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25 Settembre 2025 17:54

Intossicazione da funghi: in Toscana crescita di casi per il fungo dell’olivo

Nelle ultime settimane sono stati registrati diversi casi di intossicazione dovuti al consumo di un particolare tipo di fungo chiamato Omphalotus olearius o, anche, fungo dell'olivo. I sintomi sono stati gravi disturbi intestinali e la causa sembrerebbe la sua somiglianza con il noto galletto.

A cura di Arianna Ramaglia
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Sono arrivati da poco sulle nostre tavole e già fanno parlare di sé: in Toscana si è registrata una preoccupante crescita di intossicazione da funghi. Il responsabile di circa il 30% di questi è l'Omphalotus olearius, meglio noto come fungo dell'olivo: non è sicuramente tra i più letali, ma può comunque avere delle gravi conseguenze sul benessere fisico. Proprio per questo è necessario prestare molta attenzione, soprattutto a causa della sua somiglianza con il più famoso e amato galletto.

Cosa succede dopo aver mangiato il fungo dell'olivo

Andare in cerca di funghi è una tradizione molto amata con l'arrivo della stagione autunnale: ma si sa che, purtroppo, il rischio è sempre dietro l'angolo. Questa volta protagonista della vicenda è l'Omphalotus olearius, nome scientifico del fungo dell'olivo, che ha già provocato diverse intossicazioni in questi prime settimane di raccolta in Toscana. Vomito, diarrea, nausea e dolori addominali: questi sono i sintomi segnalati da chi ha avuto la sfortuna di mangiare questa tipologia di fungo, sviluppando gravi disturbi gastrointestinali. Il fungo dell'olivo, ogni anno è responsabile di decine di intossicazioni ma sembra che, quest'anno, la sua presenza sia particolarmente intensa.

Fortunatamente non si tratta di uno estremamente pericoloso: ma, comunque, al di là delle conseguenze più o meno gravi, i funghi velenosi, come ci spiega il nostro biologo Nutrizionista Simone Gabrielli, "sono pericolosi perché contengono tossine che il nostro organismo non riesce a neutralizzare. Alcune agiscono subito, provocando nausea, vomito, crampi addominali e diarrea già dopo poche ore. Altre invece sono subdole: i sintomi arrivano solo dopo 12-24 ore, quando ormai il danno al fegato, ai reni o al sistema nervoso è già in corso".

La sua somiglianza con il galletto

Complice di questa grave situazione, è la sua somiglianza con un altro tipo di fungo. Secondo Gabrielli, il fungo dell'olivo "è spesso confuso con il Cantharellus cibarius detto ‘galletto‘ a causa del colore giallo-arancio che richiama molto quello del galletto che è commestibile". Ci sono però comunque delle differenze come illustra il micologo Andrea Pompili al Corriere Fiorentino, per riconoscere le due tipologie di funghi, in modo da evitare di andare incontro a spiacevoli conseguenze: "Purtroppo tanti si fanno ingannare dal colore giallo del fungo dell'ulivo, che è veramente simile a quello del galletto. In più si trova sempre vicino ai pezzi di legno (a differenza del galletto che cresce sul terreno, n.d.r) e quindi è facilmente individuabile. La caratteristica principale che li distingue però si trova sotto al cappello: l'Omphalotus olearius ha delle lamelle che scorrono lungo tutto il gambo mentre il Cantharellus presenta delle pieghe o pliche. In più se cucinato l'Omphalotus perde il suo colore arancio e diventa molto scuro".

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Cosa fare in caso di dubbi?

Come abbiamo visto, a volte le differenze tra i vari funghi può essere davvero minima: le raccomandazioni, quindi, nel caso in cui si dovessero avere dei dubbi, secondo Simone, sono:

  • Se raccogli funghi: vai con un micologo o partecipa a corsi di riconoscimento;
  • Porta i funghi raccolti ai centri di controllo micologico/sportelli ASL/USL per farli esaminare da esperti;
  • Non mangiare funghi se non sei sicuro al 100%;
  • Evita di fidarti solo delle app, delle foto online, o del sentito dire.

Riguardo le app, sono sempre di più i cercatori di funghi che, purtroppo, decidono di demandare loro il riconoscimento delle varie tipologie che si trovano di fronte, per capire se sono commestibili oppure no: ma, come sottolineato da Gabrielli, questi sistemi "sono molto popolari ma poco affidabili. Gli esperti mettono in guardia: possono dare errore e non sostituiscono la formazione e l'esperienza".

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