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22 Aprile 2025 10:27

Earth Day 2025: lo spreco alimentare resta fuori controllo, con costi sempre più alti

I dati diffusi qualche mese fa dall'Osservatorio italiano del Waste Watcher International ci riportano un quadro a dir poco grave: gli sprechi rispetto al 2024 sono decisamente in crescita, malgrado le campagne di sensibilizzazione.

A cura di Francesca Fiore
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Sprecare 1 kg di carne è come ricaricare il telefono 360 volte, mentre buttare 1 kg di ortaggi freschi equivale a tenere per 22 ore di seguito un led da 10 watt acceso. Sono i dati diffusi da Waste Watcher International sugli sprechi energetici, focus dell'edizione 2025 della Giornata mondiale della Terra in programma il 22 aprile. "Our power, our planet” è il tema del Earth Day 2025, un appuntamento fisso ormai dal 1970, quando la Giornata della Terra venne istituita su richiesta del senatore americano Gaylord Nelson, come forma di reazione a un grave disastro ambientale causato da una fuoriuscita di petrolio in California.

Ridurre l'impatto del cibo sulla terra

Ogni volta che si butta via cibo, si sta buttando anche elettricità, insieme all'acqua e alle risorse naturali utilizzate per produrlo: è questo il messaggio da tenere a mente. Non si tratta dunque solo di un alimento finito nella spazzatura, ma di varie filiere produttive coinvolte, che producono e assorbono risorse preziose inutilmente.  Secondo uno studio Enea-Università di Bologna, il 3% dello spreco energetico nazionale è legato a quello alimentare: tutto questo da solo ci costa 4 miliardi di euro ogni anno.

Secondo i dati rilasciati a febbraio dall'Osservatorio Waste Watcher, nel corso dell’ultimo anno, ogni italiano ha gettato via in media circa 618 grammi di cibo a settimana, un dato in crescita rispetto al 2024. In totale, il valore dello spreco in Italia ha raggiunto la cifra impressionante di 14,1 miliardi di euro, con un impatto di circa 4,5 milioni di tonnellate di cibo buttate. Di queste, ben 8,2 miliardi provengono dalle famiglie.

Il report evidenzia anche il problema dell’insicurezza alimentare, ovvero la difficoltà per alcune fasce della popolazione ad accedere a cibo sano e nutriente. Questo fenomeno colpisce in modo più marcato le aree rurali e il Sud Italia, oltre che le fasce sociali più fragili. Il 10% degli italiani ha vissuto questa condizione nel 2024, con prospettive simili anche per il 2025.

Comprare meglio, questa è la chiave

Per evitare davvero gli sprechi più gravi non basta fare attenzione a quello che mangiamo e che buttiamo, ma serve andare a monte, per esempio in fase di acquisto. Abbiamo detto che produrre 1 kg di ortaggi freschi equivale a tenere per 22 ore di seguito la luce Led da 10 watt accesa: ma per gli stessi ortaggi coltivati in serra il consumo energetico sale a 5.245 kcal, abbastanza per tenere accesa la stessa lampadina per oltre 25 giorni consecutivi.

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Ed è per questo che il principio della stagionalità, per quanto possa sembrare banale, è invece una regola fondamentale da far entrare nelle abitudini dei consumatori. "Il cibo è molto più che nutrimento, è energia trasformata ed è nelle nostre mani decidere come utilizzarla – ha spiegato Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell'Osservatorio Waste Watcher International – Dietro a questa montagna di rifiuti si nasconde un'enorme quantità di energia consumata inutilmente. Scegliere alimenti freschi, vegetali, locali e di stagione significa ridurre l'impronta energetica e al tempo stesso gli sprechi nascosti per la loro produzione. Ridurre i prodotti altamente processati o surgelati è un gesto semplice, ma potente".

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Quello che i piatti non dicono
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