video suggerito
video suggerito
22 Maggio 2025 11:00

Buchette sui palazzi storici a Firenze: cosa sono le “finestre del vino”

Arte, buon cibo, ma anche tanti segreti ancora da svelare: Firenze è una città magica non solo per i monumenti famosi, ma anche per ciò che cela tra le sue vie. Sono le finestrelle del vino, piccole finestrelle utili in epoca Rinascimentale (ma anche dopo) per servire calici direttamente in strada; dopo essere cadute in disuso, alcune sono tornate a vivere: ti raccontiamo la loro storia affascinante.

A cura di Martina De Angelis
0
Immagine

Firenze non ha bisogno di presentazioni: sicuramente conosci la sua ricchezza dal punto di vista artistico e culturale, il buon cibo, i monumenti e i musei unici al mondo. Ma c’è un fenomeno unico del suo genere nascosto tra le vie, che racconta di un’abitudine del passato di grande fascino e oggi tornata a vivere. Si tratta delle buchette del vino o finestre del vino, piccole aperture simile a finestrelle intagliate sulle mura di dimore e palazzi, delle vere e proprie finestre che offrivano accesso diretto al nettare degli dei.

Le finestrelle sono ad altezza d’uomo, affacciate direttamente sulla strada, per facilitare l’operazione di passaggio del vino. Immagina la scena: al calar del sole un lavoratore stanco torna a casa, incontra una buchetta, ordina un bicchiere per dimenticare le fatiche della giornata e, dall’altra parte, un servitore esaudisce il suo desiderio senza nemmeno dover lasciare il palazzo. A partire dal Rinascimento e fino circa all’inizio del ‘900, le buchette del vino sono state parte della storia fiorentina, al pare del David e di Santa Maria del Fiore.

Dopo il cambio delle leggi commerciali caddero in disuso, ma oggi stanno tornando a vivere grazie a un’associazione che le sta censendo e valorizzando e ad alcuni locali, che stanno tornando ad utilizzarle proprio come si è fatto per secoli. Ti raccontiamo tutta l’affascinante storia delle buchette del vino fiorentino e della loro rinascita odierna.

La storia delle finestre del vino

È impossibile non notare le finestre del vino passeggiando nel centro storico di Firenze, perché ce ne sono davvero tantissime. Se alleni l’occhio le individui subito: sono aperture ad altezza d’uomo caratterizzate dalla tipica forma ad arco, con cornici in pietra e spesso chiuse da una porticina di legno. Questo particolare fenomeno è nato nel corso del Rinascimento, ma con quale scopo? Facciamo un passo indietro. Nel XVII secolo i mercati europei vissero una forte instabilità che portò a una ridefinizione delle rotte commerciali internazionali e della richiesta di nuovi prodotti, con la conseguenza del declino delle attività che avevano reso potente Firenze e, con lei, di parte delle sue maggiori famiglie. Alcune grandi nobili casate come Antinori o Ricasoli (cognomi oggi strettamente legati al mercato enoico) per fare soldi passarono dalla manifattura all’agricoltura, dedicandosi per lo più alla coltivazione della vigna negli appezzamenti di proprietà fuori Firenze.

Il risultato fu la nascita di un fiorente mercato di produzione e vendita del vino, che divenne in fretta la fonte di ricchezza primaria per queste famiglie, anche grazie ai consumi importanti in città e quindi, di conseguenza, alla richiesta sempre maggiore. Ma perché non vendere i fiaschi di vino normalmente e inventare le buchette? Fu tutta una questione di tasse e di risparmio. Vedendo la crescita del commercio del vino, che per altro era di ottima qualità, le autorità concessero alle famiglie proprietarie di vitigni di integrare le loro entrate con la vendita al dettaglio del vino, esente così da tasse e gabelle.

Ecco che quindi, a partire dal 1600, comparvero le buchette del vino, facilmente riconoscibili per la loro forma di una vera e propria finestra intagliata sulle mura dei palazzi nobili. In questo modo le famiglie legate al commercio del vino potevano vendere il vino non tassato direttamente in strada e senza nemmeno uscire dalle proprie residenze. Le modalità erano due: i clienti potevano portare i propri fiaschi da riempire (in quantità non superiore a un fiasco per volta), oppure potevano ordinare un calice da bere al momento. In questo modo i commercianti potevano vendere il loro prodotto in fiasco senza dovere aprire un negozio e i clienti avevano a disposizione un ottimo vino a un prezzo di favore.

Immagine

Le finestre del vino videro crescere esponenzialmente la loro fama in breve tempo, e divennero anche uno strumento molto utile anti-contagio per continuare a vendere il vino anche durante l'epidemia di peste scoppiata nel 1630. Il successo delle buchette del vino fu tale che vennero usate per secoli ed erano ancora attive nei primi anni del 1900. La loro chiusura fu dovuta a una serie di fattori, soprattutto l’evoluzione dei sistemi commerciali, con la vendita diretta sempre più sostituita dalla vendita in negozio, e l'introduzione di normative più rigide sulla vendita di alcolici.

Così nel corso del ‘900 le buchette subirono un progressivo abbandono, ma anche una caduta nell’oblio fino al punto che, da circa metà del secolo scorso, in pochi sapevano cosa fossero e a cosa servissero quelle fessure; molte finestrelle vennero vandalizzate, altre murate o trasformate in cassette delle lettere. Ma per fortuna questa è una storia a lieto fine: grazie all’intraprendenza di alcuni fiorentini le buchette sono tornate a vivere e, in alcuni casi, anche a funzionare.

Il recupero delle finestre del vino

Quando le buchette del vino si sono “spente”, con esse è svanita anche la memoria di questa usanza tra i fiorentini: fino a qualche anno fa, se avessi indicato una di queste antiche aperture a un locale, non ne avrebbe saputo più di te. Ma qualcuno ha conservato la storia di questa fetta di storia di Firenze così caratteristica: un gruppo di persone che si sono impegnate nel recupero delle finestre, dando vita all’associazione culturale Buchette del Vino, organizzazione autofinanziata volta a preservare l’eredità e le posizioni di queste buchette.

L’associazione ha trascorso gli ultimi anni a indentificare identificare le buchette in giro per la città, restaurandole e montando targhe sotto ciascuna, grazie al sostegno dell’autorità locale. Ad oggi ne hanno registrare circa 188 su tutto il territorio del comune di Firenze, di cui 161 concentrate nel solo centro storico, ne hanno trovato circa un centinaio “scomparse”, di cui documenti ma non esistono più, e un altro centinaio in altre 37 località della Toscana, perché il loro uso si è esteso, nei secoli, dall’area fiorentina a tutto il Granducato, corrispondente più o meno alla regione attuale.

Immagine
Una finestra del vino murata

Grazie alle targhe oggi è facile identificare le buchette del vino, anzi trovarle è diventato un vero e proprio “gioco” proposto anche dall’associazione come attività; inoltre l’ente organizza anche visite guidate nel Centro Storico per scoprire le finestre del vino, e anche degustarlo tramite una di esse. E non è tutto: alcune di queste buchette, dopo essere state riscoperte e recuperate, sono tornate ad avere il loro scopo originale e grazie ad alcuni bar e ristoranti intraprendenti, servono un calice di vino ai viandanti assetati proprio come avveniva nel Rinascimento. L’idea di riutilizzare le buchette si era già sviluppata durante la pandemia di Covid, con alcuni locali che le usarono per servire del vino e aperitivi in totale sicurezza, evitando per quanto possibile il contatto diretto. Chiedi a un fiorentino, oggi, delle finestre del vino: non ci sarà più nessuno che non sa di cosa stai parlando.

Dove si possono vedere le finestre del vino

La riscoperta e nuova valorizzazione delle buchette ha creato una vera e propria attività per i turisti, che anche da soli cercano di avvistarle (e contare quante ne trovano) nel relativamente piccolo centro storico di Firenze. Come ti abbiamo spiegato, le finestre del vino sono sparse un po’ in tutta la Toscana, ma di certo la città è quella che ne conta il numero maggiore: la maggior parte si trovano in centro città e nel quartiere Santo Spirito.

Nel centro potrai ammirare le “vetrine” delle famiglie più influenti di Firenze – tra cui alcune godono ancora di una buona reputazione nella produzione di vini toscani (gli Antinori, i Frescobaldi, i Rucellai, i Verrazzano) – sulle mura dei loro splendidi palazzi o nella loro prossimità. Il quartiere Santo Spirito, invece, è da sempre stato una zona di nobili e artigiani, e poiché le finestre del vino si trovano tipicamente nelle pareti dei palazzi urbani, ne è tutt’ora piena.

Ma queste due sono solo le zone dove la concentrazione di finestre del vino è più alta: se vuoi scoprire la collocazione di tutte e conoscere anche quali sono quelle attive, tieni d’occhio il portale dell’associazione Buchette del Vino, dove c’è una mappa in costante aggiornamento riguardo le finestre di Firenze e della Toscana in generale.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views