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29 Novembre 2022 15:00

Antibiotici animali: in Italia -51% in 10 anni ma ne usiamo comunque troppi

Nell'ultimo decennio l'Italia ha ridotto più della metà l'utilizzo di antibiotici ma nonostante ciò si piazza sul podio europeo dei Paesi che ne fanno più uso. Davanti a noi solo Polonia e Spagna. I numeri del rapporti dell'Ema.

A cura di Alessandro Creta
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In un lasso di tempo che va dal 2011 al 2021 in Italia l'utilizzo di antibiotici negli allevamenti è calato di oltre il 50%, nonostante questo rimaniamo sul podio dei Paesi che in Europa ne usano di più. È in estrema sintesi quanto emerge dal recente rapporto stilato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) sul consumo di antimicrobici veterinari nell'Ue/See. Nell'ultimo decennio, in tutto il Continente, le vendite di antibiotici destinati agli animali sono calate del 47% (considerando i 29 Stati membri dell'Unione, ai quali sono aggiunti Svizzera e Regno Unito), con l'Italia a registrare una diminuzione addirittura del 51% rispetto al periodo precedentemente calcolato. Eppure nel nostro Paese ancora si fa largo uso di medicinali, al punto che solamente Spagna e Polonia ci precedono nelle vendite occupando le prime due posizioni di questo non felice e poco onorevole podio. Non solo, in rapporto alla popolazione animale negli allevamenti, lo Stivale si piazza dietro la sola Polonia. I dati, come comunica l'Ema, mostrano comunque "… progressi verso il raggiungimento degli obiettivi" in riferimento al Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, adottato nel 2017.

Ema: cosa dice il rapporto sull'uso di antibiotici

"Questo rapporto – si legge nello studio pubblicato – si concentra sul consumo di medicinali veterinari antibiotici (VMP) a livello europeo e analizza le tendenze che ha seguito dal 2010″. Si specifica come questo rapporto, inerente il secondo decennio di questo millennio, sia stato "… leggermente modificato rispetto a quello degli anni precedenti al fine di concentrarsi sugli indicatori primari e secondari del consumo di antimicrobici (più specificamente antibiotici) negli animali da produzione alimentare".

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Inclusi nel rapporto i cavalli, esclusi invece gli animali da compagnia. Le penicilline risultano la classe di antibiotici più venduta, rappresentando il 31,2% dell'indotto complessivo. Stando ai dati che i Paesi hanno fornito nel periodo 2011-2021, le vendite complessive di antibiotici veterinari sono diminuite del 47% in questo intervallo, raggiungendo il valore più basso mai registrato. Meno di tre anni fa inoltre l’Italia ha avviato un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari, con dati anche a livello di allevamenti, che rappresenta un “… passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica”, fa sapere Ema.

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