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17 Dicembre 2023 15:00

In alto i calici: come si dice “cin cin” nel mondo

In Italia siamo abituati a brindare facendo sfiorare i calici al grido singolare di cin-cin, ma fuori dai confini nazionali non è così che si svolgono i brindisi. Scopriamo da dove viene il nostro augurio particolare e qual è il suo equivalente nel resto del mondo.

A cura di Martina De Angelis
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Ti sarà sicuramente capitato molte volte di far tintinnare calici di spumante a Capodanno o calici di vino a qualche festa al grido di “cin cin”. Questa singolare espressione è ormai ben radicata in Italia, usata tanto quanto il più classico “alla salute”. Eppure non è così in tutto il mondo: come si dice, infatti, paese che vai usanza che trovi. Ogni lingua e cultura ha il suo modo particolare di augurare buona fortuna durante un brindisi.

Oggi ti portiamo a compiere un viaggio intorno al mondo alla scoperta delle espressioni più comuni usate intorno al globo per brindare, ma ti raccontiamo anche da dove deriva l’utilizzo, tutto italiano, di un’espressione non italiana come “cin cin”.

Perché in Italia diciamo “cin cin”?

Se ci pensi, è davvero singolare che per brindare in Italia usiamo un termine che in realtà è molto lontano dall’italiano, anzi che deriva dal cinese. “Cin cin”, infatti, è un’espressione che arriva dalla città cinese di Canton, ed è un’espressione che veniva utilizzata per dire “prego”; la sua formula originale è “ch’ing ch’ing” che, italianizzata, ha dato vita a “cin cin”.

 

Ma come ha fatto questo termine ad arrivare fino a noi? La causa furono i marinai inglesi. Canton, infatti, è stata una delle più importanti città costiere della Cina per via del suo grande porto di transito. Furono proprio i marinai a trasformare “cin cin” in un’espressione di buon augurio, e a importarne l’utilizzo in Europa. L’espressione si è diffusa nel nostro continente a partire dal 1700, e in Italia si è radicata particolarmente bene per via del suo suono onomatopeico, che ricorda fortemente il suono dei calici che si incontrano durante il brindisi. Ad accompagnare il brindisi e il "cin cin" oggi c'è un vero e proprio galateo da seguire.

Come si brinda nel resto d’Europa

In realtà, l’Italia è rimasta l’unica a usare il termine “cin cin” e ogni Paese europeo ha invece sviluppato una sua particolare formula di brindisi. Nei paesi di lingua tedesca, per esempio, si utilizza il termine latino prosit, ovvero “che ti porti bene”, che in Olanda si trasforma in poost, ovvero evviva.

Il Belgio ha un’espressione più elaborata, ovvero op uw gezonheid, che nonostante sembri molto complessa vuol dire semplicemente “buona salute.” Davvero particolari anche gli auguri degli spagnoli, che quando il brindisi è informale usano direarriba, abajo, al centro y pa dentro che è un po’ come la nostra frase in italiano “verso l’alto, verso il basso, verso il centro e verso il dentro”. In tutte le occasioni più formali si usa invece un semplice salud”, simile al santé fancese e al saude portoghese.

I Paesi scandinavi sono molto conosciuti per il loro tradizionale brindisi skål!” (che si pronuncia skol), tranne la Finlandia che invece utilizza la parola kippis. La tradizione russa vuole che si brindi all’esclamazione di na zdorovje, mentre è molto particolare l’espressione dell’Albania, che alza i calici esclamando “gesuaz e cioè “Gesù”.

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Il brindisi dei paesi anglofoni

Il brindisi dei Paesi anglofoni è forse quello più conosciuto in tutto il mondo: cheers, che vuol dire “rallegriamoci”, si usa dall’Inghilterra agli Stati Uniti, dal Canada al Sud Africa all’Australia. Nonostante questo però, alcuni paesi hanno comunque conservato delle espressioni legate ai dialetti locali più antichi: in Sud Africa il brindi in afrikaans è gesondheid, in Nuova Zelanda si usa l’espressione maori kia ora e in Irlanda il famosissimo slainte, che vuol dire “buna salute”. 

Come brindare in America Latina

L’America Latina ha tutta una serie di espressioni per il momento del brindisi vaste quanto la dimensione del suo territorio. Si va dal celebre auguri brasiliano divida” o “saude fino al venezuelanosalud y que dios te quide, “Salute e che Dio si prenda cura di te”. Tra i tantissimi altri modi di dire per i festeggiamenti spiccano pura vida in Costa Rica, palante y andale in Messico e echale a eso (buttalo fuori dal bicchiere) a Cuba.

Molto carina la tradizione di El Salvador che augura buen provecho!, ovvero buon appetito, perché tradizionalmente nel corso del brindisi si offre anche del cibo come segnale di amicizia e convivialità.

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Come si brinda in Asia

Se stai pensando di andare in Oriente e gridare “cin cin” come fai in Italia devi assolutamente ricordare di non farlo. In Giappone, infatti, questa espressione ha un significato completamente diverso: si riferisce all’organo sessuale maschile. Meglio usare kanpai, l’espressione tradizionale di buon augurio.

Attenzione anche ai gesti se ti trovi in Cina: qui infatti quando si brinda non si fanno scontrare i bicchieri tra loro, e bisogna bere il contenuto del calice in un unico sorso, perché più sorsi sono considerati poco eleganti. Dimentica anche “cin cin”: in Cina si usa in realtà ganbei e cioè “bicchiere secco o vuoto”, un invito a svuotare il bicchiere.

Nelle Filippine, invece, sentirai molto spesso usare l’espressione mabuhay!: vuol dire lunga vita, e proprio per questo i locali la usano sia nei momenti di festa, sia ogni volta che vogliono augurare buona fortuna a qualcuno.

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