
In Italia siamo piuttosto legati alle nostre tradizioni natalizie, tutte abitudini piuttosto “classiche”: decorare l’albero l’8 dicembre, il cenone della Vigilia il 24 dicembre, le calze appese al camino per attendere la Befana e tutte le usanze locali. Sono tradizioni ricorrenti più o meno in tutto il Paese, ma ne esistono tantissime, oltre i nostri confini, che sono completamente diverse da quelle a cui siamo abituati: e alcune possono risultarci davvero singolari. Oggi ti guidiamo in un viaggio intorno al mondo alla scoperta di dieci delle più particolari, curiosi e strane tradizioni natalizie, per scoprire come ogni cultura vive questo periodo di Natale in modo completamente diverso.
1. Il piatto tipico della Groenlandia non è per deboli di stomaco

Se ti dovesse mai capitare di passare il Natale in Groenlandia, o di essere invitato da un amico groenlandese, ti conviene prepararti all’idea che il pranzo tradizionale metterà a dura prova il tuo stomaco. Secondo la tradizione locale, infatti, i piatti tipici da consumare nel giorno di festa sono due: il primo è il mattak, una striscia di pelle di balena da ingoiare senza masticare perché è troppo dura, il secondo è il kiviak, carne di un uccello autoctono lasciato fermentare per diversi mesi all’interno di un pezzo di pelle di foca. Un pranzo non adatto ai deboli di stomaco!
2. Il Giappone e la cena della Vigilia…al KFC

Con tutto il cibo squisito che può vantare il Giappone, questa tradizione natalizia è sicuramente una delle più sorprenderti. Qui infatti la Vigilia di Natale, al posto di pandori e panettoni, si mangia pollo fritto, e non pollo fritto qualsiasi ma quello del fast food Kentucky Fried Chicken. Sembrerebbe uno scherzo, e invece è il frutto di una campagna di marketing ideata da KFC negli anni ’70 chiamata Kurisumasu ni wa Kentakkii (“Kentucky per Natale”) per compensare la mancanza di tradizioni natalizie in un paese in cui i cristiani costituiscono una percentuale minima. Negli anni il menu natalizio è diventato così popolare che KFC permette di pre-ordinare le cene con mesi di anticipo e di riceverle a domicilio.
3. Il tacchino ripieno di anatra ripiena di pollo della Louisiana

In Lousiana c'è una particolare tradizione di Natale che preoccuperebbe anche gli stomaci più capienti: il turducken. Si tratta di un'anatra disossata ripiena di un pollo disossato, a sua volta racchiusa in un tacchino disossato: la stessa parola turducken è una "parola macedonia" bche mette insieme le parole turkey, cioè "tacchino", duck, "anatra" e chicken, ovvero "pollo". Durante la preparazione, tutte le cavità del pollo vengono farcite con una miscela che può contenere pangrattato o carne di salsiccia molto condita. In alcune versioni, il ripieno cambia per ogni tipologia di uccello. Il risultato è un piatto di pollame a strati abbastanza solido che può essere brasato, arrostito o grigliato. Esiste anche una versione inglese che prende il nome di gooducken, in cui si sostituisce il tacchino con l'oca.
4. Il cetriolo natalizio tedesco

In Germania si usa da secoli attaccare ai rami dell'albero di Natale un cetriolo, spesso incartato con una carta dello stesso colore. L’ortaggio, infatti, viene nascosto bene perché, il giorno di Natale, viene organizzata una sorta di caccia al tesoro per i bambini: i bambini che trovano il cetriolo avranno un "bonus" di fortuna per l'anno a venire. La tradizione si è diffusa anche in alcune zone degli Stati Uniti, grazie all'immigrazione europea, dove è conosciuta come la tradizione del "Christmas pickle": si tratta in questo caso di decorazioni a forma di cetriolo che a volte contengono anche dei dolcetti.
5. Il “Caga Tio” catalano, il ciocco di legno che…espelle regali

In Spagna, anzi in particolare in Catalogna, i bambini vanno matte per una delle tradizioni di Natale più goliardica del mondo. È il Caga Tio, letteralmente lo “zio che fa la cacca”, un piccolo ceppo di legno con una sorridente faccia dipinta che espelle regali dalla sua parte posteriore. Ma i suoi regali vanno meritati: la tradizione vuole che il particolare ceppo venga esposto dall’8 dicembre nel salotto di casa e che venga “nutrito” ogni sera di bambini con noci e cioccolata fino al giorno di Natale. Solo allora, se è stato trattato bene, il Caga Tio ricompensa con torroni, caramelle, giocattoli e soldi.
6. I ravanelli intagliati messicani

Oxaca, capitale dell'omonimo stato messicano, è una delle città più affascinanti del Paese: proprio qui, il 23 dicembre si celebra la notte dei ravanelli, una gara in cui aspiranti scultori si sfidano nell'intaglio dell'ortaggio a scopo decorativo. Le raffigurazioni sono di tutti i tipi: da scene del presepe, a creature fantastiche, forme da biscotto, scritte di auguri e così via. I ravanelli che vengono intagliati sono coltivati con l'uso di sostanze chimiche cosa che li fa crescere a dismisura: meglio evitare di mangiarli.
7. L'aglio russo di Natale contro le malattie

In Russia si comincia a preparare la tavola per la cena della Vigilia di Natale subito dopo il tramonto: sulla tovaglia si mettono paglia o fieno, prodotti che saranno a loro volta ricoperti dal grano. A ogni angolo del tavolo si mette poi uno spicchio di aglio che, secondo le credenze, protegge dalle malattie. In mezzo al tavolo, invece, si colloca la kut'ja, una sorta di porridge dolce a base di grano con l'aggiunta di semi di sesamo, miele e talvolta anche di nocciole: il primo cucchiaio di questo per tradizione va al capofamiglia.
8. Svezia: il budino di riso che predice il matrimonio

In Svezia, tra una candela dell’Avvento e i biscotti allo zenzero, c’è una tradizione che aggiunge un pizzico di suspense al pranzo di Natale: il Julgrot, un cremoso budino di riso servito rigorosamente caldo. La sua particolarità? Al suo interno viene nascosta una mandorla intera. Secondo la credenza popolare, chi la trova nel proprio piatto avrà un anno particolarmente fortunato sul fronte sentimentale, e addirittura si sposerà entro l’anno successivo. Un semplice dessert che, per molti, diventa un vero oracolo romantico.
9. Slovacchia: il dolce si lancia sul soffitto

In Slovacchia e Ucraina, durante la cena della Vigilia, prende vita un rito particolare con un piatto chiamato bobalky: un dolce denso tradizionale preparato con pane, latte e semi di papavero che il capofamiglia prende con un cucchiaio e lancia verso il soffitto. Se rimane attaccato, si dice che la famiglia avrà prosperità nel nuovo anno.
10. Norvegia: la testa di pecora come piatto delle feste

Se pensi che nulla possa più sorprenderti tra i piatti natalizi del mondo, è perché non hai ancora sentito parlare della smalahove, una tradizione culinaria diffusa in alcune regioni della Norvegia. Si tratta di una testa di pecora intera, bollita o cotta al vapore e talvolta perfino affumicata. Viene servita con patate e purè di rapa e considerata una vera specialità locale. Il suo aspetto può risultare impegnativo, ma per molti norvegesi è un simbolo autentico delle festività e della cucina rurale tradizionale.
11. Islanda: lo squalo fermentato per stomaci coraggiosi

In Islanda il Natale può avere un sapore decisamente estremo. Tra le pietanze più iconiche c’è l’hákarl, carne di squalo della Groenlandia fermentata e poi essiccata per mesi. Il risultato è un alimento dall’odore pungente e dal gusto particolarmente intenso, considerato una vera "prova di coraggio" per chi lo assaggia per la prima volta. Gli islandesi lo servono durante il periodo invernale e spesso anche per i pranzi festivi, come simbolo della propria tradizione e resistenza: un boccone che non si dimentica facilmente, nel bene e nel male.