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2 Novembre 2021 13:00

Cos’è il rambutan: il frutto con i “capelli sudici” per cui va matta l’Asia

Cresce su alberi che possono raggiungere anche i 30 metri di altezza ed è un frutto tipico del Sud Est asiatico. Il rambutan non sfugge sicuramente all’occhio per la presenza di aculei ricci simili a una chioma di capelli mossi. Dolce nel sapore, fa parte della famiglia del litchi. In Vietnam viene chiamato in modo decisamente particolare.

A cura di Alessandro Creta
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rambuten aperto succo polpa

Si chiama rambutan, fa parte della famiglia dei litchi, ed esteticamente sembra qualcosa uscito da un manga giapponese o, al più, da un film di fantascienza.

Arriva ancora dall’Asia l’ennesimo weird fruit di questa rubrica fatta di stranezze alimentari regalateci dalla natura. Se nelle puntate scorse vi avevamo illustrato il durian e il mangostano, solo per fare due esempi, ecco arrivare dall’altra parte del mondo un altro frutto decisamente inedito per i nostri mercati e i nostri occhi.

Che frutto è il rambutan?

Cresce su alberi capaci di arrivare a 30 metri di altezza questa pallina di un rosso vivo “protetta” da tante protuberanze. Delle spine ricurve (tranquilli, non pungono), simili a una folta chioma di capelli mossi e disordinati come si presenterebbe di mattina una volta alzati dal letto. Non a caso il suo nome, che ricorda una tecnica di arti marziali, tradotto significa per l’appunto capelli o capelli ingarbugliati.

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Ancor più esemplificativo l’appellativo dato in Vietnam a questo frutto, chiamato chôm chôm, vale a dire capelli sudici. Non proprio un nome in grado di ispirare fiducia o invogliare all'assaggio, ma se c’è qualcosa che il cibo ci ha insegnato è che fermarsi alle apparenze si rivelerebbe sbagliato. Anche in questo caso.

La particolarità del rambutan è prettamente estetica: una volta aperto infatti si presenta come un grosso chicco d’uva o appunto un litchi, in quanto la polpa tra il ceruleo e il grigiastro avvolge un grosso seme interno che, a sorpresa, risulta commestibile se tostato. Occhio però a non esagerare, gli stessi semi contengono delle sostanze (come terpeni, tannini, saponine) che in caso di largo consumo potrebbero risultare narcolettiche o tossiche. Sono necessarie analisi più approfondite per considerarli completamente sicuri per il consumo umano.

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Al di fuori di un uso prettamente alimentare, comunque, i semi specialmente in Asia vengono utilizzati per la realizzazione di saponi. Contengono infatti sostanze grasse come l’acido arachico e oleico. Del rambutan, insomma, non si butta via (quasi) niente.

Proprietà nutrizionali del rambutan

Come molti altri provenienti da questa parte del mondo si tratta di un frutto ipocalorico, con circa 80 calorie per 100 grammi di prodotto. Antiossidante, la sua polpa è ricca di sali minerali come potassio, sodio, calcio, magnesio, manganese e ferro, e contiene vitamine del gruppo A, C ed E, che ne rendono consigliabile il consumo da parte degli sportivi. Dato l’alto quantitativo di fibre è anche un alleato del nostro intestino.

Che sapore ha e come si mangia il rambutan?

Come individuare un rambutan buono da mangiare? Qualora lo troviate in qualche bottega etnica della vostra città fate attenzione al colore, deve essere brillante e senza macchie, privo di aloni marroni o nerastri. Se invece la buccia appare verde significa che il frutto non è ancora maturo. Il sapore del rambutan è molto simile a quello del litchi, dolce al palato con un retrogusto di rosa.

polpa bianca rambutan
Polpa del rambutan

Preparazioni veloci e sfiziose possono essere realizzate con la polpa del rambutan. Dalle crostatine a soffici pasticcini passando per semplici coppette di cioccolato con pezzi del frutto. Nelle regioni del Sud Est asiatico viene utilizzato anche nelle macedonie, ma non è raro trovarlo alla base di gustose marmellate o fresche creme gelatinose. In alcuni casi il suo succo viene anche utilizzato nei cocktail.

Se qualcuno si stesse chiedendo come si mangia il rambutan, in purezza, la risposta è molto semplice. Come per un litchi basterà incidere delicatamente la buccia per non intaccare la polpa e, una volta aperto in due, estrarre l’interno. Data la presenza di un grosso seme fate attenzione quando mordete questa succosa parte bianca.

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