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1 Agosto 2020 15:00

Cocktail al tarallo, la novità dell’estate arriva dalla Puglia

Un cocktail con la granella di tarallo a cingere il bordo di un drink dagli ingredienti internazionali. L'intuizione del bar Malidea di Polignano a Mare, la città di Domenico Modugno che ha cominciato a "volare" negli ultimi anni grazie all'afflusso di turisti, attirati dalla bellezza del luogo e dalle eccellenze enogastronomiche.

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"Signore, c'è un tarallo nel mio cocktail", se passate da Polignano a Mare potreste trovarvi a dire questa frase: ma, fidatevi del barman, non lo avrà fatto per errore. Il drink al tarallo è l'ultima intuizione di Malidea, un locale sul lungomare pugliese che non è nuovo agli abbinamenti originali, tra pinsa e cocktail in particolare.

Il nome esteso del bar è proprio "Malidea – Freschi e croccanti" quindi perché non provare a portare la croccantezza in un liquido? Il cocktail è a base di tequila Ocho blanco, Mezcal peloton de la muerte, liquore Hysteria e lime; il tarallo è la coroncina esterna al bicchiere che attaccandosi al vetro esalta il colore e il sapore del liquido all'interno, un po' come avviene col sale con alcuni drink come il Margarita o birre messicane.

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L'autore è Antonio Laselva, bartender del locale che a Repubblica ha detto di voler "mettere la Puglia e Polignano in un bicchiere. Alterno i tarallini classici e quelli al calzone di cipolla, entrambi prodotti da un panificio della zona. A dire la verità l'idea originale non è neanche mia ma di un cliente che ha suggerito di sfruttare i cocktail per far conoscere i taralli ai turisti. Una sera questo cliente è entrato nel locale e mi ha chiesto un drink a base di Mezcal e così è nato questa nuova bevanda".

‘O famo strano, questo il nome del drink, non è il primo cocktail particolare ideato da Malidea perché, spiega Laselva, "mi piacciono le fusioni". Anche le pinse cercano di sorprendere i clienti ma i drink sono la marcia in più: "Nonostante tutto alla base delle mie creazioni c'è sempre la semplicità. Il cocktail diventa un'opera perché noi bartender siamo come gli chef ed il bicchiere è il nostro piatto. A me non piace far ubriacare la gente, ma farla bere bene; ci sono vie di gusto alternative a pinsa e birra o cocktail e arachidi".

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