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L'ipotesi era stata paventata qualche settimana fa ma ora è praticamente ufficiale. Dalla campagna olivicola 2022 uscirà appena un terzo dell'olio rispetto allo scorso anno: circa 207 mila tonnellate contro le 315 che avevano chiuso la stagione 2021. In estrema sintesi: è stata persa quindi più di una bottiglia di extravergine di oliva su tre, con annesso aumento dei costi che si riverserà poi sui prezzi al dettaglio per i clienti. È direttamente Coldiretti a lanciare l'allarme in occasione della Giornata mondiale dell'olio nuovo, pubblicando un dossier redatto dalla stessa Coldiretti assieme a Unaprol su dati Ismea in riferimento a "… un anno – si legge nella nota pubblicata – profondamente segnato dai cambiamenti climatici, fra maltempo e siccità con il moltiplicarsi degli eventi estremi, dalle tensioni internazionali con la guerra in Ucraina e dai rincari di energia e materie prime che pesano su aziende e famiglie".
Crisi dell'olio: al Sud le maggiori perdite
I cali più significativi si registrano al Sud Italia, in particolar modo nelle Regioni più vocate all’olivicoltura. Tra tutte Puglia alla Calabria, che da sole rappresentano il 70% della produzione a livello nazionale.

In Puglia, cuore dell’olivicoltura italiana, "si arriva a un taglio del 52% a causa prima delle gelate fuori stagione in primavera e poi dalla siccità" comunica Coldiretti, mentre il Salento ha dovuto fare i conti con la "… Xylella, che ha bruciato un potenziale pari al 10% della produzione nazionale". Non se la passano meglio la Calabria (-42% rispetto al 2021) e la Sicilia, alle prese con un -25%. Perdite in parte controbilanciate dagli aumenti produttivi delle Regioni del Centro Italia. In Lazio si registra un +17% mentre Umbria e Toscana si appaiano con un +27%. Situazione simile al Nord: l'Emilia Romagna cresce del 40% rispetto al 2021 mentre la Liguria si assesta sul +27%.
Poco olio e molti costi: aziende in perdita
In un contesto del genere a pagare il prezzo più alto della crisi dell'olio sono le aziende olivicole, in particolar modo quelle che producono olio extravergine di qualità. Da una parte i rincari di materie prime ed energia (+170% per i concimi, +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30%, e l'elettricità quintuplica rispetto all'anno scorso), dall'altra siccità e eventi atmosferici estremi a danneggiare ulivi e frutti. "In questo scenario – informa Coldiretti – i costi delle aziende olivicole sono aumentati in media del 50% e quasi 1 realtà su 10 (9%) lavora in perdita con il rischio di chiusura, secondo dati Crea". A pagarne le conseguenze anche i clienti finali, chiamati a mettere ulteriormente mano al portafoglio pur di acquistare un olio extravergine di oliva di qualità.