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1 Dicembre 2019 9:50

Alessandro Ingiulla, il primo stellato di Catania: “La materia prima, prima di tutto”

Alessandro Ingiulla, chef del ristorante Sapio, a 26 anni è diventato il primo chef stellato di Catania. Alle pendici dell'Etna il suo ristorante ha conquistato lo scorso anno gli ispettori della Guida Michelin e li ha riconquistati in questa edizione grazie ad una proposta fortemente legata al territorio e una cucina dall'influenza francese. “Il riconoscimento è stato importante per noi ma anche per la città di Catania. I nuovi input dalla Sicilia, come da tutto il Meridione, stanno dimostrando come si possa fare tanto nelle nostre zone”.

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“Il connubio tra sapere e sapore che da’ origine al gusto”, questo è il tag-line di Sapio, il ristorante di Alessandro Ingiulla, la prima Stella Michelin della città di Catania. Un locale piccolo, elegante ed essenziale con 18 coperti realizzato da Daniele Ingiulla, architetto fratello di Alessandro, e completato da elementi di design creati da artigiani locali. Una sfida di famiglia a Catania, perché nel locale di Alessandro, oltre al fratello c’è la mano della compagna, Roberta Cozzetto, maître del ristorante; senza considerare che l’olio usato dallo chef è homemade, con ulivi coltivati sui terreni dei nonni.

Un gioiellino dunque, in una Sicilia, che trascinata dal trio Sultano-Cuttaia-Assenza e da una nuova generazione di chef, si sta imponendo nel mondo dell’alta ristorazione urlando al mondo la propria bellezza: “Il riconoscimento è stato importante per noi ma anche per la città di Catania. I nuovi input dalla Sicilia, come da tutto il Meridione, stanno dimostrando come si possa fare tanto nelle nostre zone”. Un mercato, quello del food, difficile ma in forte sviluppo come racconta Ingiulla: “La nostra generazione ha tanta voglia di imparare, vuole attrezzarsi e per farlo ha bisogno di fare esperienza. Vale lo stesso per i clienti: hanno bisogno e voglia di essere educati all’alta cucina e si aspettano un piatto diverso, qualcosa di nuovo e mai provato”.

Ingiulla, dalla dall’Etna a Cannes e ritorno

Una formazione partita da bambino, come ci racconta: “Ho cominciato al ristorante di amici di famiglia a 12 anni e già nelle estati successive ho cominciato a girare, soprattutto fuori dalla Sicilia”. Ingiulla non ha fatto un percorso “classico”, verso le cucine più note, ma si è formato in Italia per poi spostarsi in Grecia ed in Austria, all’Hotel Wulfenia. Arriva poi il grande salto, dal Due Stelle Michelin Sébastien Broda e l’influenza dello chef di Cannes si vede tutta: territorialità, numerosi cambi di menu e ricerca della semplicità. Determinazione e sacrificio sono stati il carburante per questo ragazzo che fin da piccolissimo ha visto chiara la strada, una strada che a 26 anni lo ha premiato con la Stella Michelin e che non accenna a fermarsi.

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Le tre “S” della cucina di Ingiulla: Sapore, Sapio e Sorpresa

Tecniche tradizionali unite alla grandezza delle materie prime offerte dall’Etna, ma anche alle innovazioni acquisite da Broda e dalle altre esperienze in giro per l’Europa, rendono la cucina di Ingiulla unica nel suo genere: una tela bianca su cui dipingere le proprie idee. “Propongo una cucina abbastanza semplice, ma complessa allo stesso momento” continua lo chef: “L’importanza primaria è per la materia prima. Non ammetto distrazioni. Dobbiamo valorizzare al massimo ciò che utilizziamo nel piatto e in qualche modo far vedere ciò che si può fare, anche con una semplice patata, grazie alla tecnica”. A tal proposito il suo piatto simbolo e quello a cui è più legato fotografa alla perfezione la sua ideologia: “Lo spaghetto al pomodoro, in cui questo elemento è quello principale. Lo spaghetto è freddo, cotto in acqua di pomodoro e mantecato con l’olio extravergine per dargli un sapore vegetale”.

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La passione per l’olio è tale che sul sito del ristorante c’è una sezione dedicata, ma l’emozione per questo condimento traspare anche dallo stesso chef: “L’olio per noi è un tassello importante. Lo facciamo noi, nei terreni di famiglia con piante di oltre 100 anni, ad un’altezza di circa 700 metri, alle pendici dell’Etna. Sono molto fiero del nostro olio, che abbiamo chiamato Elaìa in onore dell’ulivo millenario piantato a Santa Maria di Licodia, che secondo la leggenda è il più antico d’Italia”. Sul retro dell’etichetta, una dedica speciale “Ai miei nonni, che hanno lasciato questa preziosa eredità”.

Il menu proposto da Ingiulla è variegato, tre le possibilità di scelta oltre alla carta: Sapore, Sapio o Sorpresa. La prima proposta prevede antipasto, primo, secondo, pre-dessert e dessert. Il menu Sapio è più corposo, con due antipasti, un primo (il celebre Risotto “Riserva 7 anni”, mantecato al Ragusano DOP, cardamomo, sugo all’aglio nero), un secondo, il pre-dessert ed il dessert. L’ultimo menu è letteralmente una Sorpresa, perché sono 9 portate a discrezione dello chef.

L’importanza del racconto, affidata all’amore della vita

Un amore nato tra i banchi di scuola grazie alla stessa idea di ristorazione quello tra Ingiulla e Roberta Cozzetto, la maître di Sapio. Appassionata e determinata, una donna solare che accompagna i commensali nel viaggio proposto dal suo compagno riuscendo a connettere perfettamente cucina e sala. Se Alessandro Ingiulla è la mente e il braccio del ristorante, Roberta Cozzetto è sicuramente la bocca che racconta i piatti dello chef.

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Via Messina 235, Catania
tel. 095 097 5016
sapiorestaurant.it

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Quello che i piatti non dicono
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