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16 Agosto 2023 8:00

In Spagna usano gli scarti dell’olio per fare le autostrade: ecco perché è una vera svolta

In Spagna stanno aggiustando un'autostrada con l'olio di sansa, uno scarto di bassa qualità della lavorazione delle olive. Un'innovazione che dovremmo importare.

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Dalla Spagna arriva una sperimentazione che potrebbe davvero cambiare l'economia europea: un nuovo tipo di asfalto realizzato con la sansa, un sottoprodotto della lavorazione delle olive. Si tratta di un prodotto semi secco ottenuto dopo l’estrazione degli oli da olive: non è totalmente secco perché c'è ancora della polpa e il nocciolo è ancora presente, quindi un po' di grasso c'è. Teoricamente l'olio di sansa è commestibile ma è un prodotto di scarsissima qualità. In questo caso invece si bypassa il settore gastronomico e si usa la sansa per creare un asfalto sperimentale, totalmente ecologico e perfino più sicuro per i lavoratori che lo maneggiano. Vediamo di che si tratta.

Un asfalto "bio" che potrebbe far bene a tutti

La sperimentazione spagnola è molto avanti: la Junta de Castilla y León, l'organo di governo e amministrativo della comunità autonoma spagnola di Castiglia e León, sta utilizzando questo preparato per rinnovare la pavimentazione delle due carreggiate adiacenti dell'autostrada A-601 che collega Valladolid con Segovia. Questo può essere un passo davvero importante per l'economia locale: la Spagna è il maggior produttore di olive al mondo e utilizzare questo scarto potrebbe fornire nuove entrate ai produttori.

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Un'importante innovazione per l'economia che metterebbe in modo tante figure professionali. La lavorazione dell'olio di sansa può essere fatta solamente nei sansifici e non nei classici frantoi, quindi avremmo già due industrie coinvolte: il frantoio manda lo scarto al sansificio che lo lavora per l'asfalto. Senza contare il risparmio per il produttore stesso e l'importanza del riutilizzo del prodotto. In questo caso l'olio di sansa verrebbe poi ulteriormente lavorato per creare questo bio-asfalto. L'utilizzo del prodotto in industria è già attivo da molti anni perché viene usato come come combustibile o ammendante di terreni agricoli (una sorta di doping per il terriccio).

Questa non è una completa novità dunque: il Gambero Rosso fa presente anche degli esempi passati, come quelli in Iran e negli Stati Uniti. Il primo sottoprodotto dell'olio d'oliva applicato all'asfalto è infatti del 2013, utilizzato a Tabriz, in Iran, durante l'International Conference on Civil Engineering Architecture & Urban Sustainable Development, un importante evento internazionale. Durante il congresso dei ricercatori turchi dimostrarono le proprietà leganti dell'olio di sansa sull'asfalto. I risultati degli studi furono sorprendenti: ottennero una polvere oleosa finissima, senza acqua, da unire al cemento per legarlo meglio. Questo nuovo asfalto ha una resistenza molto maggiore rispetto a quello tradizionale.

A partire dagli studi effettuati in Turchia e Iran siamo arrivati a una ricerca del 2021 del Dipartimento di Ingegneria Civile della California State University, negli Stati Uniti, con cui gli studiosi mostrano un legante di asfalto naturale già pronto per essere commercializzato a base di sansa di olive. Lo studio dimostra ancora una volta come la resistenza alle crepe indotta dall'ossidazione che c'è naturalmente nell'asfalto sia migliorata di molto con l'uso della sansa. Oltre a tutti i vantaggi tecnici che questa innovazione porta non possiamo ignorare i vantaggi ecologici ed economici: gli scarti industriali si riducono drasticamente andando a sostituire i leganti chimici con una sostanza naturale che, tra l'altro, viene riciclata da un'altra lavorazione; dal punto di vista economico c'è un nuovo sbocco per i produttori di olio che spesso si ritrovano con grandi quantità di sansa difficilmente piazzabili in commercio. Sarebbe davvero bello integrare questa innovazione anche nel nostro Paese.

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