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16 Aprile 2023 15:00

Insetti, pidocchi e parassiti: quali sono stati i cibi più disgustosi della storia?

Quali sono alcuni dei cibi più disgustosi della storia? Che cosa hanno mangiato di così bizzarro i nostri antenati? Gli insetti erano già consumati nell'antica Grecia e citati nel Vangelo.

A cura di Alessandro Creta
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In questa prima fase di 2023 è diventato di stretta attualità il discorso legato al consumo di insetti. Con l'approvazione da parte dell'Unione Europea alla commercializzazione di prodotti a base di grilli o larve è esploso il dibattito pubblico, con la stragrande maggioranza degli italiani schierati contro questa alternativa alimentare. A ben vedere, però, in passato (piuttosto remoto) l'uomo ha già consumato insetti, e di certo non insetti controllati e certificati come quelli alla base dei prodotti che presto ritroveremo al supermercato.

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L'entomofagia insomma già da secoli fa parte della cultura umana, diffusa un tempo, dimenticata poi e tornata oggi di attualità. Eppure nel corso della storia di cose raccapriccianti, ben più degli insetti, l'uomo ne ha mangiate. Andiamo a scoprire i cibi ‘peggiori' consumati, senza fare nemmeno troppe storie, dai nostri antenati.

I cibi più disgustosi della storia

In un altro approfondimento avevamo parlato degli alimenti più strani, per certi versi anche disgustosi, mangiati dagli antichi Romani. Cervelli di donnola, ghiri, estratto di pesce fermentato (il cosiddetto garum), mammelle di scrofa e fenicotteri. Cibo a dir poco inusuale ma particolarmente ricercato per l'aristocrazia romana. A ben vedere, e a ben scavare nella storia, l'uomo nel corso dei secoli ha consumato cose ben più strane e, ai nostri occhi, inconcepibili da mangiare.

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Se a tanti può sembrare una stranezza gastronomica contemporanea l'entomofagia è bene sappia che non solo questa è citata nel Vangelo (il Battista nel deserto si cibava di locuste e miele), ma già gli antichi Greci erano soliti consumare insetti.

Anzi, Aristotele nell'Historia Animalium consigliava il consumo di cicale (meglio se piene di uova), delle loro larve e cavallette, così come Plinio (tornando a Roma) parla di cous cous alle larve nel Naturalis Historia. Lasciando da parte il discorso insetti parliamo di qualcosa di ancor più d'impatto. Pare, per esempio, come in passato una popolazione germanica si cibasse di pidocchi. I Romani, parlando in tono denigratorio dei Burgundi, infatti sottolineavano la loro abitudine a mangiare questi piccoli parassiti, oltre alla carne di cavallo (inconcepibile per i figli di Roma). Certo, chissà come avrebbero ribattuto i Burgundi di fronte alle lingue di fenicottero, così rinomate dalle parti del Colosseo.

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Scenografica e d'effetto, sicuramente, ma con tutta probabilità poco igienica la torta ripiena di piccoli uccelli vivi. Fortunatamente, almeno quello, questi non venivano mangiati assieme alla torta, ma al momento del taglio riuscivano a liberarsi librandosi in aria, sorprendendo e stupefacendo i commensali. I quali, poi, quella torta nella quale erano stati ‘rinchiusi' uccelli vivi e nella quale avrebbero potuto lasciare qualche loro ‘ricordino' se la andavano a mangiare.

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Sempre parlando di cose disgustose però probabilmente la medaglia d'oro spetta al cosiddetto Ttongsul, tuttoggi in verità realizzato in alcuni Paesi asiatici. Di cosa si tratta? Di una bevanda, ritenuta pure medicinale, a base di feci umane, per lo più di bambini tra i 4 e i 7 anni. Proprio così, chiamato pure vino di feci questo prodotto è realizzato con cacca e alcol. "Il ttongsul può essere prodotto in due modi – recita Wikipedia – il più lungo prevede l'immersione di un bastone di bambù in un vaso contenente feci e alcol, dove viene lasciato per diversi mesi a fermentare". E pensare che con le uova cotte nella pipì pensavamo di aver visto tutto…

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Quello che i piatti non dicono
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