Piccoli e apparentemente innocui, i bollini della frutta nascondono insidie per la raccolta differenziata. Ecco dove buttarli per non sbagliare.
Quando facciamo la raccolta differenziata, spesso ci concentriamo su oggetti grandi e visibili: bottiglie, scatole, imballaggi. Ma sono proprio i piccoli dettagli a trarci più spesso in inganno. Un esempio? I bollini adesivi che troviamo sulla frutta. Quei piccoli adesivi con il marchio del produttore o il codice PLU servono per identificare il tipo di frutta, la provenienza e altre informazioni utili: ma quando arriva il momento di buttarli, dove vanno messi? Umido, indifferenziato o plastica? Siamo qui per chiarire tutti i tuoi dubbi su questo tema.
Anche se li troviamo attaccati a una mela, una banana o un’arancia, i bollini adesivi non fanno parte della frazione organica. Infatti, nella maggior parte dei casi sono realizzati in plastica, oppure in materiali sintetici con collanti non biodegradabili. Se li butti nell’umido, rischia di contaminare il compost, rendendolo inutilizzabile.
Potresti pensare di gettarli nella plastica, ma anche qui è meglio evitare: i bollini sono troppo piccoli per essere recuperati efficacemente negli impianti di riciclo, e inoltre non sempre sono fatti di materiali plastici compatibili con il riciclo meccanico.
La risposta giusta è: nell’indifferenziato. La destinazione più corretta per i bollini della frutta è il secco residuo, cioè il bidone dell’indifferenziato. È un piccolo gesto, ma aiuta a migliorare la qualità della raccolta differenziata complessiva.
Negli ultimi anni alcune aziende hanno iniziato a produrre bollini compostabili, ma per ora rappresentano una piccola eccezione. Se trovi scritto esplicitamente che il bollino è compostabile o certificato compostabile secondo gli standard europei (EN 13432), allora potresti gettarlo nell’organico. In caso di dubbio, meglio sempre optare per l’indifferenziato.