
Anna Zhang, 32 anni, milanese di origini cinesi, ha vinto la 14esima edizione di Masterchef Italia. Ex sales manager nel settore moda, ha deciso di lasciare il lavoro stabile per inseguire la passione per la cucina. In un’intervista rilasciata a Fanpage.it ha spiegato cosa è accaduto dopo il trionfo televisivo: un percorso fatto di scelte coraggiose, rifiuti a ristoranti stellati e un futuro che punta a un progetto personale, tra arte e gastronomia. Ecco che cos'ha raccontato.
Il libro e il rifiuto delle brigate
Subito dopo la vittoria, Zhang si è concentrata sulla scrittura del suo primo libro di cucina, che raccoglie non solo ricette ma anche la sua storia personale. Parallelamente, sono arrivate diverse proposte di lavoro da ristoranti di prestigio, che però ha deciso di non accettare. "Se avessi voluto entrare a far parte di una brigata, non avrei avuto bisogno di passare da Masterchef. Quello che mi interessa è la comunicazione, arrivare a un pubblico ampio, magari con un programma divulgativo tutto mio".
Il percorso di Anna non è quello tipico di chi sogna di diventare chef. Lei stessa ammette di non essere mai stata una cuoca quotidiana, quanto piuttosto una ricercatrice dell’estetica del piatto, dove arte e cucina si incontrano. “Non sono mai stata una che cucina tutti i giorni, mi sono concentrata di più sulla parte estetica. Quando compongo un piatto mi lascio ispirare dall’arte, soprattutto dall’Impressionismo, che influenza molto la mia visione di cucina".
A differenza di altri ex concorrenti che hanno lamentato poche opportunità lavorative dopo il talent, Zhang interpreta l’esperienza come una palestra che le ha dato strumenti e visibilità, senza aspettative irrealistiche: "Se vai lì pensando che poi ti chiameranno per forza in un ristorante, sbagli. Io l’ho vissuto come una scuola e come una sfida personale. Non mi aspettavo offerte, eppure sono arrivate".

La scelta di non entrare subito in brigata non è casuale, ma risponde a un’indole indipendente e a una formazione manageriale che l’ha portata a dare priorità alla leadership personale. Spiega: "La gavetta la farò quando sarà il momento giusto. Ho sempre avuto un forte spirito di leadership: prima ero una manager e ho bisogno di coltivare la mia individualità. Uno stipendio sicuro dà stabilità, ma io preferisco costruirmela da sola".
Il progetto dell’oasi immersiva
Oltre alla carriera televisiva e ai libri, Anna guarda avanti con un sogno concreto: aprire un luogo che non sia solo un ristorante, ma un’esperienza immersiva tra cucina, natura e arti diverse. “Non lo chiamo più sogno ma desiderio, perché è un progetto concreto – ha raccontato la giovane cuoca – Per questo ho iniziato il corso di formazione all’Alma, l’Accademia Internazionale di Cucina Italiana.”
Il rapporto con i giudici
Dopo la vittoria, non ha più avuto contatti con Locatelli, Barbieri e Cannavacciuolo, ma non lo vive come un problema. Anzi, per Zhang si tratta di una scelta coerente con l’impostazione del programma. "È giusto così, non diventano nostri amici ed è corretto che restino imparziali. Non ci sono rimasta male, magari in futuro accadrà. In realtà ammiro tutti e tre, ma la mia visione è totalmente diversa dalla loro".

Cucina, moda e cinema
Infine, Zhang difende con convinzione la sua partecipazione al Festival di Venezia, dove qualcuno aveva criticato la presenza di una chef sul red carpet. Per lei, la cucina è un’arte e non deve avere confini. “Credo fosse coerente. La cucina è un’arte, e nell’oasi che sogno vorrei unire più arti: musica, pittura, cinema. Perché un cuoco, che è un artista a tutti gli effetti, non dovrebbe poter fare un red carpet? Un giorno mi piacerebbe provare la recitazione, chef donne al cinema ancora non se ne sono viste".