
Pilastro della dieta mediterranea e simbolo della nostra tradizione gastronomica, la pasta è con molta probabilità il piatto più amato dagli italiani. Anche uno dei più discussi e demonizzati, però: accusata di fare ingrassare, soprattutto se consumata nelle ore serali, gonfiarci o innalzare la glicemia, è tempo di fare chiarezza e sfatare i falsi miti che la riguardano con il prezioso contributo del dottor Simone Gabrielli, biologo e nutrizionista.
Iniziamo subito col dire che la pasta è una delle principali fonti di carboidrati complessi, macronutriente – al pari di proteine e grassi – fondamentale per la nostra salute: fonte energetica di pronto utilizzo, rappresenta letteralmente la nostra benzina e ha la funzione specifica di nutrire muscoli, organi e cervello. Si tratta quindi di un alimento assai benefico, che non va mai eliminato, ma piuttosto selezionato con cura e inserito nelle giuste frequenze e nei momenti più opportuni.
Oltre a regalarci grande energia sia a livello fisico sia mentale, la pasta ci regala sazietà, appagamento e, se ben abbinata, anche una migliore stabilità glicemica. Infine, aspetto che non va assolutamente sottovalutato, ha una valenza sociale e ci mette di buonumore. Grazie all'ottimo contenuto di triptofano, aminoacido essenziale precursore della serotonina, un buon piatto di spaghetti stimola le endorfine e il benessere mentale.
Dalla convinzione che sia il nemico numero uno del girovita fino alla credenza che quella senza glutine sia l'opzione migliore, ecco tutte le fake news sulla pasta. Smontate una a una.
1. La pasta fa ingrassare

"Assolutamente no: la pasta non fa male e non fa ingrassare, anzi è una fonte eccellente di carboidrati complessi, carburante principale per il nostro corpo e il nostro cervello", ci spiega Gabrielli. In ambito nutrizionale non esiste alcun cibo che faccia dimagrire o ingrassare: ciò che conta è il contesto, il timing, le frequenze di consumo e il conteggio calorico nella sua totalità.
Nel caso della pasta, a fare davvero la differenza, sono le quantità, diverse da persona a persona e che variano in base al proprio stile di vita e dispendio energetico; altrettanto importanti sono i condimenti con cui questa viene arricchita – un conto è un sughetto espresso a base di pomodorini, completato con una leggera spolverizzata di grana grattugiato, e un altro è una ricca e goduriosa pasta ai quattro formaggi – ed eventuali abbinamenti troppo sbilanciati o calorici.
2. La pasta non può essere mangiata tutti i giorni

Falso: la pasta può essere mangiata tutti i giorni, anche più volte al giorno. Nutriente e appagante, si tratta di un alimento che ci regala una piacevole sazietà e soddisfazione ed è quindi particolarmente indicata per chi sta seguendo una dieta dimagrante. Specialmente se integrale, apporta una buona quantità di fibre solubili, dona maggiore stabilità glicemica e migliora la regolarità intestinale.
A fare la differenza, come già detto, sono soprattutto le quantità e i condimenti con cui questa viene arricchita. Quali sono le dosi corrette? "Queste variano in base all’età, al livello di attività fisica e agli obiettivi personali, ma in generale si parla di circa 70-100 grammi di pasta secca a seconda della persona e del fabbisogno energetico", precisa il nostro esperto.
Stabilito che mangiare pasta tutti i giorni non faccia assolutamente male alla salute, il consiglio del nostro nutrizionista resta comunque quello di variare il più possibile le diverse fonti glucidiche: questo aiuta a diversificare i nutrienti, i profili di fibra e i sapori, rendendo l’alimentazione più completa e interessante. Se, per esempio, mangiamo un piatto di pasta a pranzo, possiamo inserire una porzione di riso, pane o patate a cena: in questo modo assicuriamo al nostro organismo il maggior quantitativo possibile di micronutrienti.
3. Al dente fa dimagrire

Più cuociamo un alimento e maggiore sarà il suo indice glicemico, e quindi una pasta cotta al dente avrà senz'altro un impatto glicemico inferiore rispetto a una stracotta. Lo stesso discorso vale anche per le altre tipologie di carboidrati: del pane raffermo o una porzione di patate, lessate e lasciate raffreddare, avranno un effetto differente sulla glicemia rispetto al pane fresco o a un purè caldo. Si tratta, però, di differenze davvero minime e che possono avere un senso solo tecnico: ai fini di un dimagrimento e del nostro benessere, non incidono in maniera significativa.
"È più utile preoccuparsi di fare un pasto completo con verdure, proteine e grassi buoni, che non fissarsi con dettagli", puntualizza il nostro esperto. Affinché il pasto sia equilibrato e ben bilanciato, è importante che il nostro primo piatto sia accompagnato da una porzione abbondante di vegetali, una fonte di proteine dall'elevato valore biologico (carne, pesce, uova, formaggi o legumi) e una lipidica, come l'olio extravergine di oliva (preferibilmente a crudo).
In questo modo avremo un controllo migliore e più stabile a livello glicemico, maggiore sazietà e focus mentale. Un pranzo o una cena troppo sbilanciati e a base di soli carboidrati, per esempio, porterebbero a picchi glicemici, sonnolenza e ci esporrebbero a un rischio maggiore di craving da zuccheri. Sono quindi gli abbinamenti a fare davvero la differenza, non il fatto che sia più o meno scotta.
4. Gli spaghetti sono il formato migliore se si è a dieta

E qui ci riallacciamo sempre al discorso dell'indice e del carico glicemico. Sembrerebbe che l'indice glicemico della pasta lunga, e quindi spaghetti, bavette, linguine e così via, sia leggermente inferiore rispetto a quello del formato corto. Si tratta, tuttavia, di una differenza irrilevante, niente che possa essere effettivamente decisivo a livello di dimagrimento.
5. La pasta senza glutine è più sana

"No: se non hai un’intolleranza vera e diagnosticata, non ha nessun vantaggio. Spesso ha un profilo nutrizionale peggiore e meno fibre", sentenzia Gabrielli. Purtroppo un numero sempre maggiore di persone sceglie di consumare pasta e altri prodotti gluten free perché convinto che siano più salutari e possano portare a un effettivo dimagrimento.
La verità è totalmente diversa: questi alimenti presentano generalmente un profilo nutritivo di più scarsa qualità, un minor quantitativo di fibre vegetali e sono tendenzialmente più calorici e ricchi di oli, grassi e zuccheri (in quest'ultimo caso parliamo dei prodotti da forno e ultra-processati). Il glutine, proteina contenuta in diversi tipi di cereali, contribuisce ad abbassare l’indice dell'alimento e anche del pasto nel suo complesso, e quindi i prodotti in cui questo è assente presentano un maggiore indice e carico glicemico.
Se non si è celiaci o intolleranti, quindi, non ha alcun senso eliminare il glutine e optare per la pasta gluten-free. Piuttosto, è importante che sia di ottima qualità e selezionata con cura: scegliamola preferibilmente integrale, trafilata al bronzo e proveniente da agricoltura biologica; oltre ad avere maggiori garanzie sull'integrità del chicco (senza aggiunte successive), siamo certi che il grano non sia stato trattato con pesticidi.
6. Mangiare la pasta di sera fa ingrassare

E così anche qualunque altra fonte di carboidrati complessi. Sbagliatissimo: non esiste un momento migliore di un altro per gustare il nostro bel piatto di pasta e consumarla nelle ore serali non ci farà certamente aumentare di peso. "Ciò che conta è il bilancio energetico complessivo della giornata, non l’orario in cui si mangia", prosegue Gabrielli.
E non solo: grazie all'ottimo contributo di triptofano, aminoacido essenziale precursore della serotonina, manganese e di altri preziosi micronutrienti di cui è ricca, stimola le endorfine e favorisce il buonumore e il rilassamento, migliorando la qualità del sonno.
Per questa ragione, se si soffre di insonnia, si sta vivendo un periodo di grande stanchezza fisica o mentale oppure se si ci si allena nelle ore serali, il consiglio è quello di consumare una porzione di pasta, cereali o altri carboidrati complessi proprio a cena. A patto, ovviamente, di evitare condimenti troppo ricchi e laboriosi che finirebbero per affaticare i processi digestivi.
"La verità è semplice: non c’è niente di sbagliato nella pasta. Anzi, inserita in una dieta varia e bilanciata, può tranquillamente fare parte di un’alimentazione sana, anche ogni giorno. Il problema non è la pasta: sono i condimenti esagerati, le porzioni fuori misura e le diete squilibrate", conclude il nutrizionista.