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18 Novembre 2025
9:00

Bere caffè a stomaco vuoto fa male o bene? La risposta dell’esperto

Bere caffè a digiuno: abitudine giusta o dannosa per la salute? Quali categorie di persone non dovrebbero mai farlo e perché? Ci spiega tutto il dottor Simone Gabrielli.

A cura di Emanuela Bianconi
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Intervista a Dott. Simone Gabrielli
Biologo e nutrizionista
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Per partire col piede giusto, milioni di persone – sottoscritta compresa – hanno bisogno, al loro risveglio, dell'irrinunciabile tazzina di espresso fumante: merito, o colpa, della caffeina, sostanza alcaloide che agisce sul sistema nervoso e fornisce energia, concentrazione mentale e, soprattutto, buonumore. Ma sorseggiare il nostro caffè a stomaco vuoto è una buona o una cattiva abitudine? Meglio prima mangiare qualcosa o solo alcuni soggetti in particolare dovrebbero evitare di assumerlo a digiuno?

Abbiamo rivolto queste domande al dottor Simone Gabrielli, biologo e nutrizionista, che ci aiuta a fare chiarezza sulla questione, svelando anche qualche falsa credenza. Vediamo tutto nel dettaglio.

Quali sono gli effetti di bere caffè a stomaco vuoto?

Iniziamo subito col dire che bere caffè prima di aver mangiato qualcosa non fa male alla salute, ma può aumentare acidità gastrica e dare quella sensazione di bruciore in soggetti già sensibili. "Ad alcune persone può irritare leggermente la mucosa e provocare nausea o fastidi nella parte alta dell’addome", spiega Gabrielli.

Questo accade perché la caffeina, ma anche altri composti organici presenti all'interno del caffè, sia normale sia decaffeinato, attivano la produzione di gastrina, un ormone la cui funzione principale è stimolare la secrezione di acido cloridico nello stomaco. L'acido può irritarne il rivestimento e, in persone che soffrono di disturbi gastrointestinali preesistenti, può portare bruciore o reflusso.

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Il caffè a stomaco a vuoto fa male: bufala o verità?

"Bere caffè a stomaco vuoto non è automaticamente ‘sbagliato' e a molte persone non crea alcun problema", ci tranquillizza il nostro esperto. Un falso mito, assai diffuso, ma che possiamo finalmente sfatare. La conferma arriva anche da numerosi studi scientifici: uno in particolare, eseguito in Giappone su un campione di oltre 8 mila persone, non ha riscontrato alcuna associazione significativa tra il consumo di caffè e la formazione di ulcere gastriche e duodenali e l'insorgere di malattie da reflusso.

Come già detto, tuttavia, in chi è più sensibile la caffeina può stimolare la produzione di acido gastrico e questo può far comparire bruciore, acidità, nausea o una sensazione di “vuoto allo stomaco”. "Non perché il caffè lo ‘rovini' – sottolinea Gabrielli – ma semplicemente perché aumenta un po’ la produzione di acidi e questo può irritare lo stomaco di chi ha già disturbi gastrointestinali preesistenti".

Quali sono questi individui? "Le persone che possono avere più fastidi sono quelle che soffrono di gastrite, reflusso, sindrome del colon irritabile o che sono particolarmente sensibili alla caffeina: in questi casi bere caffè da solo, appena svegli, può peggiorare i sintomi". Se, invece, non si avverte alcun disturbo, non c’è motivo di eliminarlo.

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Qual è il momento migliore per consumare il caffè?

Non esiste un momento migliore di un altro per sorseggiare il nostro amato caffè. L'importante è evitare di berlo nel tardo pomeriggio, soprattutto chi soffre di insonnia o fatica ad avere un sonno di qualità: l'ideale sarebbe astenersi a partire da 8-9 ore prima della fase di addormentamento e concentrare i nostri caffè nella prima fascia della giornata, anche per massimizzarne le potenzialità.

Una seconda regola, suggerisce Gabrielli, sarebbe quella di aspettare almeno 30-40 minuti dal momento del risveglio. "Appena svegli potrebbe interferire col cortisolo e non avere l'effetto stimolante che speravamo. Per il resto possiamo berlo quando vogliamo".

Esistono delle associazioni con alcuni cibi (o altre bevande) che dovremmo evitare? "In generale, non ci sono ‘abbinamenti pericolosi': è più una questione di quantità, sensibilità personale e piccoli accorgimenti. Il caffè può tranquillamente far parte di un’alimentazione equilibrata", dice Gabrielli.

Chi è particolarmente sensibile alla caffeina e nota bruciore, pesantezza o anche maggiore ansia, può accompagnare il caffè con qualcosa da mangiare, come una fetta di pane, un paio di fette biscottate o qualche biscotto per "tamponare" l'acidità. In generale, e a maggior ragione queste categorie di persone, dovrebbero cercare di non esagerare con la caffeina durante la giornata, evitando di bere energy drink o altre bevande che contengono al loro interno questa potente sostanza alcaloide.

Fondamentale è anche porre attenzione a ciò che si beve: un caffè di ottima qualità, ancor meglio se specialty coffee, non provoca irritabilità, accelerazione dei battiti cardiaci e acidità gastrica. "È possibile provare diversi tipi di caffè con miscele più leggere o il caffè filtrato stile americano, per capirci, ma sempre senza esagerare con le dosi", conclude il nutrizionista.

E, infine, c'è la questione del decaffeinato, alternativa scelta da chi desidera concedersi il piacevolissimo rito del caffè, senza incorrere negli effetti collaterali che può dare la caffeina. Questo viene trattato, infatti, con soluzioni chimiche che lasciano almeno 10 milligrammi di caffeina per tazzina, una quantità davvero ridotta rispetto a un normale espresso.

Può capitare che lo si scelga anche perché convinti che possa farci meno male a livello gastrico. Sbagliato: una tazzina di deca è più acida di quella normale, quindi sconsigliata se si soffre di acidità o problemi gastrointestinali.

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A cura di
Emanuela Bianconi
Giornalista professionista dal 2013, ho una Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo e un Master in Gestione della produzione cinematografica e televisiva. Sono una grande appassionata di tematiche legate al benessere e promotrice di un'alimentazione sana, naturale e "consapevole”, argomenti di cui scrivo su Cookist.
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