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2 Dicembre 2022 12:47

Cos’è l’aringa fermentata: specialità svedese e cibo più puzzolente del mondo

Da alcuni è considerato l'alimento più puzzolente al mondo, sicuramente entra nel novero dei più nauseabondi. Si tratta dell'aringa fermentata, una specialità svedese da mangiare col naso tappato.

A cura di Alessandro Creta
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Puzzolente. Talmente puzzolente da costringere le persone a mangiarla all'aperto, ben distanti da casa. Talmente puzzolente da costringere chi la mangia addirittura a tapparsi il naso. Eppure in Svezia pare rientrare tra le specialità locali. Alla scoperta dell'aringa fermentata.

Per chi non è abituato a certi sapori mangiarla potrebbe rappresentare un'autentica prova di coraggio. A quanto pare sembra essere tra i cibi più puzzolenti al mondo, tanto da costringere i cuor (o stomaci, a quanto pare) di leone in grado di assaporarla a doverla necessariamente mangiare all'aria aperta. Perché altrimenti sprigionerebbe un odore nauseabondo in tutta la casa.

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A descriverla così sembra l'ennesima stranezza gastronomica uscita chissà da dove, magari un nuovo trend virale su TikTok. A ben vedere, però, pare si tratti di un'autentica specialità della cucina del Nord Europa, nello specifico quella svedese. Sulle sponde del mar Baltico, infatti l'aringa fermentata (chiamata pure aringa acida, ed è tutto dire) è una vera e propria prelibatezza. E pensare come il surströmming, questo il suo nome nella lingua originale, per alcuni semplicemente non è altro che aringa andata a male.

Come si fa l'aringa fermentata

L'aringa acida si ottiene, come si intende dal nome, tramite la fermentazione del pesce che popola le fredde acque del mar Baltico. Dopo la cattura le sue carni vengono chiuse in barattoli che, nel corso del tempo, arrivano anche a deformarsi per effetto dei gas prodotti dalla fermentazione (già avviata in precedenza) continua e ininterrotta dell'aringa. Il pesce viene pescato nel corso dei mesi primaverili, durante il periodo di riproduzione, dopodiché è lasciato maturare, per così dire, in barili per un quattro-otto settimane.

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La stadio successivo è quello dell'inscatolamento, assieme a una salamoia molto leggera per favorire la conservazione e non interrompere i processi fermentativi. Proprio in questa fase i gas prodotti dalla fermentazione iniziano a deformare la latta, accumulando all'interno del barattolo un odore che attende solo di essere sprigionato.

Una volta aperta l'aringa viene consumata tendenzialmente in un panino a base di tunnbröd (una tipologia di pane sottile, dallo spessore di poco maggiore rispetto alla piadina), burro o panna acida, verdure oppure patate lesse. Pare non sia raro come qualcuno, svedesi inclusi, per mangiare questa tipicità nazionale sia costretto a tapparsi il naso prima di portare il panino alla bocca.

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