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2 Agosto 2025 16:00

Che cos’è l’ammesca francesca: il caos geniale della napoletanità

"Ammesca francesca" è un’espressione napoletana che indica un miscuglio disordinato, spesso nato dal recupero di avanzi, come nella tradizione della pasta mista. Scopriamo insieme l'origine e il significato di questo celebre detto.

A cura di Enrico Esente
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Sarà un'espressione che probabilmente avrai sentito durante una gita a Napoli: stiamo parlando dell'ammesca francesca, una filosofia di vita tutta partenopea che merita di essere spiegata in ogni sfaccettatura. Per prima cosa bisogna fare un esempio figurato per capire bene di cosa si tratta. Immagina di avere un outfit di vestiti non abbinato o di cucinare con ingredienti che sostanzialmente non si sposano bene tra di loro. Se hai un nonno partenopeo probabilmente, in ciascuno di questi casi, ti direbbe "Staje facenn na ammesca francesca" e cioè che stai mischiando cose un po' a casaccio. Se non sei nato a Napoli, ti servirà il nostro aiuto per capire bene da cosa trae origine questo simpatico detto.

Cos’è l’ammesca francesca e qual è la sua origine

Letteralmente, nel dialetto napoletano, l'espressione ammesca francesca significa "mescolanza francese" ed esprime un miscuglio caotico e stravagante di elementi eterogenei, apparentemente senza logica ma spesso funzionale. Insomma un "miscuglio alla buona". Nel capoluogo campano viene usato spesso per giudicare negativamente accostamenti azzardati o fuori luogo e questo capita soprattutto in cucina. Può riferirsi a tante cose: una pietanza improvvisata con quello che si trova in frigo, un outfit improbabile, un progetto messo su alla meno peggio, oppure anche a una situazione talmente confusa da sembrare priva di senso. Eppure, in quell’apparente disordine, c’è sempre una scintilla di ingegno.

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Ma quindi, arrivati fin qui che cosa c'entra la Francia? Come ben saprai la città di Napoli è un crocevia di culture e usanze dovute alle varie dominazioni da parte di spagnoli e francesi. Facciamo un bel balzo indietro all'epoca dell‘occupazione napoleonica. Qui le persone che vivevano in povertà, non potendosi permettere di acquistare grosse quantità di pasta, recuperavano gli scarti che avanzavano dai sacchi dei più nobili. Questi rimasugli venivano usati per preparare minestre di legumi. Molti altri invece, con gli avanzi di pasta recuperati, si creavano delle piccole botteghe ambulanti in cui venivano venduti a un prezzo molto più basso. È da questa genialità che oggi esiste la pasta mista o, alla partenopea, "ammiscata", con la quale preparare dei veri e propri manicaretti senza tempo.

Gli avanzi di pasta che hanno dato origine ai piatti più famosi

Come dicevamo poc'anzi, grazie a questa trovata antica del mischiare vari formati di pasta, è nata la "pasta mista". Ziti, tubetti, sedanini, maltagliati: la combinazione di tutti questi permette abbinamenti tradizionali che poi sono diventati capisaldi della cucina partenopea. Pasta, patate e provola, pasta e fagioli, Pasta e lenticchie, con zucchine, cavolfiore o piselli.

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Insomma nonostante oggi si trovi facilmente in commercio, la pasta mista la puoi fare anche da solo semplicemente mettendo insieme i rimasugli dalle varie confezioni. Quando lo farai magari potrai immaginarti di essere in quella Napoli napoleonica, con tutti i suoi pregi e difetti. L'ammesca francesca è in sostanza un riflesso dell'arte dell'improvvisazione napoletana. Qui con eleganza, fantasia e adattamento, una situazione complicata si trasforma in un capolavoro. È la "scienza dell'arrangiarsi" di Eduardo, è la pizza fatta con gli avanzi, è il teatro di strada che diventa cultura.

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Quello che i piatti non dicono
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