
Sono arrivati da poco sulle nostre tavole e già fanno parlare di sé: in Toscana si è registrata una preoccupante crescita di intossicazione da funghi. Il responsabile di circa il 30% di questi è l'Omphalotus olearius, meglio noto come fungo dell'olivo: non è sicuramente tra i più letali, ma può comunque avere delle gravi conseguenze sul benessere fisico. Proprio per questo è necessario prestare molta attenzione, soprattutto a causa della sua somiglianza con il più famoso e amato galletto.
Cosa succede dopo aver mangiato il fungo dell'olivo
Andare in cerca di funghi è una tradizione molto amata con l'arrivo della stagione autunnale: ma si sa che, purtroppo, il rischio è sempre dietro l'angolo. Questa volta protagonista della vicenda è l'Omphalotus olearius, nome scientifico del fungo dell'olivo, che ha già provocato diverse intossicazioni in questi prime settimane di raccolta in Toscana. Vomito, diarrea, nausea e dolori addominali: questi sono i sintomi segnalati da chi ha avuto la sfortuna di mangiare questa tipologia di fungo, sviluppando gravi disturbi gastrointestinali. Il fungo dell'olivo, ogni anno è responsabile di decine di intossicazioni ma sembra che, quest'anno, la sua presenza sia particolarmente intensa.
Fortunatamente non si tratta di uno estremamente pericoloso: ma, comunque, al di là delle conseguenze più o meno gravi, i funghi velenosi, come ci spiega il nostro biologo Nutrizionista Simone Gabrielli, "sono pericolosi perché contengono tossine che il nostro organismo non riesce a neutralizzare. Alcune agiscono subito, provocando nausea, vomito, crampi addominali e diarrea già dopo poche ore. Altre invece sono subdole: i sintomi arrivano solo dopo 12-24 ore, quando ormai il danno al fegato, ai reni o al sistema nervoso è già in corso".
La sua somiglianza con il galletto
Complice di questa grave situazione, è la sua somiglianza con un altro tipo di fungo. Secondo Gabrielli, il fungo dell'olivo "è spesso confuso con il Cantharellus cibarius detto ‘galletto‘ a causa del colore giallo-arancio che richiama molto quello del galletto che è commestibile". Ci sono però comunque delle differenze come illustra il micologo Andrea Pompili al Corriere Fiorentino, per riconoscere le due tipologie di funghi, in modo da evitare di andare incontro a spiacevoli conseguenze: "Purtroppo tanti si fanno ingannare dal colore giallo del fungo dell'ulivo, che è veramente simile a quello del galletto. In più si trova sempre vicino ai pezzi di legno (a differenza del galletto che cresce sul terreno, n.d.r) e quindi è facilmente individuabile. La caratteristica principale che li distingue però si trova sotto al cappello: l'Omphalotus olearius ha delle lamelle che scorrono lungo tutto il gambo mentre il Cantharellus presenta delle pieghe o pliche. In più se cucinato l'Omphalotus perde il suo colore arancio e diventa molto scuro".

Cosa fare in caso di dubbi?
Come abbiamo visto, a volte le differenze tra i vari funghi può essere davvero minima: le raccomandazioni, quindi, nel caso in cui si dovessero avere dei dubbi, secondo Simone, sono:
- Se raccogli funghi: vai con un micologo o partecipa a corsi di riconoscimento;
- Porta i funghi raccolti ai centri di controllo micologico/sportelli ASL/USL per farli esaminare da esperti;
- Non mangiare funghi se non sei sicuro al 100%;
- Evita di fidarti solo delle app, delle foto online, o del sentito dire.
Riguardo le app, sono sempre di più i cercatori di funghi che, purtroppo, decidono di demandare loro il riconoscimento delle varie tipologie che si trovano di fronte, per capire se sono commestibili oppure no: ma, come sottolineato da Gabrielli, questi sistemi "sono molto popolari ma poco affidabili. Gli esperti mettono in guardia: possono dare errore e non sostituiscono la formazione e l'esperienza".