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25 Luglio 2022 16:05

A Pompei rinasce il vino dei Romani: il Parco avvia la coltivazione biologica delle vigne

Gabriel Zuchtriegel, direttore del noto Parco Archeologico, è alla ricerca di un partner privato per la cura delle vigne pompeiane e la realizzazione del vino. In gran parte prodotto in modalità biologica.

A cura di Alessandro Creta
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Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, cerca un partner privato per curare le vigne e produrre il vino degli Scavi. Anche Pompei, quindi, avrà il suo vino. Per la precisione, vino bio.

Nei terreni circostanti il noto polo archeologico verranno coltivati 5 ettari in regime biologico, rinsaldando il legame tra il territorio, noto a livello mondiale per gli scavi, e la sua cultura enoica, di cui i Romani si fecero tra i promotori originari.

Di fatto furono loro i primi, per ovvi motivi, a coltivare secondo principi biologici, e ora a Pompei si vuole dare nuovo lustro a tecniche di coltura tipiche dell’antichità.

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Nello specifico ai vigneti già presenti di Regiones I e II di Pompei e nel sito di Villa Regina a Boscoreale sono stati aggiunti circa 5 ettari di vigna destinati alla coltivazione biologica. Porzioni di terreno gestite “…biologicamente e nel rispetto e interpretazione aggiornata delle tecniche e modalità di coltura del mondo antico” fanno sapere dal Parco Archeologico campano.

A Pompei un’azienda agricola biologica

Da questi ettari vitati, di fatto, nascerà il primo vino bio prodotto dal Parco di Pompei. Il tutto tramite la creazione di un’azienda agricola specifica alla quale verranno affidati i filari pompeiani. Solo pochi giorni fa, infatti, il Parco Archeologico ha pubblicato un bando (in scadenza il prossimo 26 agosto) per la co-gestione delle vigne (già presenti e future) e l'affidamento del ciclo produttivo del vino. I vigneti verranno impiantati nelle aree archeologiche di Pompei, Stabia, Boscoreale e presso il Polverificio Borbonico di Scafati nelle forme di allevamento a palo, alberello e a spalliera su terrazzamenti, con particolare attenzione al rispetto e alla tutela del paesaggio.

La catena di produzione e affinamento del vino sarà mantenuta all’interno del Parco Archeologico. L’invecchiamento delle bottiglie, invece, avverrà nella Grotta di San Biagio a Castellammare di Stabia.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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