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25 Ottobre 2025 16:00

Tè, uno studio svela un problema invisibile: le microplastiche nelle bustine

Le bustine di tè rilasciano milioni di microplastiche; gli esperti consigliano tè sfuso o bustine “plastic-free” per ridurre l’esposizione a queste particelle invisibili.

A cura di Enrico Esente
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È un pomeriggio invernale, rientri a casa e decidi di rilassarti preparandoti una tazza di tè caldo. Immergi la bustina nell'acqua e ti godi quell'attimo di calma dopo una giornata impegnativa: sembra tutto perfetto. Non vogliamo “rovinarti” questo momento in cui immagini di gustare il tuo tè post-lavorativo. Ma bisogna tornare alla realtà perché, qualcuno ha scoperto che in quelle bustine c'è qualcosa di meno poetico: microplastiche, invisibili, ma presenti. A dirlo non sono stati blog qualunque, ma diversi studi tra cui quello dell'Università Autònoma de Barcelona e un altro pubblicato sulla rivista scientifica Chemosphere di Science DirectIl tutto poi è stato anche riportato da diverse testate giornalistiche tra cui il New York Times. 

La scoperta: milioni di microplastiche rilasciate dalle bustine

Chiaramente tutto questo non vuole creare panico tra i grandi puristi e degustatori di tè, devi sapere che le microplastiche si trovano in ogni cosa: anche nell'acqua che beviamo e nell'aria che respiriamo. Si tratta di nano-particelle che provengono dall'eccessivo uso di plastica che facciamo quotidianamente e che ormai ha "contaminato" tutto. Gli studi servono a evidenziare il problema e informare i consumatori sui rischi, offrendo anche consigli per ridurre l’esposizione alle microplastiche. I ricercatori, dopo aver analizzato diverse bustine di tè in commercio, realizzate con materiali come polipropilene (PP), nylon-6 e cellulosa, hanno scoperto risultati davvero sorprendenti.

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Ognuno di questi materiali rilasciano diverse particelle di microplastiche. Le bustine in polipropilene fino a 1,2 miliardi di particelle per millilitro di infuso; quelle in cellulosa rilasciano circa 135 milioni di particelle/ml; quelle realizzate in nylon-6, considerate “più resistenti”, ne rilasciano comunque oltre 8 milioni/ml. In laboratorio, il team ha esposto le particelle a cellule intestinali umane. Alcune sono riuscite ad aderire e persino a penetrare fino al nucleo, dove si trova il DNA. Questo non significa che una tazza di tè al giorno non è pericolosa di per sé. Tuttavia, esiste un’esposizione quotidiana reale e spesso sottovalutata.

Come sottolineato da alcuni scienziati intervistati dal New York Times, queste particelle potrebbero contribuire a infiammazioni, stress ossidativo e persino problemi cardiovascolari. I dati significativi sugli effetti per l'uomo sono ancora imprecisi, i ricercatori sostengono che c'è bisogno di nuovi studi per poter dare risposte certe. 

Cosa fare per evitare una sovraesposizione alle microplastiche

Tra gli studi si legge che, almeno al momento, bisogna attuare una sorta di principio di precauzione. Vale a dire che, per quanto sia possibile, ridurre l'esposizione è una scelta intelligente in attesa di certezze definitive. In sintesi, puoi certamente continuare a bere tè filtrato dalle bustine, di sicuro non dovrai rinunciare al tuo momento di relax. Per evitare un'esposizione troppo diretta, gli esperti consigliano di fare alcune scelte consapevoli. 

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Tra queste c'è la possibilità di acquistare tè sfuso (loose-leaf) e usare un "infusore" in acciaio o vetro. Se ami le bustine, cerca quelle senza plastica o con indicazione “biodegradabili” o “plastic-free”. Evita bustine “a piramide” trasparenti: sono spesso fatte di nylon o PET. Non agitare troppo la bustina nell’acqua e, se puoi, non usare acqua a temperatura eccessiva. Sono piccoli gesti, ma contano. Come conclude il Nyt, “le microplastiche sono ormai ovunque, ma non devono finire nel nostro corpo”. La consapevolezza è il primo passo: perché anche il relax può essere più pulito, se lo scegli bene.

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