
Il pranzo che viene dalla terra: il cozido das Furnas, cotto nel cuore di un vulcano. Niente fornelli né barbecue: sull’isola di São Miguel, nelle Azzorre, il pasto si cuoce da solo grazie al calore della terra. Un’esperienza unica tra gastronomia, geologia e lentezza.
Il piatto si chiama cozido das Furnas ed è uno stufato tradizionale che cuoce lentamente per ore dentro la terra. È la geotermia a fare da chef: un calore naturale e costante che trasforma una pentola piena di ingredienti in un piatto ricco, aromatico e irripetibile. Più che una ricetta: un piccolo rito della natura.
Come funziona: il vulcano come forno
Non è il primo caso di ristorante che sfrutta l'energia di un vulcano: anche a Lanzarote, nelle isole Canarie, si cucina sulla "montagna del fuoco". Alle Azzorre, però, si cucina appunto un piatto specifico: il cozido das Furnas. Ogni mattina, cuochi e ristoratori locali si recano presso la zona delle caldeiras, un’area costellata di buche nel terreno da cui fuoriesce vapore bollente. All’interno di ognuna, vengono calate grandi pentole di metallo, ben chiuse e sigillate, piene di carne, salsicce, patate, cavoli, carote e spezie.

Una volta sepolte nella sabbia vulcanica, le pentole vengono lasciate lì per circa sei ore, coccolate dal calore costante che arriva dal sottosuolo, tra 90 e 100 °C. Nessuna fiamma, nessuna elettricità, solo la pazienza della natura.
Verso l’ora di pranzo, le pentole riemergono avvolte nel vapore. Il profumo è già un’anticipazione: ricco, profondo, terroso. E quando il cozido arriva in tavola, il risultato è sorprendente: sapori perfettamente fusi, consistenze morbide ma compatte, un sentore minerale che racconta tutta la forza della terra.
Un piatto, una storia
Il cozido non è una trovata per turisti. È una ricetta contadina antichissima, nata dalla necessità di sfruttare ogni risorsa disponibile in un arcipelago vulcanico e isolato. Oggi è diventato il piatto simbolo di Furnas, frazione di San Miguel, ma conserva un profondo legame con la comunità locale.

Ogni ristorante lo interpreta a modo suo: c’è chi usa più verdure, chi preferisce carne di manzo, chi aggiunge persino ananas locale. Ma la base resta la stessa: un piatto che cuoce senza mani, e che si serve ancora fumante e abbondante, accompagnato da pane e vino delle Azzorre. Puoi semplicemente ordinarlo in uno dei ristoranti del villaggio, oppure prenotare un’esperienza completa: dalla visita alle caldeiras al pranzo finale, passando per spiegazioni sulla geotermia, la storia del luogo e i gesti della preparazione.

Il bello? Anche da spettatore, vedere cuochi calare le pentole nel terreno fumante, con guanti e pale, è uno spettacolo silenzioso, tra geologia e teatro del cibo.
In un mondo dove tutto è accelerato, il cozido ti obbliga a rallentare: è un modo di mangiare che insegna ad aspettare, a rispettare i tempi della natura e a fidarsi del suo sapere. E a scoprire che, se lasci fare alla terra, potrebbe saper cucinare davvero bene.