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11 Febbraio 2025 15:00

Storia dell’Aglianico: tutti i segreti del “Barolo del Sud”

L'Aglianico è uno dei vini meridionali più apprezzati che ci siano. Tipico soprattutto di Campania e Basilicata, è stato importato (probabilmente) dai Greci oltre 2000 anni fa. Abbandonato a lungo, relegato a vino di Serie B, negli ultimi anni sta vivendo una grande rinascita.

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L'Aglianico è uno dei vini più caratteristici del Mezzogiorno: è il "Barolo del Sud", non solo per l'importanza del vitigno ma anche per le affinità e le caratteristiche comuni con il prestigioso vino piemontese. Non è quindi un vino che va trascurato anche perché ha enormi potenzialità ancora inespresse. Ma andiamo per gradi: l'Aglianico è un vitigno a bacca rossa coltivato principalmente in Campania e Basilicata, ma la sua presenza si estende anche in regioni come Molise e Puglia. Tra le potenzialità inespresse ci vediamo quella economica, non a caso sta trovando terreno fertile anche in California, dove il clima caldo e soleggiato favorisce una crescita ottimale. In Campania le zone di maggiore concentrazione sono l'Irpinia e le pendici del Vesuvio, mentre in Basilicata spicca l'area del Vulture. In particolare l'Aglianico del Vulture è l'unico vino della provincia di Potenza ad aver ottenuto la prestigiosa denominazione DOCG. Vediamo insieme tutti i segreti di questo vitigno così importante.

Origini e storia dell'Aglianico

Le origini dell'Aglianico sono avvolte nel mistero e nella leggenda. Addirittura Gaetano Cappelli, un importante scrittore, nel 2007 pubblica un libro dal titolo emblematico: "Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo", tanto per dare un'idea della complessità della materia.

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Alcuni sostengono che sia un discendente diretto dell'antico vino Falerno, celebre nell'epoca romana, mentre altri ipotizzano che siano stati i coloni greci, giunti sulle coste italiane, a introdurre questo vitigno, allora conosciuto come "Hellenico". Un'ulteriore teoria suggerisce che l'Aglianico sia stato portato in Italia dagli Aragonesi durante la loro dominazione, derivando il nome dall'adattamento spagnolo "Aglianico" di "Hellenico". Nonostante le diverse ipotesi, ciò che è certo è che l'Aglianico ha radici profonde nel Sud Italia, dove ha trovato il suo habitat ideale. Le opinioni più diffuse ci portano comunque molto indietro nel tempo perché la teoria greca sembrerebbe quella più comune tra le varie fonti storiche. Ci troviamo quindi intorno al VIII secolo a.C. con l'istituzione della Magna Grecia dopo l'arrivo in Campania e l'istituzione delle prime colonie intorno alla zona del Vulture. In seguito il vitigno si diffonde in Puglia e Calabria diventando sempre più resistente alle malattie e alle diverse condizioni climatiche.

Fino al Medioevo è stato un vino amatissimo dall'aristocrazia europea che, da Napoli e Palermo, fa giungere le bottiglie in maniera agevole prima in Francia e poi in Spagna. La popolarità di questo vitigno scema con l'arrivo della prima rivoluzione industriale, nel 1700, a favore di vitigni più produttivi e facili da coltivare. Probabilmente in 300 anni le cose non sono cambiate così tanto perché ancora oggi è un vitigno un po' dileggiato ma è bello constatare che negli ultimi decenni c'è una vera e propria rinascita con tante cantine che lavorano bene e che stanno "aiutando" il vitigno a prendersi il posto che merita.

Caratteristiche dell'Aglianico

L'Aglianico è un vitigno a bacca rossa che si distingue per i suoi grappoli compatti e gli acini di piccole dimensioni. Predilige climi mediterranei collinari, caratterizzati da inverni miti e lunghe esposizioni al sole, condizioni che favoriscono una maturazione ottimale delle uve. Una volta raccolte, le uve vengono sottoposte a lunghi periodi di affinamento in botti di quercia, che possono superare i 40 mesi. Questo processo conferisce al vino una gradazione alcolica significativa, mai inferiore ai 13 gradi, e un profilo organolettico complesso.

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Nel bicchiere, l'Aglianico si presenta con un colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l'invecchiamento. Al naso, offre un bouquet ricco e variegato, con note di frutta rossa matura, spezie, tabacco e cuoio. Al palato, è un vino asciutto, con una buona acidità e tannini robusti ma ben equilibrati, che gli conferiscono struttura e longevità. Queste caratteristiche rendono l'Aglianico un vino elegante e deciso, capace di evolvere e migliorare con il tempo.

Gli abbinamenti consigliati con l'Aglianico

Se ti trovi con un calice di Aglianico in mano, pensa a carni rosse succulente: una bistecca alla griglia con erbe aromatiche, un brasato al Barolo (sì, osa!), uno spezzatino di cinghiale in umido. L'Aglianico, con la sua struttura tannica e la sua acidità vivace, saprà bilanciare la ricchezza di questi piatti, esaltandone i sapori.

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Ma non limitarti alla carne più "commerciale". L'Aglianico è un compagno ideale anche per selvaggina come il fagiano, l'anatra o il cervo, soprattutto se preparati con salse ricche e spezie. Prova ad abbinarlo a formaggi stagionati ed erborinati. E se ti piace sperimentare, osa con abbinamenti più creativi. Un risotto ai funghi porcini, con il suo sapore terroso e avvolgente, troverà nell'Aglianico un contrappunto perfetto. O ancora, prova ad abbinarlo a piatti della cucina mediorientale, come un tajine di agnello con couscous e verdure: le spezie e i sapori esotici si sposeranno a meraviglia con la complessità aromatica di questo vino. Ricorda, l'Aglianico è un vino che ama i sapori intensi e non teme le preparazioni elaborate. Non aver paura di osare, sperimentare e trovare il tuo abbinamento ideale.

Quali sono le Docg e le Doc dell'Aglianico

L'Aglianico, vitigno a bacca rossa di origine antica ma è in tre zone specifiche che dà il meglio di sé, dando origine a tre Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) di grande prestigio: Taurasi, Aglianico del Vulture e Aglianico del Taburno. Ci sono poi anche tutte le denominazioni Doc.

1. Aglianico di Taurasi: l'eleganza dell'Irpinia

Il Taurasi DOCG, situato nel cuore dell'Irpinia, in provincia di Avellino, è considerato uno dei più grandi vini rossi del Sud Italia. Le uve Aglianico, coltivate sulle colline che circondano il fiume Calore Irpino, tra i 400 e i 700 metri di altitudine, beneficiano di un terreno ricco di argilla e di un clima continentale, con forti escursioni termiche e bassa piovosità. Queste condizioni uniche permettono di ottenere un vino di grande struttura, con tannini potenti ma eleganti, un'acidità equilibrata e profumi complessi di frutta rossa, spezie e note balsamiche.

2. Aglianico del Vulture: la potenza del vulcano

L'Aglianico del Vulture DOCG, prodotto in Basilicata, alle pendici del Monte Vulture, un antico vulcano inattivo, è un vino di grande potenza e carattere. Il terreno vulcanico, ricco di minerali, e il clima caldo e secco contribuiscono a creare un vino con tannini intensi, una buona acidità e aromi di frutta nera, spezie e note minerali. L'Aglianico del Vulture Superiore DOCG, in particolare, prevede un affinamento più lungo e una maggiore concentrazione di sapori.

3. Aglianico del Taburno: l'equilibrio della tradizione

L'Aglianico del Taburno DOCG, prodotto in provincia di Benevento, alle pendici del Monte Taburno. Le uve Aglianico, coltivate su terreni argillosi e calcarei, danno origine a un vino di grande equilibrio, con tannini morbidi, un'acidità fresca e profumi di frutta rossa, fiori e spezie. L'Aglianico del Taburno è prodotto sia nella versione rosso fermo sia rosato, con caratteristiche diverse a seconda della vinificazione.

4. Il Cilento: una zona in espansione

Anche il Cilento, in provincia di Salerno, è una zona di produzione interessante per l'Aglianico. Qui, si trovano sia cloni del biotipo Aglianico del Vulture sia del biotipo Taurasi, e la scelta del tipo di clone da impiantare varia in funzione dei diversi obiettivi enologici delle cantine presenti nel Salernitano. Il Cilento Aglianico DOC è un vino in crescita, che sta dimostrando grande potenziale e originalità.

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