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Chiamato anche power nap, il pisolino dopo pranzo può essere per alcuni, i più fortunati che se lo possono permettere, un piacere davvero irrinunciabile. Abitudine fortemente radicata nei paesi affacciati sul Mediterraneo, Spagna in particolare, e in quelli del Sudamerica, dove la siesta è un rito irrinunciabile, si scontra con una visione più moderna che ci vuole, al contrario, sempre attivi e performanti.
Spesso, infatti, il sonnellino post-prandiale viene visto come un segnale di pigrizia e indolenza. Ma è davvero così? Si tratta di una sana abitudine, utile per affrontare al meglio il resto della giornata, oppure può avere degli effetti negativi sulla nostra digestione?
Lo abbiamo chiesto al nostro esperto di fiducia, il dottor Simone Gabrielli, che ci ha immediatamente rassicurato: "Un pisolino corto, tipo 10-15 minuti, può davvero ricaricarci e migliorare l’umore, senza rovinarci il sonno della notte". Affinché questo sia benefico e realmente efficace, però, è importante la durata e come viene eseguito. Scopriamo tutto nel dettaglio.
Perché ci viene sonno dopo mangiato?
Dopo pranzo capita a tutti: finiamo di mangiare e, come per magia, il divano diventa l’oggetto più attraente della casa. Anche detto in maniera colloquiale "abbiocco", l'intorpidimento che avvertiamo dopo un pasto, soprattutto se questo è stato particolarmente ricco e abbondante, è una sensazione molto comune, che ha diverse spiegazioni scientifiche.
"In realtà non è pigrizia, ma fisiologia: il corpo è impegnato a digerire e una parte del flusso sanguigno si concentra sull’apparato digerente, facendoci sentire un po’ più assonnati", spiega il nostro esperto.
Per scomporre il cibo e assorbire i nutrienti, una quantità significativa di sangue viene dirottata verso lo stomaco e l'intestino: questo spostamento di risorse fa sì che arrivi meno sangue al cervello, rendendo i processi celebrali più faticosi e causando una sensazione di stanchezza e scarsa concentrazione.
I benefici del riposino
Stabilito che si tratti di una sana abitudine e non di un segno di pigrizia, il riposino pomeridiano può avere diversi vantaggi in termini di salute e benessere. Innanzitutto, previene il crollo delle prestazioni e ci aiuta ad affrontare il resto della giornata con la giusta energia, concentrazione e con un miglior focus mentale.
Diversi studi scientifici hanno inoltre dimostrato che il sonnellino pomeridiano migliori le capacità cognitive e renda la mente più reattiva e creativa, mitigando gli effetti negativi dello stress. Uno dei più famosi fu condotto dalla Nasa nel 1995 ed evidenziò che un breve riposo di piloti e astronauti, di appena 30 minuti, ne migliorava vigilanza e prestazioni, aiutando a contrastare le conseguenze della privazione del sonno.
Il riposino sembra essere benefico anche per la salute cardiovascolare e per la gestione dello stress; aiutando a "resettare" il cervello e a liberarlo dalla fatica mentale, favorisce il pensiero laterale e la capacità di risolvere problemi in modo creativo. E soprattutto fa bene all'umore.
A chi è particolarmente consigliato? Ai bimbi, che necessitano di un maggior numero di ore di sonno per migliorare l’apprendimento cognitivo, gli anziani e le donne in gravidanza. Ma davvero tutti ne possono beneficiare: come abbiamo visto, infatti, il trend del power nap sta prendendo decisamente piede. Non solo durante la stagione estiva, che ci seduce con i suoi ritmi più blandi e lenti, ma anche come momento di ricarica tra la pausa pranzo e la ripresa delle attività lavorative.
Non è un caso che diverse aziende internazionali, come Google, Nike e Microsoft, abbiano abbracciato la filosofia del power nap, riconoscendo i vantaggi del sonno breve, e realizzato delle apposite stanze del riposo, le cosiddette nap room, in cui i propri dipendenti possano concedersi qualche minuto di riposo e relax, e ricaricare le batterie sia fisiche sia mentali.

Le regole del pisolino dopo pranzo
Come abbiamo già visto, un pisolino corto, di circa 10-15 minuti, può davvero aiutarci a ricaricare le pile e migliorare il tono dell'umore, senza compromettere il nostro ciclo sonno-veglia. "L’importante è non buttarsi giù subito appena finito il pasto e non trasformare quei ‘dieci minuti' in un’ora intera, perché il rischio è svegliarsi più rintronati di prima", precisa Gabrielli.
Quindi, se si aspetta almeno una ventina di minuti e magari ci si sdraia solo leggermente, sedendosi sul divano o una poltrona reclinabile, anche lo stomaco ringrazia. Questa abitudine è ancora più importante se si soffre di cattiva digestione o reflusso gastroesofageo. Per lo stesso motivo è importante evitare di coricarsi o sdraiarsi completamente dopo aver cenato, così da consentire al nostro corpo di digerire perfettamente e godere di un buon sonno profondo.
È preferibile che la siesta sia programmata tra le 13 e le 15, fascia oraria in cui il nostro orologio biologico interno è in fase digestiva e avremo un rallentamento generale delle funzionalità. Assecondare questo momento con un piccolo riposino non comprometterà la digestione, ma anzi aiuterà il metabolismo a lavorare in maniera più efficiente.
La qualità del pasto gioca poi un ruolo fondamentale. Se l'abbiocco post-prandiale è particolarmente intenso, vuol dire che questo è stato probabilmente troppo abbondante o ricco di carboidrati semplici (pasta e pane raffinati, dolci) e/o grassi.
È proprio per questa ragione che si consiglia di consumare dei pasti ricchi di carboidrati complessi, come riso, legumi o patate, durante il pasto serale: questi, avendo dei tempi digestivi inferiori rispetto alle proteine, favoriranno il rilassamento e ci aiuteranno ad avere un sonno di qualità e maggiormente ristoratore.
"Se a pranzo mangiamo leggero e bilanciato, il divano sarà un po’ meno seducente… anche se, ammettiamolo, la tentazione resterà sempre", conclude il nutrizionista. In conclusione, se fatto nel modo giusto, senza esagerare con la durata e assumendo la posizione più consona, il power nap può essere un vero e proprio alleato del benessere fisico e mentale.

Coffee nap: di cosa si tratta e come funziona
Se abbiamo deciso di schiacciare un pisolino subito dopo pranzo, quando è preferibile prendere un caffè? Meglio prima, stando a quanto ci dice la scienza: questo perché la caffeina impiega circa 20 minuti per essere assorbita e, agendo dopo un riposino breve, si avrà una maggiore sensazione di vigilanza e lucidità. A patto di dormire solo pochi minuti, senza prolungare la pausa ristoratrice.
Tale pratica è chiamata coffee nap e consiste appunto nel bere una tazzina di caffè e fare subito dopo un pisolino di circa 20-30 minuti. L'obiettivo è combinare i benefici del riposo con l'effetto stimolante della caffeina per ottenere un risveglio più energico e rigenerante.
Diversi studi e ricerche, inoltre, ne hanno dimostrato l'efficacia, associandola a un miglioramento delle prestazioni cognitive e dell'umore, con una riduzione della sensazione di affaticamento e irritabilità, e a una maggiore attenzione e concentrazione. Ovviamente questa regola vale per i consumatoti abituali di caffè e non per coloro che lo prendono di rado.