
Il controfiletto di manzo è uno dei tagli più rappresentativi della lombata e uno dei più utilizzati nella cucina quotidiana e professionale. Si ricava dalla parte esterna della schiena del bovino, in posizione opposta al filetto, ed è caratterizzato da una fibra più compatta e da una presenza naturale di grasso intramuscolare, elementi che incidono in modo diretto su sapore e resa in cottura.
A differenza del filetto, che punta quasi esclusivamente sulla tenerezza, il controfiletto offre un profilo gustativo più marcato e una maggiore succosità. La marezzatura, seppur moderata, contribuisce allo sviluppo degli aromi durante la cottura e rende questo taglio più tollerante alle alte temperature e a piccoli errori di gestione del calore.
Per queste ragioni il controfiletto è spesso considerato un taglio “di equilibrio”: meno ricco della costata, ma più saporito del filetto; meno delicato, ma più versatile. È una scelta frequente per griglia e piastra, ma si presta bene anche a preparazioni in padella e a tagliate, offrendo una resa costante e risultati affidabili anche in contesti non professionali.
Com'è fatto il controfiletto e dove si trova
Il controfiletto di manzo è uno dei tagli più diffusi e utilizzati sia nella ristorazione sia nella cucina domestica. Si ricava dalla parte esterna della lombata, in posizione opposta al filetto, ed è caratterizzato da una fibra più strutturata e da una moderata presenza di grasso intramuscolare, che contribuisce in modo decisivo al suo sapore.
È un taglio che rappresenta un punto di equilibrio: meno tenero del filetto, ma decisamente più saporito; meno ricco della costata, ma più regolare e facile da gestire. Proprio per questa combinazione di caratteristiche, il controfiletto è spesso scelto come alternativa “razionale” ai tagli più blasonati, capace di offrire intensità gustativa, succosità e versatilità senza eccessi.
Nei paesi anglosassoni il controfiletto è indicato come sirloin steak o striploin, in Francia è noto come faux-filet, mentre in Germania come rumpsteak. Si tratta di denominazioni diverse che identificano la stessa porzione anatomica: la parte esterna della lombata.

Un taglio nobile della lombata
Il controfiletto proviene dalla lombata del bovino, la stessa area anatomica da cui si ricavano filetto e costata. A differenza del filetto, però, è un muscolo più coinvolto nel movimento, e questo si riflette in una fibra più compatta e in una consistenza leggermente più soda.
La presenza di grasso è uno degli elementi distintivi: non si tratta di una marezzatura abbondante, ma di una quantità sufficiente a garantire sapore e protezione durante la cottura. Esternamente è spesso presente una fascia di grasso che, se gestita correttamente, contribuisce a mantenere la carne succosa e aromatica. Classificato come taglio di prima categoria, il controfiletto è apprezzato per la sua regolarità e per la facilità di porzionatura, caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto alle cotture espresse.
Dal punto di vista nutrizionale, il controfiletto presenta un contenuto di grassi superiore rispetto al filetto, ma resta comunque un taglio equilibrato. Fornisce proteine di alta qualità, ferro facilmente assimilabile e vitamine del gruppo B, fondamentali per il metabolismo energetico.
La presenza di grasso intramuscolare, oltre a migliorare il gusto, contribuisce a una maggiore tolleranza in cottura, rendendolo meno sensibile agli errori rispetto ai tagli più magri.

Il controfiletto in cucina: il re delle cotture rapide
Il controfiletto è un taglio che dà il meglio di sé con cotture brevi e ad alta temperatura. La sua struttura lo rende ideale per preparazioni dirette, dove il calore intenso favorisce la reazione di Maillard e lo sviluppo degli aromi.
1. Cottura diretta ad alta temperatura

Griglia e piastra sono l’impiego più immediato del controfiletto. Il calore intenso favorisce una reazione di Maillard rapida, creando una crosta saporita mentre l’interno resta rosato e succoso. È una preparazione essenziale che valorizza la qualità della carne senza mediazioni: è il terreno ideale per una bistecca di controfiletto alla piastra o per un controfiletto alla griglia condito con sale e rosmarino, da servire semplicemente con un filo d’olio a crudo dopo il riposo.
2. Cottura in padella con controllo aromatico

La padella permette una gestione più precisa della temperatura e dell’aromatizzazione: la tagliata di manzo è la ricetta più classica in questo caso. Il controfiletto viene rosolato velocemente e rifinito con burro, erbe o spezie leggere, ottenendo una carne succosa con un profilo aromatico più rotondo. È la tecnica perfetta per preparazioni come il controfiletto al burro, aglio e timo, oppure una versione più “classica” come il controfiletto al pepe verde, dove la carne resta protagonista ma guadagna complessità grazie al fondo di cottura.
3. Preparazioni rapide a pezzi

Tagliato a strisce, bocconcini o fettine spesse, il controfiletto si presta a cotture lampo. La fibra compatta garantisce tenerezza anche senza marinature prolungate. In questa forma diventa ideale per piatti pratici e veloci come gli straccetti di controfiletto con rucola e scaglie di grana, oppure per bocconcini saltati in padella, ad esempio controfiletto con funghi o con verdure croccanti, dove si cerca intensità di gusto e tempi ridotti.
4. Preparazioni a crudo

Con materia prima di alta qualità, il controfiletto è adatto a tartare e carpacci. La struttura compatta consente un taglio netto e una masticazione definita, offrendo un gusto più intenso rispetto a tagli più delicati: è perfetto per una tartare di controfiletto al coltello (magari con capperi e senape delicata) oppure per un carpaccio di controfiletto condito in modo essenziale con olio, limone e sale.
5. Preparazioni farcite e involtini a cottura veloce

Affettato sottilmente, si presta a involtini e rollé a cottura rapida. La carne mantiene una buona tenuta e sostiene ripieni leggeri, diventando parte strutturale della preparazione: è il caso degli involtini di controfiletto con erbe e formaggio fresco, oppure di piccole preparazioni più sapide come gli involtini con speck e scamorza, da rosolare velocemente e servire ben caldi.
Controfiletto, filetto, filet mignon, fracosta ed entrecôte: differenze a confronto
Il confronto più immediato è con il filetto di manzo, da cui il controfiletto si distingue per una maggiore intensità di sapore e una consistenza più strutturata. Il filetto è estremamente tenero, ma anche più delicato e meno tollerante in cottura; il controfiletto, invece, offre una masticazione più decisa, una succosità più marcata e una resa più costante, soprattutto nelle cotture rapide ad alta temperatura. Il filet mignon, spesso citato nello stesso contesto, non è un taglio alternativo ma una porzione specifica del filetto, corrispondente alla parte centrale più regolare e uniforme. Rispetto a filetto e filet mignon, il controfiletto risulta meno raffinato nella texture, ma decisamente più generoso dal punto di vista gustativo e più versatile in cucina.
Accanto al controfiletto viene spesso nominata anche la fracosta, con cui viene talvolta confuso. In realtà si tratta di un taglio diverso, collocato più anteriormente, caratterizzato da una marezzatura più accentuata e da una fibra meno regolare. La fracosta è più ricca e grassa, con un sapore intenso, ma meno “pulita” al taglio rispetto al controfiletto, che rimane più equilibrato e definito.
Il termine entrecôte, infine, non indica un taglio anatomico preciso, ma una denominazione gastronomica. Tradizionalmente si riferisce a una bistecca senza osso ricavata dal costato disossato e, a seconda dei casi, può coincidere con una fetta di controfiletto o di fracosta. È quindi un nome commerciale che descrive più il tipo di bistecca che l’esatta provenienza anatomica.
Come sceglierlo dal macellaio
Un buon controfiletto si riconosce dal colore rosso vivo e uniforme, dalla fibra compatta e dalla presenza di una marezzatura fine ma visibile. Il grasso deve essere chiaro e ben distribuito, non ingiallito.
La fetta ideale è spessa almeno 2-3 centimetri, per permettere una corretta rosolatura esterna senza compromettere la succosità interna.
Scegli il controfiletto se..
- vuoi una carne saporita e succosa, grazie alla presenza di grasso intramuscolare;
- cerchi un taglio che sviluppi facilmente una superficie ben rosolata senza perdere troppi succhi;
- desideri una carne che mantenga una buona succosità anche con temperature elevate;
- cerchi un taglio versatile, adatto a bistecche, tagliate e preparazioni espresse;
- hai bisogno di una carne più tollerante agli errori di cottura rispetto al filetto.
Non scegliere il controfiletto se…
- cerchi la massima tenerezza possibile e una fibra estremamente morbida come quella del filetto;
- prevedi cotture lunghe e umide, come brasati o stufati, che richiedono una maggiore presenza di collagene;
- desideri una carne molto magra, priva di grasso visibile;
- preferisci una consistenza molto delicata e poco strutturata;
- stai cercando un taglio specifico per preparazioni a crudo particolarmente raffinate.