
Quando arriva il freddo e magari porta la prima neve, ma soprattutto quando le luci di Natale si accendono inaugurando il periodo delle feste per eccellenza, non c’è niente di più delizioso di un bicchiere bollente di vin brulé. Caldo, avvolgente e profumato, questo vino speziato è squisito da gustare al calduccio davanti al camino, ma soprattutto quando passeggi alla scoperta dei mercati di Natale, meglio ancora se lo accompagni con qualche dolcetto. In Nord Europa e nelle regioni dell’arco alpino italiano, infatti, il vin brulé è la bevanda tipica dei mercatini e, in generale, del periodo dell’Avvento, anche se in realtà si può trovare nel corso di tutti i mesi freddi, da novembre fino a Carnevale. La ricetta ha origini molto antiche, ma ancora oggi è una bevanda forte e presente nella tradizione europea, e basta stringerne tra le mani un bicchiere e sentire subito il profumo del periodo natalizio. Andiamo alla scoperta della storia, delle origini e delle varianti del vin brulé.
Cosa è il vin brulé e dove si beve
In Italia è il vin brulé, nei paesi tedescofoni si chiama glühwein, in quelli francofoni è il vin chaud, in Gram Bretagna è il mulled wine: comunque sei abituato a chiamarlo si parla della stessa bevanda, una deliziosa miscela di vino caldo, solitamente rosso, zucchero e spezie aromatiche, soprattutto cannella, chiodi di garofano e agrumi. La particolarità di questa bevanda è proprio il fatto che si “cucini” e si beva bollente, proprio come dice il suo nome: vin brulè deriva dal francese "vin brûlé" che significa "vino bruciato", riferendosi al processo di riscaldamento del vino che ne fa evaporare una parte dell'alcol, rendendolo meno alcolico.

Sul fuoco, infatti, l’alcol evapora, poi il resto lo fanno le spezie e gli aggrumi che alleggeriscono ulteriormente il sapore del vino rosso, rendendolo perfetto da sorseggiare anche per chi non ama particolare le bevande alcoliche. Corroborante e caldo, il vin brulé proprio per questo si beve in inverno e, nel corso del tempo, è stato proposto sempre più spesso nei mercati di Natale dei paesi Europei più freddi (Slovenia e Norvegia, ma anche Germania e Gran Bretagna, ma anche Francia e Croazia) e delle regioni alpine del Nord Italia, divenendo la bevanda di Natale per eccellenza.
La storia del vin brulé
Non è facile risalire all’origine precisa del vin brulé come lo conosciamo oggi, ma quello che è certo è che la tradizione di bere bevande calde e speziate è antichissima, risale addirittura all’antica Roma: i romani, infatti, amavano preparare questo tipo di miscele come testimonia Apicio nel “De re coquinaria”. Lo scrittore racconta del "conditum paradoxum", un vino dolcificato con miele, che veniva scaldato a più riprese e aromatizzato con zafferano, pepe, foglie di nardo e datteri, offerto per tradizione agli ospiti a fine del pasto e che ricorda piuttosto da vicino il concetto del vin brulé.
Proprio i Romani diffusero in tutta Europa l’usanza delle bevande speziate e caldo a base di vino, una tradizione che si afferma ancora di più durante il Medioevo: in quest’epoca era molto diffusa l’ippocrasso (chiamato anche claret o piment), un vino aromatizzato con erbe officinali e che si dice fosse stato inventato dal medico greco Ippocrate per le sue proprietà mediche. Nel corso dei secoli le bevande calde a base di vino speziato sono diventate sempre più diffuse in tanti paesi europei: ne è un altro esempio il glögg svedese, un’altra antica ricetta che serviva sia a migliorare il sapore del vino di scarsa qualità aggiungendo spezie ma anche cognac o rum, sia per assumere le proprietà curative delle spezie.

È molto probabile che la diffusione moderna del vin brulé derivi proprio dalla tradizione di ogni singolo paese che, proponendo la sua personale tradizione di vino caldo speziato, lo abbia fatto conoscere sia nella sua variante, sia in una ricetta “tradizionale” e codificata, quella del vin brulè come lo conosciamo noi oggi. Secondo alcune teorie sembra che la ricetta del vin brulè sia comparsa nel corso del XVI secolo, usata nel corso di feste, banchetti e, in seguito, mercati di Natale (per via delle spezie, le più presenti nei dolci tipici di questo periodo), come bevanda simbolo di convivialità e dalla capacità di creare un clima spensierato, rilassato e allegro.
Vin brulé: la ricetta originale e le varianti
La ricetta del vin brulé considerata classica prevede una bevanda a base di vino rosso, spezie e agrumi da sorseggiare rigorosamente calda. È una preparazione facile da ottenere anche in casa, l’importante è scegliere il perfetto vino rosso: deve essere corposo, strutturato e dalle note fruttate, per cui sono perfetti vini come il Lambrusco, il Sangiovese, il Barolo e il Pinot nero. Una volta scelto il vino va solo fatto sobbollire in pentola insieme al resto degli ingredienti per circa 15 minuti: grazie alla cottura lenta, il vino perderà parte della sua componente alcolica, ma se desideri una bevanda dal gusto più intenso e con una gradazione più bassa puoi tenerlo sui fornelli per almeno una mezz'ora. Per eliminare ancora un po' di alcol, alcuni usano "bruciare" il vin brulé, avvicinando una fiammella alla superficie del vino.

Come sempre, però, è valido il detto “paese che vai, usanza che trovi”: anche nel caso del vin brulé, infatti, esistono tante varianti della bevanda che differiscono per tipi di spezie usate e tipo di vino , secondo le tradizioni degli specifici paesi. Tra le varianti europee più note e particolari si trovano:
- Il gluhwein (Germania). È la versione tedesca del vin brulé con vino rosso, chiodi di garofano, cannella, alloro, cardamomo e scorza di arancia o cedro; lo troverai in tutti i mercatini di Natale e, in particolare, in quelli di Monaco di Baviera: la cosa migliore è servirlo insieme ai Lebkuchen, i biscotti di pan di zenzero speziati tipici di Norimberga.
- In Austria il vin brulé si fa con il vino fatto a base di Schiava, conosciuta anche come Vernatsch, e si aggiungono spesso anche un po' di anice stellato.
- Il vin chaud (Francia). La versione francese, diffusa anche nella Svizzera francese, è molto simile a quella italiana ma prevede l’aggiunta di un goccio di cognac, che da un po' più di carattere alla bevanda, oltre a scurirla; solitamente si offre insieme ai bredele, biscotti di pasta frolla alsaziani.
- Il punch (Gran Bretagna). Non ha una ricetta vera e propria, ogni famiglia decide come farlo, in base alla tradizione locale: in genere c'è una base di acqua mischiata al rum (ma anche tè e rum), o al limite di acquavite, a cui si aggiungono scorze di agrumi e spezie come cannella e chiodi di garofano.
- Il glögg (Scandinavia). Originaria dei paesi scandinavi, specialmente della Svezia, e tipica del periodo natalizio, la bevanda deriva dal termine "glödgat vin" che significa "vino caldo" e viene preparata riscaldando vino rosso (o, in versioni analcoliche, succo di frutta) con spezie come cannella, chiodi di garofano, cardamomo e zenzero. Viene servita calda, spesso guarnita con uvetta e mandorle.

Il vin brulé non varia soltanto da un paese europeo all’altro: anche nella nostra Italia cambiano spesso gli ingredienti in base alla regione in cui viene preparato, nonostante le versione più diffusa sia sempre quella con il vino rosso. La variante più particolare è sicuramente quella veneta: qui il vin brulé si fa solo con il vino bianco, principalmente con Chardonnay o Pinot con l'aggiunta di cannella, mela e chiodi di garofano; viene consumato soprattutto durante il panevin, cioè il falò di inizio anno.