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5 Gennaio 2024 11:00

Dall’aglio alla frutta secca, cosa si metteva un tempo nella calza della befana

Prima che si diffondessero i dolci confezionati, nella calza si mettevano biscotti fatti in casa, frutta secca o candita...ma anche l'aglio. Ecco come si componevano le calze della befana un tempo.

A cura di Redazione Cucina
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L'Epifania è l'ultima delle feste del periodo natalizio ed è legata alla figura della Befana: benché la ricorrenza rappresenti simbolicamente l'arrivo dei Re Magi e la proclamazione di Gesù Cristo come figlio di Dio, l'immagine della signora anziana (molto anziana!) con la scopa è il frutto di una serie di sovrapposizioni di figure legate alle festività pagane. Ma, al di là delle radici storiche, la prima cosa che ci fa venire in mente l'Epifania è la visione di questa nonnina, che alcuni dipingono con fattezze non proprio adorabili, che porta dolciumi o carbone ai bambini, solcando i cieli a cavallo di una scopa. Ma cosa si metteva nella calza della Befana un tempo, quando non esistevano i dolciumi confezionati?

Calza della Befana: perché si prepara e cosa si metteva anticamente

La calza della befana non è sempre stata una calza: in realtà la vera Befana porta i suoi regali e il suo carbone in sacchi di iuta slabbrati che assumono la forma di calzettoni enormi, oppure nelle gerle di vimini, dipende dalle usanze locale. Fatto sta che la calza della befana è, per i più piccoli, una sorta di "esame", quasi una valutazione: se il bambino si è comportato bene durante il corso dell'anno nella calza troverà i dolciumi, altrimenti troverà il carbone oppure...l'aglio. Sì, perché anticamente, al posto del carbone, per "sgridare" simbolicamente i bambini irrequieti, si usava infilare l'aglio nel sacco dei doni. In zone particolarmente povere della Sicilia, al posto di aglio e carbone si faceva trovare un bastone. La famiglia del bambino in genere lasciava per la Befana un bicchiere di vino e un piatto con qualche boccone, spesso specialità locali. Un tempo in alcune zone si lasciavano anche delle scarpe nuove, che la Befana avrebbe potuto prendere in caso di necessità  in cambio dei doni, dato che la raffigurazione la vuole con le scarpe vecchie e mezze rotte.

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Per quanto riguarda i dolciumi, anticamente dentro la calza (o il sacco) andavano messi agrumi canditi in casa, frutta secca, biscotti sempre fatti in casa, pezzetti di torte secche, frutta fresca come le mele, fichi secchi per i più fortunati. Ma non pensate a una calza triste: per i bambini di un tempo, infatti, erano queste le vere leccornie. Nel caso in cui il bambino si fosse comportato male, nella calza avrebbe trovato meno dolciumi (o anche nessuno) e del carbone vero, o come già detto, uno spicchio di aglio.

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