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29 Dicembre 2025
19:01

Come fare il brindisi: 4 regole del galateo per non sbagliare a un evento formale

Sai come fare il brindisi perfetto e perché è meglio non dire cin cin? In questa nuova puntata di "Pillole di bon ton", la nostra Melissa ti svela 4 regole del galateo per non sbagliare durante un evento formale.

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Quando fai il brindisi dici "cin cin"? Lo diciamo tutti, ma in realtà non c’entra nulla con il brindisi e non tutti sanno cosa significa davvero. Solitamente si brinda nelle occasioni speciali e durante le feste, come Natale e Capodanno, per celebrare un momento di convivialità. Ma cosa dice il galateo riguardo al brindisi?

In questa nuova puntata di "Pillole di bon ton" Melissa ti dirà da cosa deriva questa espressione e quali sono le 4 regole per fare un brindisi perfetto, soprattutto quando si tratta di brindisi formali.

Cosa significa "cin cin"

Cin cin deriva dal cinese "ch'ing ch'ing", che equivale a una sorta di "prego-prego", come risposta a un ringraziamento. Quindi non c'entra niente con la condivisione di un calice di spumante. Ma come è arrivato fino a noi? Non lo sappiamo con certezza, ma sembra sia stato portato in Europa dai mercanti inglesi che, durante il commercio del tè dalla Cina, iniziarono a usarlo per salutarsi e augurarsi una buona navigazione.

Cosa dire al brindisi?

Stando agli antichi Romani, la parola giusta per il brindisi è "prosit", si tratta della terza persona singolare del presente congiuntivo del verbo prodesse, che significa giovare: vuol dire quindi “che giovi”, "che porti bene". La usavano gli antichi Romani nelle loro libagioni, così come i preti alla fine della messa, una volta tornati in sagrestia. In Germania è una formula ancora molto usata, conseguente all'appartenenza per secoli al Sacro Romano Impero.

4 regole per un brindisi perfetto secondo il galateo

Il termine "brindisi" sembra provenire dallo spagnolo brindis, che deriva dal tedesco bring dir's, ovvero “lo porto a te”,  sottintendendo il bicchiere. Secondo il dizionario Treccani, è “l’atto di alzare il bicchiere e bere alla salute”, ma allo stesso tempo il brindisi si “declama”, accompagnandolo con parole scelte per l’occasione. Vediamo 4 regole per il brindisi perfetto.

1. Non sbattere i bicchieri

Durante il brindisi non c'è bisogno di far toccare i bicchieri per ottenere il classico rumore. Basta sollevare il calice dal gambo, per non scaldare lo spumante e sorridere incrociando lo sguardo degli altri. Sbattere i bicchieri, infatti, è considerato poco elegante, inoltre il gesto potrebbe farli scheggiare, per questo si preferisce sollevarli. L'usanza di farli toccare nasce nell'antica Roma, quando il gesto serviva a scongiurare avvelenamenti.

2. Prima si brinda e poi si beve

Sembra ovvio ma, il tempo di distrarsi, che qualcuno fa sempre un assaggio. Secondo il galateo, infatti, bisogna attendere che tutti abbiamo il calice pronto e si brinda alzandolo insieme, e poi si beve a piccoli sorsi, così da partecipare insieme a un momento conviviale. Ovviamente in un contesto di amici, può prevalere la spontaneità.

3. Chi fa il brindisi?

Nelle cene eleganti è il padrone di casa o l'ospite d'onore a fare il brindisi e gli altri seguono. Chi fa il brindisi comincia alzando il calice, facendo magari un breve discorso o un augurio, e gli ospiti rispondono sollevando anche loro i calici. Un gesto di condivisione e convivialità.

Inoltre, è importante sapere che a una cena formale non si brinda mai durante un pranzo o una cena, né tantomeno si attira l’attenzione dei presenti facendo tintinnare una posata sul bicchiere, perché segno di maleducazione.

4. Non si brinda con l'acqua

E se sei astemio? Il galateo indica cosa fare anche a chi non beve vino o altri alcolici. Per le buone maniere, infatti, nessuno deve rimanere escluso da questo momento benaugurante. La persona astemia avrà anch’essa il bicchiere con all’interno vino o il calice di bollicine, lo alzerà partecipando al brindisi, ma senza sorseggiare. Brindare con acqua, infatti, si dice porti sfortuna: una superstizione che sembra avere origine nell’antica Grecia, quando veniva impiegata durante i funerali come bevanda simbolo del mitologico fiume Lete, che trasportava le anime dei morti nel loro passaggio.

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