
A metà tra un esperimento commerciale e un’operazione d’immagine, Tesla ha inaugurato il suo primo diner ufficiale a Los Angeles. Il progetto, fortemente voluto da Elon Musk, nasce in una delle capitali mondiali del food culture popolare: Hollywood. Non è un semplice ristorante e nemmeno una classica stazione di servizio: è un ibrido tra drive-in anni ’50 e un hub tecnologico per la ricarica dei veicoli elettrici.
L’apertura del Tesla Diner, avvenuta il 21 luglio 2025 lungo un tratto urbano della storica Route 66, segna l’ingresso del marchio automobilistico in un settore nuovo, ma coerente con la sua strategia di fidelizzazione attraverso servizi integrati.
L’obiettivo dichiarato è chiaro: trasformare il tempo di ricarica in un momento di consumo e intrattenimento, offrendo un’esperienza che va oltre il semplice pasto. Un’operazione che solleva interrogativi legittimi – sull’effettiva sostenibilità, sulla qualità della proposta gastronomica, sulla replicabilità del format – ma che, nel frattempo, mette in scena un nuovo tipo di spazio urbano dove mobilità elettrica, design e ristorazione si intrecciano.
Dietro l’estetica retrò e l’immaginario da diner americano si nasconde un progetto di ingegneria commerciale piuttosto preciso, in cui ogni elemento – dal menu all’interfaccia utente – è pensato per restare all’interno dell’ecosistema Tesla. Un modello che potrebbe non essere isolato: se funzionerà, sarà probabilmente il primo di una nuova serie.
Un progetto ibrido tra ristorazione e mobilità elettrica
Il Tesla Diner sorge su un ex sito commerciale lungo la storica Route 66. È parte di un'iniziativa più ampia che mira a offrire servizi ai conducenti di auto elettriche durante le soste per la ricarica. Con 80 postazioni V4 Supercharger, il sito è anche uno dei più grandi hub di ricarica Tesla attualmente attivi in area urbana.
L’edificio si sviluppa su due livelli: il piano terra ospita la cucina e una sala da pranzo interna, mentre il piano superiore è una terrazza accessibile, denominata “Skypad”, con vista sui due grandi schermi esterni per la proiezione di contenuti video.
Il progetto architettonico è stato curato dallo studio Stantec: l’estetica si ispira esplicitamente ai diner degli anni ’50, con rivestimenti metallici, neon e camerieri su pattini a rotelle. All’interno, il design segue uno stile circolare con postazioni per piccoli gruppi, mentre all’esterno si può scegliere tra tavoli coperti e servizio in auto.
Le proiezioni video, visibili dalle auto parcheggiate o dall’area superiore, propongono brevi clip o contenuti selezionati, visibili anche attraverso il sistema di infotainment dei veicoli Tesla tramite sincronizzazione con l’app ufficiale.
Il menu: comfort food con impostazione standard
La cucina è stata sviluppata in collaborazione con lo chef Eric Greenspan e propone un menu che riprende i classici della ristorazione veloce americana come hamburger, hot dog, french fries, chicken wings, milkshake e soft drink.
Il servizio è attivo sia al tavolo sia in modalità “drive-in”, con la possibilità di ordinare direttamente tramite app. Alcune aree prevedono il supporto di robot Tesla Optimus, utilizzati per la consegna di snack o bevande, più come elemento dimostrativo che operativo
Un’esperienza integrata, più che una semplice sosta
Il Tesla Diner rappresenta un tentativo di fondere ristorazione e mobilità in una formula che punta sulla riconoscibilità estetica e sull’integrazione tecnologica. Al di là delle ambizioni narrative, si tratta di un’operazione commerciale che rispecchia l’approccio tipico dell’azienda: centralità dell’ecosistema Tesla, automazione spinta e ricerca di nuove modalità di presidio degli spazi urbani.
Attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, e si presenta come uno spazio multifunzionale che combina ristorazione veloce, ricarica elettrica e intrattenimento. L’obiettivo è quello di estendere il concetto di stazione di servizio in chiave contemporanea, offrendo un’alternativa per soste prolungate e momenti di socializzazione.
L’iniziativa ha generato un certo interesse mediatico e un’affluenza iniziale significativa, attirando curiosi, clienti abituali Tesla e turisti. Allo stesso tempo, non sono mancate critiche da parte di gruppi locali in merito all’impatto ambientale e al consumo di suolo commerciale.