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16 Maggio 2025 13:01

Gli effetti della celiachia: cosa succede nell’intestino del celiaco quando mangia glutine?

Cosa succede nell’intestino del celiaco quando ingerisce il glutine, proteina che ritroviamo in cibi come pasta, pane e pizza? Il dottor Simone Gabrielli, biologo nutrizionista, ci spiega cos'è la celiachia, quali sono i sintomi, i test di screening e se si può guarire.

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Come funziona il corpo di un celiaco? Con il dottor Simone Gabrielli scopri cosa succede nell’intestino del celiaco quando mangia il glutine e se davvero possiamo diventare celiaci mangiando pasta tutti i giorni. Poi: chi ha scoperto la celiachia e perché i prodotti senza glutine costano così tanto?

Che cos'è la celiachia

La celiachia è una malattia invisibile che colpisce più di 200 mila italiani. È una malattia infiammatoria cronica dell’intestino tenue, che può venire solo a chi è predisposto geneticamente e viene causata dall’ingestione di glutine, una proteina presente nella maggior parte dei cereali ma anche in tantissimi altri prodotti alimentari. Questa proteina manda letteralmente in tilt il sistema immunitario del povero celiaco.

Cosa succede tecnicamente nell’intestino del celiaco?

Quando mangiamo, il cibo subisce una prima scomposizione nello stomaco, qui, che lo trasforma in una poltiglia. Questa poltiglia poi arriva nella parte superiore dell’intestino tenue, il duodeno. Qui viene scomposta ulteriormente in piccoli frammenti in modo tale da permettere all’intestino di assorbirne le sostanze nutritive. Questo è il suo compito principale e per farlo ha bisogno di molto spazio. E, infatti, l’intestino al suo interno è formato da delle protuberanze, i villi intestinali, che servono proprio ad ampliare la superficie dell’intestino e quindi a potenziare al massimo le capacità di assorbimento dei nutrienti.
Nell'intestino ci sono anche molte cellule del nostro sistema immunitario, cioè una sorta di corpo di polizia dell’organismo che ha il compito di individuare le cellule nemiche e di eliminarle. Nello specifico, ci sono delle cellule che catturano tutto ciò che arriva (si chiamano cellule che presentano l’antigene) e lo presentano ad altre cellule che hanno il compito di decidere se quello che hanno catturato è un nemico o un amico (i linfociti T helper). Solitamente, i linfociti T helper riconoscono i componenti alimentari come “amici” e quindi non attivano gli anticorpi. Nell’intestino del celiaco, i linfociti T helper vengono “confusi” e riconoscono il glutine come un nemico, attivando il sistema immunitario. Ma come mai succede? La predisposizione genetica può essere determinata da due geni in particolare: il gene HLA DQ2 o il gene HLA DQ8 che modificano le cellule che presentano l’antigene ai linfociti t helper. Quindi, attenzione, il glutine non fa male a tutti ma solo ad alcune persone predisposte.
I linfociti T helper cosa fanno, attivano gli anticorpi che, nel tentativo di distruggere il glutine, colpiscono anche cellule e tessuti che fanno parte dell’organismo. Questo provoca un’infiammazione devastante per l’intestino, e nello specifico per i villi intestinali che a lungo andare si riducono fino ad appiattirsi. Appiattendosi perdono la capacità di assorbire i nutrienti e questo provoca i sintomi della malattia celiaca.

Sintomi della celiachia

Non è immediato diagnosticare la celiachia, anche perché i sintomi della malattia sono veramente tanti e diversi tra loro. Ma negli anni la scienza ha fatto enormi passi in avanti e oggi esistono dei test specifici che possono diagnosticarla. I sintomi tipici sono:

  • diarrea
  • dolore addominale
  • gonfiore addominale
  • perdita di peso
  • malassorbimento intestinale
  • ritardo nella crescita (nei bambini)
  • altri sintomi sono spossatezza, nausea, anemia e in generale una carenza in vitamine e minerali.

Se hai più di un sintomo tra quelli elencati potresti prendere in considerazione di fare il test per la celiachia. Si è anche visto che le persone che hanno altre malattie autoimmuni tendono a sviluppare la celiachia più facilmente. Le malattie associate alla celiachia sono la tiroidite autoimmune, la sindrome di Sjögren e il diabete mellito di tipo 1.

Test di screening

Se si ha il dubbio di avere la malattia celiaca, il medico di base potrebbe richiedere degli esami specifici del sangue per rilevare il dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale che, se rilevati, indicano la presenza della malattia. Se ci sono elevate concentrazioni di questi anticorpi, si cerca la conferma attraverso la biopsia della mucosa del duodeno per vedere lo stato dei villi intestinali.  Oltre a questo c’è anche il test della predisposizione genetica cioè vedere se ci sono i geni HLA DQ2 o DQ8.

Stiamo diventando tutti celiaci?

Dunque si può diventare celiaci se si mangia spesso la pasta? No, perché la malattia viene solo a chi ha una predisposizione genetica. Tra queste persone geneticamente predisposte, però, non tutte svilupperanno la celiachia – in Italia circa l’1% della popolazione ne è affetta. Secondo gli ultimi dati raccolti dal Ministero della Salute risulta che in Italia i celiaci siano 241.729. Ma probabilmente, sono molti di più perché spesso i sintomi non vengono riconosciuti quindi in mezzo a noi ci sono celiaci che non sanno di esserlo. Non è ancora chiaro cosa causi la malattia e perché alcuni hanno sintomi più lievi e altri più gravi. Ma la scienza ritiene che ci siano alcuni fattori ambientali che nei soggetti predisposti possono provocare la celiachia, tipo infezioni batteriche o virali dell’apparato digerente.

Piccola curiosità: tutti consideriamo la celiachia come una malattia moderna ma in realtà non è affatto così. Le prime testimonianze della malattia risalgono addirittura al neolitico, periodo che coincide con l’inizio della coltivazione di cereali da parte dell’uomo. Pensa che il primo a descrivere gli effetti della malattia fu Areteo di Cappadocia, un medico greco vissuto nel secondo secolo dopo Cristo, che documentò per la prima volta una una sindrome di malassorbimento che causava diarrea cronica e mal di stomaco.

Il collegamento tra questi sintomi e il grano però venne fatto solo nel 1944 dal pediatra Willem Karel Dicke che durante una carestia, in cui grano e farine scarseggiavano, notò l’abbassarsi del tasso di mortalità nei bambini che presentavano i sintomi di malassorbimento. I bambini celiaci stavano meglio proprio perché avevano eliminato dalla dieta i farinacei.

Si può guarire dalla celiachia?

E qui arriviamo alla dieta, che è l’unico modo che hanno i celiaci di eliminare ogni sintomo.Tra parentesi: anche chi non sta proprio malissimo dopo aver mangiato una pizza, dovrebbe seguirla perché rischia di stare male nel lungo periodo o di sviluppare altre malattie.
I celiaci infatti devono seguire una dieta ferrea priva di glutine per il resto della loro vita, il che significa anche cambiare stile di vita ed abitudini. Bisogna dire addio a frumento, grano, orzo e segale: quindi a pane, pasta, pizza, cereali e anche alla birra – a meno che non si scelgano i prodotti sostitutivi senza glutine. Ma bisogna stare attenti anche a tutti quei cibi processati che contengono glutine come additivo. Insomma, leggere sempre tutte le etichette diventa fondamentale.

Come mai i prodotti senza glutine costano così tanto?

Basta andare in un supermercato qualsiasi per notare che questi prodotti costano anche il doppio delle versioni senza glutine. Sul prezzo che vediamo al supermercato, però, non incide solo il costo di produzione della materia prima ma ci sono una serie di investimenti che le aziende devono fare per non rischiare la contaminazione dei prodotti che pesano sul costo finale: quindi procedure particolari di pulizia e controlli specifici per garantire l’assenza di glutine.

Lo stesso discorso vale per le pizzerie che fanno la pizza senza glutine: il proprietario ha dovuto investire per costruire un secondo forno dedicato esclusivamente ai celiaci e deve garantire 0 contaminazioni, il prezzo quindi aumenta.

Proprio per questo lo Stato, attraverso le ASL locali, eroga dei buoni spesa che possono essere utilizzati nelle farmacie e negozi specializzati. L’importo dei buoni cambia in base al sesso e all’età, quindi in base alle esigenze “caloriche” delle persona, e può arrivare a un massimo di 1488 euro all’anno.

Conclusione

Grazie ai test di screening è sempre più facile diagnosticare la celiachia e, allo stesso tempo, trovare cibi sostitutivi gluten free: quindi oggi anche i celiaci possono gioire davanti a una bella pizza margherita rigorosamente senza glutine.

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