesi la Turchia aveva proposto all'Ue di far diventare il döner kebab un prodotto Stg. Dura l'opposizione di Germania e altri paesi che hanno "costretto" Ankara a ritirare l'istanza.

A cura di Enrico Esente
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È uno dei cibi più amati d'Europa e del mondo: il kebab. Quel prodotto che va bene "quasi" in ogni momento della giornata che sia a pranzo, come spuntino, a cena o dopo una serata fuori, ma che, nell'ultimo anno, è stato al centro di uno scontro diplomatico. Una vicenda che unisce cucina, cultura e regolamenti in cui la Turchia ha tentato di registrare all'Unione europea il prodotto come Specialità Tradizionale Garantita (Stg), per poi fare marcia indietro dopo varie polemiche da parte di Germania, Polonia e altri paesi. Vediamo cos'è accaduto e perché è nata questa disputa.

Prima della contesa: cosa prevedeva la proposta della Turchia

La storia inizia nell'aprile del 2024 quando la Turchia aveva chiesto all'Unione europea di riconoscere il döner kebab come Stg, così da riservare il nome ai prodotti realizzati secondo ricette, ingredienti autentici, seguendo (più o meno) il modello della pizza napoletana. Ma in effetti qual è la differenza tra kebab tradizionale e döner kebab? Il primo ha origini persiane e indica genericamente carne arrostita allo spiedo, molto diffusa in tutto il Medio Oriente. Il döner kebab, invece, è la variante turca più celebre, insomma quello che tutti noi conosciamo: viene preparato su uno spiedo verticale rotante. È proprio questa la specialità finita in una disputa gastronomica.

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Nel testo dell'istanza, resa pubblica dall'Official Journal dell'Ue, sono descritti in dettaglio i requisiti che un kebab dovrebbe avere per poter fregiarsi del marchio Stg: tagli di carne ben specifici (manzo, agnello e pollo ed escludere vitello e tacchino); marinature ben definite (salsa yogurt, spezie, grassi animali); fette di carne sottili (da 3-5 mm) e metodo di cottura verticale. Secondo Ankara, grazie a questa registrazione, l'autenticità culturale di un prodotto come il kebab sarebbe stata tutelata e si averebbe un riconoscimento ufficiale delle sue radici nell'arte culinaria della Turchia.

Una volta presentata l'istanza, l'Ue ha aperto un periodo di tre mesi per eventuali obiezioni da parte degli Stati membri o altri soggetti interessati. Nel giugno del 2025 un eurodeputato polacco, Kosma Złotowski, ha interrogato la Commissione europea chiedendo se le varianti del kebab fossero state escluse in caso di concessione della Stg. Il Parlamento europeo ha riconosciuto che la proposta turca rischiava di imporre una "ricetta unica" su tutto il territorio Ue, impedendo varianti locali e nazionali. Da quel momento Turchia e Germania hanno avuto sei mesi per trovare un compromesso.

La reazione della Germania e la rinuncia (definitiva) della Turchia

Il Germania il döner kebab è considerato parte della cultura gastronomica, totalmente incarnato nel tessuto societario. Furono proprio due immigrati turchi a importare questa pietanza in Germania che, al giorno d'oggi, permette di fatturare tanti soldi. Produttori e associazioni locali hanno denunciato l'esclusione delle varianti locali (qualora fosse stato concesso l'Stg alla Turchia). Sullo sfondo, miliardi di euro di fatturato e decine di migliaia di lavoratori rendono la disputa non solo culinaria, ma anche economica e simbolica.

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Recentemente, l'International Doner Federation (UDOFED) ha ritirato la richiesta di registrazione, da parte della Turchia, del döner kebab come Stg in Europa. Decisive sono state le polemiche relative alla questione per diverse motivazioni: domanda troppo rigida sugli ingredienti e sui metodi, si rischiava di penalizzare le varianti locali. Oltre alla Germania, anche altri Paesi, come la Polonia, hanno protestato: Varsavia temeva che il riconoscimento esclusivo avrebbe limitato la libertà dei produttori locali e ridotto la diversità di un piatto ormai parte integrante della cultura europea. La Commissione europea ha quindi chiuso il procedimento, ragion per cui, questa "disputa" può essere considerata finita, almeno per ora.

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Quello che i piatti non dicono
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