In poche parole, un home restaurant è un'attività di ristorazione che si svolge all'interno di un'abitazione privata, piuttosto che in un locale commerciale. I proprietari di casa, spesso appassionati di cucina, aprono le porte delle loro case a un numero limitato di ospiti, offrendo loro un'esperienza culinaria unica e intima.
Gli home restaurant sono una forma innovativa di ristorazione domestica, parte della crescente tendenza della sharing economy. Si tratta di esperienze culinarie organizzate in abitazioni private, dove l’ospite paga per degustare pasti preparati dal padrone di casa. Questa formula offre un’alternativa originale ai ristoranti tradizionali, combinando convivialità e personalizzazione dell'esperienza. L'iniziativa nasce a Cuba negli anni '90 e in Italia il fenomeno degli home restaurant è ancora relativamente giovane, ma in continua crescita. Piattaforme social hanno contribuito a diffondere questa pratica, mettendo in contatto i cuochi amatoriali con gli appassionati di cucina. Sebbene nasca come occasione di un guadagno extra per i cuochi dilettanti, è ormai a tutti gli effetti un'attività ristorativa riconosciuta e tanti chef importanti stanno sperimentando questa formula. Di fatto il ristorante stellato di Felix Lo Basso a Milano può essere ritenuto un home restaurant, il primo con questo tale riconoscimento nel Bel Paese, anche se non può essere legalmente riconosciuto come home restaurant. Vediamo insieme tutti i dettagli di questa attività.
Un home restaurant è un’attività svolta da privati che, occasionalmente e su prenotazione, trasformano la propria casa in un luogo dove accogliere ospiti per cene o pranzi preparati sul momento. L’obiettivo principale è offrire un’esperienza unica, spesso legata alla cucina locale o a piatti originali. Gli ospiti non sono semplici clienti, ma partecipanti a un momento conviviale che unisce cibo e socialità.
Questi ristoranti operano attraverso piattaforme digitali specializzate o social media, che facilitano l’organizzazione degli eventi e la prenotazione. I proprietari propongono un menu prestabilito, specificando il numero massimo di partecipanti, il prezzo e le condizioni. Gli ospiti prenotano direttamente, e l’esperienza avviene in un contesto privato e informale.
In Italia, per essere conforme alle normative vigenti, l’attività deve mantenere un carattere occasionale e non configurarsi come ristorazione tradizionale; per questo motivo il succitato Lo Basso ha un home restaurant solo su carta. Le prenotazioni devono essere anticipate e tracciabili, e il numero massimo di eventi è generalmente limitato. Le disposizioni del Ministero dell’Interno rilasciate su richiesta della piattaforma Home Restaurant Hotel specificano che gli home restaurant devono svolgersi in spazi non aperti al pubblico, rivolgendosi solo a ospiti che abbiano prenotato in anticipo.
Rispetto ai ristoranti tradizionali gli home restaurant non possono operare come attività continuativa o professionale, devono fare quindi eventi occasionali e in abitazioni private. Non possono usare locali pubblici, affittare negozi o altre attività per servire la cena. Il padrone di casa gestisce ogni aspetto, dalla cucina al servizio, creando un’esperienza più intima e unica. Non deve necessariamente essere anche lo chef, può chiamare un private chef per l'evento (anche se è abbastanza inusuale).
Una delle critiche principali che i ristoratori "tradizionali" fanno a queste attività sono le regole molto meno stringenti che prefigurano gli home restaurant di "concorrenza sleale". Ovviamente la malefatta decade nel momento in cui si parla di attività occasionale: gli home restaurant possono infatti dichiarare al massimo 5.000 euro all'anno, una cifra imparagonabile a qualsivoglia attività ristorativa.
In Italia il quadro legislativo è ancora in evoluzione. È fondamentale sottolineare che l'attività di home restaurant non può essere equiparata a quella di un ristorante commerciale e, pertanto, è soggetta a limitazioni e vincoli specifici. C'è stata una legge passata anche alla Camera ma poi bocciata dall'Antitrust proprio grazie alla Home Restaurant Gotel: "L'azienda ha ottenuto il supporto del Bollettino dell’Antitrust per contrastare il Disegno di Legge DDL Home Restaurant 26/47, ritenendo che questo avrebbe
potuto limitare lo sviluppo di un settore innovativo ed emergente. Tale risultato evidenzia la capacità dell'azienda di rappresentare efficacemente gli interessi del settore, promuovendo una regolamentazione che favorisca l'innovazione e l'imprenditorialità".
Gli home restaurant rappresentano una valida opportunità economica per chi vuole trasformare la passione per la cucina in una fonte di reddito, con costi iniziali ridotti rispetto a un ristorante tradizionale.
L'idea di aprire le porte di casa per offrire un'esperienza culinaria unica e intima non è un concetto così nuovo come potrebbe sembrare. Le radici di questa pratica affondano in un passato lontano, dove l'ospitalità era un valore fondamentale e condividere il cibo era un modo per stringere legami e scambiare conoscenze. Tuttavia è negli ultimi decenni che il fenomeno degli home restaurant ha conosciuto una diffusione su scala globale, trasformandosi in una vera e propria tendenza gastronomica.
Tutto ha inizio a Cuba, negli anni '90, con le famose "casas particulares". In un contesto economico difficile, molti cubani hanno aperto le porte delle loro case ai turisti, offrendo alloggio e pasti casalinghi. Questa pratica ha rappresentato una boccata d'aria fresca per l'economia locale e ha permesso ai viaggiatori di immergersi nella cultura cubana in modo autentico.
L'onda dell'ospitalità casalinga ha poi attraversato l'oceano, raggiungendo le grandi metropoli americane. A New York, in particolare, sono nati i cosiddetti "guerrilla restaurant", eventi clandestini organizzati in appartamenti o spazi non convenzionali, dove giovani chef sperimentano con ricette innovative e creano atmosfere uniche. Questi primi esperimenti hanno dimostrato che la ristorazione poteva uscire dai soliti schemi, liberandosi dalle rigide regole dei ristoranti tradizionali. La diffusione dei social media ha ulteriormente accelerato questo processo, consentendo ai cuochi amatoriali di promuovere le proprie iniziative e di creare delle vere e proprie community di appassionati. Piattaforme come Facebook e Instagram hanno permesso di superare le barriere geografiche e di mettere in contatto persone con interessi comuni, creando una rete di relazioni che ha favorito lo sviluppo degli home restaurant.
Oggi, gli home restaurant sono presenti in molte città del mondo e si sono evoluti in diverse forme. Dalle cene tra amici agli eventi a tema, dalle degustazioni di vini alle lezioni di cucina, le possibilità sono infinite. In Italia, il fenomeno è ancora in crescita, grazie anche all'impegno di piattaforme online che mettono in contatto i cuochi amatoriali con gli appassionati di gastronomia.