Se ti è mai capitato di acquistare un hamburger confezionato al supermercato, probabilmente ti sei trovato davanti a un dubbio molto comune: quella pellicola sottile, quasi trasparente, attaccata da un lato della carne, va tolta oppure puoi cuocere tutto così com’è? Se te lo sei chiesto almeno una volta, sappi che sei in ottima compagnia. E no, non è una domanda banale: la risposta incide sulla qualità della cottura e sulla salute.
La carta che c'è sull'hamburger va tolta prima della cottura oppure no? Sì, la pellicola va tolta. Puoi cuocere l'hamburger con il suo "involucro" solo se c'è la carta forno, in grado di resistere alle alte temperature. In tutti gli altri casi è meglio cuocere l'hamburger senza sovrastrutture sia per una questione gustativa, sia per una questione di salute riducendo le microplastiche assunte mangiandolo.
Partiamo dall'inizio: quella che spesso trovi attaccata all’hamburger confezionato non è un errore del macellaio né un eccesso d’attenzione del produttore. Si tratta di un sottile strato di pellicola plastica alimentare, chiamata in gergo “film separatore”. Il suo compito è puramente tecnico: impedisce che due hamburger confezionati insieme si incollino tra loro, mantenendone la forma e facilitando la porzionatura. Spesso è presente sia nei prodotti industriali sia nei burger preparati artigianalmente e venduti in confezioni multiple. A differenza delle pellicole trasparenti che usi per conservare il cibo in frigo, questa è più rigida, talvolta opaca, ma altre volte talmente sottile e aderente da essere quasi invisibile. Ed è proprio per questo che può capitare di dimenticarsene e cuocerla insieme alla carne. Ma è un errore da evitare.
La risposta breve alla domanda "devo togliere la pellicola dall’hamburger" è sì, sempre. Il film separatore non è pensato per la cottura: non è commestibile, non è resistente alle alte temperature e, se esposto al calore, può rilasciare sostanze indesiderate, oltre a compromettere la qualità della carne. Cuocere l’hamburger con la pellicola ancora attaccata significa rischiare di ottenere un lato "bollito" invece che ben rosolato, perché la superficie della carne non entra in contatto diretto con la piastra. Il risultato? Nessuna reazione di Maillard, meno sapore, e consistenza gommosa. Non proprio il massimo per un burger ben fatto. Inoltre, lasciare la pellicola potrebbe causare odori sgradevoli durante la cottura. Alcuni materiali plastici, infatti, non reggono le temperature superiori ai 100-120 °C, e le griglie o le padelle per hamburger raggiungono facilmente i 180-200 °C. Il rischio, oltre alla delusione a tavola, è quello di contaminare leggermente il cibo con particelle indesiderate, anche se minime.
Un'altra cosa che può esserti utile sapere: la presenza del film non è un segno di scarsa qualità. Anzi, molte aziende alimentari e macellerie lo usano proprio per preservare l’integrità del prodotto e facilitare il confezionamento. È una questione di praticità, non di trascuratezza. Ma tocca a te fare l’ultimo passaggio, prima di accendere i fornelli. Ricorda: per ottenere un hamburger perfetto, non basta scegliere la carne giusta e cuocerla nel modo corretto. Serve attenzione anche ai piccoli dettagli, come appunto la pellicola. La superficie della carne deve essere libera di entrare in contatto diretto con la fonte di calore per creare quella crosticina deliziosa che rende ogni morso davvero soddisfacente.