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Una scena degna di un documentario sulla natura ha lasciato senza parole una donna di Qingdao, in Cina, che, dopo appena due giorni di assenza, è tornata a casa e si è trovata davanti a un evento del tutto inaspettato: 70 pulcini vivi che pigolavano tra scatole, sacchetti e pavimento. Nessuna incubatrice, nessun intervento umano: tutto era avvenuto naturalmente. Ma la vera sorpresa è che i pulcini erano nati da semplici uova acquistate al mercato. Non si trattava però di comuni uova da cucina, bensì di un tipo particolare di uovo fecondato chiamato huó zhūzi, una specialità alimentare diffusa in alcune zone dell’Asia.
L’episodio ha immediatamente attirato l’attenzione dei media locali e dei social network, suscitando stupore, tenerezza, e anche una certa inquietudine. Ma cosa sono esattamente queste misteriose "uova vive" e come è possibile che, in pieno luglio, un appartamento si trasformi in un’incubatrice naturale?
Cosa sono le huó zhūzi: una tradizione alimentare che divide
Le uova huó zhūzi, (活珠子), letteralmente "perle vive", sono uova di gallina fecondate che vengono incubate per circa 11–13 giorni prima di essere messe in vendita. A differenza delle uova comuni, che non contengono un embrione in sviluppo, queste uova contengono un pulcino parzialmente formato. Sono considerate una specialità alimentare in alcune regioni della Cina e del Sud-Est asiatico, dove si consumano bollite o cotte al vapore, talvolta servite con spezie, aceto o zenzero.
Simili nella logica al balut filippino – che prevede incubazioni ancora più avanzate, spesso fino a 18 giorni – le huó zhūzi vengono apprezzate per la loro consistenza gelatinosa e per il sapore "più ricco" rispetto a un uovo normale. Si dice siano altamente nutrienti e vengono talvolta consumate come "ricostituente" in alcune diete popolari.
Queste uova sono particolarmente popolari in alcune province del sud e dell’est della Cina, come Guangdong, Fujian e appunto Shandong, dove vengono vendute nei mercati tradizionali come spuntino nutriente o piatto da strada. Specialità simili si trovano anche nelle Filippine, come già detto, in Vietnam (hột vịt lộn) e in Cambogia, dove fanno parte della cucina quotidiana.
Naturalmente si tratta di un prodotto che ha attirato parecchie critiche, soprattutto nel corso degli ultimi anni: molti attivisti per i diritti degli animali e anche una parte dell’opinione pubblica trovano il consumo di uova con embrioni vivi discutibile o addirittura crudele, accusando questa tradizione di mancato rispetto verso la vita animale. n molti Paesi occidentali il consumo o la vendita di uova fecondate con embrioni viventi – come le huó zhūzi – è vietato o fortemente limitato. Ad esempio, in Nord America il balut (uovo di anatra fecondato) non rientra nella normativa sulle uova e in Canada è etichettato come cibo “potenzialmente pericoloso", così come in alcuni Paesi a maggioranza islamica e nella comunità ebraica il consumo di uova contenenti embrioni è proibito per motivi religiosi. Inoltre, molti siti social occidentali bloccano automaticamente immagini o video che raffigurano il consumo di embrioni vivi, considerati contenuti sensibili.
Perché 70 pulcini sono nati in casa: la scienza dietro la sorpresa
Nel caso della donna di Qingdao, la spiegazione, per quanto incredibile, è del tutto scientifica. Le uova che aveva comprato erano huó zhūzi e quindi già contenenti embrioni vivi. La donna le aveva lasciate in casa, senza refrigerazione, per due giorni interi durante un’ondata di caldo particolarmente intensa: le temperature interne all’appartamento avevano superato i 30 °C in modo costante, raggiungendo in alcuni momenti i 35–36 °C. In pratica, l’ambiente aveva riprodotto le condizioni di un’incubatrice naturale.
Siccome le uova erano già state incubate per oltre metà del ciclo (la schiusa naturale avviene attorno ai 21 giorni), e trovandosi in un ambiente umido e caldo, gli embrioni hanno semplicemente completato il loro sviluppo. Il risultato? Decine di pulcini nati spontaneamente, senza alcun intervento umano, in mezzo alla cucina.
Anche se spettacolare, non si tratta di un miracolo. È una combinazione di fattori rara ma non impossibile: uova già fecondate e semi-incubate, condizioni ambientali favorevoli e tempo sufficiente.
Tuttavia, va chiarito che questo evento non potrebbe mai accadere con le normali uova da supermercato, che sono quasi sempre non fecondate e quindi biologicamente incapaci di sviluppare un embrione.ì Il caso di Qingdao, oltre alla curiosità, apre anche riflessioni su cosa portiamo in tavola, su quanto conosciamo davvero il cibo che acquistiamo, e sulle sottili frontiere tra cultura, tradizione e rispetto per la vita animale.