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31 Gennaio 2020 15:00

Finto Made in Italy: giro d’affari del Parmesan è il doppio del Parmigiano Reggiano

Secondo l'ultimo rapporto di Filiera Italia i dazi imposti dal Governo Trump hanno tagliato le gambe all'export italiano. Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma surclassati dai falsi prodotti negli Stati Uniti che sfruttano l'italian sounding. "Attacco selettivo da parte degli Stati Uniti" per l'associazione.

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L’Italian sounding è diventato un grosso problema secondo le ultime stime: i prodotti che “ricordano” le eccellenze italiane e che, di fatto, sono un falso made in Italy, hanno creato un giro d’affari pari a 100 miliardi di euro nel 2019. I prodotti originali valgono invece 42 miliardi nell’export dell’agro alimentare, meno della metà.

Per “Italian sounding” si intende un fenomeno che fa riferimento all’imitazione di un prodotto italiano o di un marchio attraverso un richiamo lessicale che fa riferimento ad una presunta italianità. Il rapporto pubblicato dal Corriere della Sera è di Filiera Italia, un’associazione che riunisce il meglio della produzione agricola nazionale che, in collaborazione con Coldiretti, ha analizzato gli effetti dei dazi sull’agroalimentare. Il centro dell’indagine sono stati Parmigiano Reggiano e prosciutto crudo, penalizzati sia dalla dogana che dai falsi “d’autore”. Il Parmesan, un formaggio a pasta dura che nell’immaginario collettivo a stelle e strisce è il nostro Parmigiano, ha venduto negli Stati Uniti ben 900 mila tonnellate di prodotto contro le 150 mila del Parmigiano Reggiano. Stessa cosa per il Prosciutto di Parma e il San Daniele che insieme raggiungono le 14 milioni di cosce. I concorrenti che non seguono Dop e Igp arrivano agevolmente a 20 milioni.

“Attacco selettivo” da parte degli Stati Uniti

Secondo Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, questi dazi farebbero molti più danni del previsto e che “siamo stati messi davanti a un ‘attacco selettivo’ riservato a quelle eccellenze del Made in Italy più imitate e contraffatte negli Stati Uniti” perché la loro produzione di parmesan e provolone da 360 milioni di chili complessiva sarebbe messa in ginocchio dalla qualità del prodotto italiano. In questa battaglia rientra anche il comparto salumi perché i dazi imposti dall’amministrazione Trump aumentano il prezzo dei prodotti del 25% sugli scaffali americani, tagliando i salumi italiani fuori dal mercato.

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Salami e mortadelle stanno raggiungendo prezzi da capogiro in America e questo inibisce il consumatore medio, con un potere d'acquisto limitato, andando a colpire fortemente l’export del Made in Italy. Stessa cosa per il prosciutto crudo, creando questo disagio perché questi tre salumi sono i più vendibili al grande pubblico.

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