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15 Settembre 2025 18:00

Sale della lavastoviglie: a cosa serve e come sceglierlo

Non si usa per cucinare, ma si tratta di cloruro di sodio pensato appositamente per addolcire l'acqua dura, prevenendo la formazione di calcare, responsabile di danneggiamenti e piatti non puliti.

A cura di Federica Palladini
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La lavastoviglie è un elettrodomestico utile, per non dire indispensabile, in molte case: ci fa risparmiare tempo, acqua e fatica (ormai è confermato: conviene rispetto al lavaggio a mano). Per funzionare al meglio, però, ha bisogno di una regolare manutenzione: uno dei nemici principali è il calcare, che si deposita a causa della durezza dell’acqua e può compromettere l’efficienza dell’apparecchio, lasciando aloni su piatti e bicchieri e riducendo la durata delle resistenze interne. Per contrastare questo problema, oltre all’uso dei detersivi più adatti, entra in gioco un prodotto specifico: il sale per lavastoviglie. Vediamo che cos’è e come si usa e quali tipologie ci sono in commercio.

Che cos’è il sale per lavastoviglie e come si usa

Il sale per lavastoviglie non è altro che cloruro di sodio, proprio come quello da cucina, ma con una formulazione e una granulometria diverse, adatte all’uso specifico. La sua funzione principale, infatti, è quella di rigenerare le cosiddette resine di scambio ionico presenti nell’addolcitore della macchina, che hanno il compito di bloccare gli ioni di calcio e magnesio, responsabili della durezza dell’acqua. L’acqua dura, ricca di questi minerali, tende a lasciare depositi di calcare che a lungo andare danneggiano la lavastoviglie e rendono meno brillanti le stoviglie.

Usarlo è molto semplice: l’alloggiamento per il sale si trova generalmente sul fondo della lavastoviglie, vicino al filtro. Per riempirlo, basta svitare il tappo e versare il prodotto, facendo attenzione a non superare il livello indicato dal serbatoio: ci si può aiutare con un imbuto, così da impedire ai granelli di spargersi. Alcuni modelli hanno una spia luminosa che segnala quando il sale è esaurito, mentre in altri casi è buona abitudine controllare periodicamente. In linea di massima, verifica la situazione ogni 3-4 settimane: i cristalli grossi si sciolgono lentamente e in maniera costante e la loro composizione impedisce che formino un blocco unico e compatto, intasando lo scarico: per questo il sale da cucina, soprattutto se fino, è assolutamente vietato in veste di sostituto.

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In commercio il sale per lavastoviglie si trova senza difficoltà al supermercato. La base dei differenti prodotti è sempre la stessa, salgemma o sale marino, che subisce un processo di raffinazione, senza aggiunta di additivi e coloranti: ci sono quelli standard, con un prezzo solitamente più economico, quelli in cui viene esaltata la purezza, in quanto tracce di carbonati e ferro, se presenti, potrebbero danneggiare a lungo andare l’elettrodomestico, e quelli eco o green, dove vengono sottolineate pratiche virtuose per l’ambiente, dalle modalità di estrazione al packaging, che tendono ad avere costi maggiori.

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