
Ti è mai capitato di incontrare qualcuno che, senza battere ciglio, mette il parmigiano sugli spaghetti alle vongole? Se la risposta è affermativa, e sei anche un purista, probabilmente avrai considerato "sadico" quel gesto, proprio come se quella persona stesse implicitamente prendendo a schiaffi la cucina italiana. Se invece sei aperto a ogni possibilità, magari spargere il formaggio sugli spaghetti con i frutti di mare ti è sembrata un'idea anche curiosa. Adesso, immagina invece di trovarti davanti a un piatto di cacio e pepe con l'aggiunta di tonno. La prima cosa che ti verrebbe da pensare è quella di "gridare" allo scandalo, invece c'è qualcuno che non la ritiene poi una variante così "eretica". Il New York Times, tra i quotidiani più affidabili del mondo, per la sua parte gastronomica ha proposto, tra le ricette, una bella cacio e pepe con tonno. La domanda adesso sorge spontanea e (forse) anche scomoda: quanto siamo davvero disposti ad accettare che la nostra cucina, anche quella più tradizionale e identitaria, possa essere messa in discussione?
Un'icona (non) sovvertita
La tuna cacio e pepe è una ricetta di Carolina Gelens, giornalista del New York Times. L'idea è di quelle audaci, volta a trasformare la semplicità ieratica del tridente pasta+cacio+pepe e aggiungerci qualcosa di adattabile capace di "dialogare" con gli altri ingredienti presenti. Certo, per quelli legati alle tradizioni romane, aggiungere del tonno in scatola in un piatto leggendario di sicuro è qualcosa considerato come follia, così come in generale è considerato l'accostamento del formaggio ai piatti di pesce.

Dal Nyt però mettono subito le cose in chiaro: non c'è nessuna provocazione, semplicemente unendo il pesce in questa ricetta, si va ad aggiungere una componente proteica extra. Ovviamente non è mancata l'ondata social di commenti con puristi che hanno reagito con sdegno e altri che invece hanno considerato la cosa "innovativa"e per niente malvagia.
Lo scetticismo tutto italiano nell'abbinare il formaggio con il pesce
Pesce e formaggio: è uno dei tabù più radicati e presenti dell'intera cucina italiana perché, secondo tantissime persone, non possono essere abbinati. Spesso si invoca la leggenda del "copre il gusto delicato del pesce" per giustificarne il divieto, ma più probabilmente si tratta solo di un vincolo culturale. Nel tempo, che non il formaggio non si possa mettere sul pesce, è diventata una regola non scritta, una legge quasi o un deterrente al quali pochi osano sottrarsi.

Ma prima di guardare fuori dall'Italia, dove è una cosa che si è sempre fatta, ti basta pensare che anche qui esistono ricette tradizionali in cui pesce e formaggio si abbinano. Il famosissimo baccalà alla vicentina (in cui è richiesto il grana); la stracciatella pugliese che si sposa alla perfezione nei panini con il polpo; pasta con cozze e pecorino: un classico della tradizione romana, e ancora con pasta e patate con le cozze a Napoli, dove è richiesta un'ingente quantità di parmigiano.
Alla fine la questione non si risolve con un "si" o "no". Forse più che giudicare la ricetta del Nyt, dovremo guardare quello che smuove: dubbi, conversazioni, desiderio di sperimentare. Alla fine nessuno può negarti la curiosità di scoprire nuovi sapori seppur quelli, a primo impatto, ti possano sembrare una ferita culturale.