Un progetto nato nel 2023 e che ha come obiettivo la ricostruzione di un ospedale nella Striscia: la Gaza Cola ha venduto già 500.000 pezzi e non ha nessuna intenzione di mollare l'obiettivo per cui è stata creata.
Può una cola salvare il mondo? Probabilmente no, ma ciò non vuol dire però che non possa contribuire. Si chiama Gaza Cola e ha un unico scopo: aiutare le popolazioni colpite dal conflitto tra Israele e Palestina iniziato il 7 ottobre 2023. I fondatori sono un gruppo di palestinesi – guidati dall’attivista dei diritti umani, regista e ora imprenditore Osama Qashoo – che hanno dato vita nel 2023 a Gaza Cola, prodotta dalla Palestine House, un centro per i rifugiati palestinesi. Come riporta The Guardian, il loro obiettivo è quello di ricostruire, attraverso i ricavati, l’ospedale Al Karama, nel nord della Striscia.
Una lattina rossa, la bandiera della Palestina che fa da sfondo alla scritta Gaza in arabo insieme a una kefiah palestinese, la sciarpa indossata come simbolo di resistenza. Così appare la bibita figlia di questo progetto che, a dispetto di ciò che si possa pensare, non si pone come una diretta concorrente della più famosa Coca Cola, ma nasce dalla volontà di partecipare al risanamento della sanità palestinese, ricostruendo l'ospedale Al Karama.
Ma anche però un messaggio verso la grande multinazionale americana più famosa in fatto di cola, invitata più volte al boicottaggio – a causa della presenza di una loro sede ad Atarot, nella Gerusalemme orientale – dal movimento Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) di cui Osama è sostenitore. Egli infatti ha affermato, come riporta il giornale inglese The Guardian, che la sua Gaza Cola vuole essere "una dichiarazione a tutte queste aziende che investono nel commercio delle armi. Per porre loro la questione della dignità […] devono svegliarsi e capire che i loro soldi, la loro avidità, stanno causando il nostro genocidio".
Un veicolo quindi per lanciare un messaggio in difesa dei suoi connazionali (Osama è originario della Cisgiordania ma vive a Londra da più di 18 anni): un compito difficile, una piccola goccia nell’oceano ma con cui però spera di poter contribuire, almeno in piccola parte, alla devastazione della sua terra.
La Gaza Cola è spedita in tutto il mondo, dal Regno Unito all’Australia, dalla Spagna al Sudafrica: alla fine dello scorso anno sono stati venduti circa 500.000 pezzi – su internet una confezione da 24 costa 30 sterline, mentre una da 6 ne costa 12. Per il momento pare che il ricavato riesca a coprire le spese di un quarto del budget previsto per la realizzazione dell’ospedale. Il traguardo quindi è ancora lontano e lo stesso Qashoo ha ammesso che non sa quando l’obiettivo sarà portato a termine, però, con la famosa speranza che è sempre l’ultima a morire, ha dichiarato: "Ci è concesso di avere immaginazione… dobbiamo sognare, altrimenti non possiamo vivere".