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28 Aprile 2025
10:58

Recensioni negative al ristorante, chef le sbugiarda con le telecamere di sorveglianza

In Inghilterra, un ristoratore di Cambridge ha deciso di ricorrere ai filmati delle telecamere di sorveglianza per smentire le recensioni negative che alcuni clienti avevano fatto al suo ristorante. Ma è legale in Italia?

A cura di Enrico Esente
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Le critiche fanno parte del gioco e, nella maggior parte dei casi, dovrebbero essere accettate per migliorare. Per Jackie Wan non è così: chef originario di Hong Kong e proprietario del The Forum Chinese Restaurant a Great Shelford, piccolo paese a sud di Cambridge, pensa che le critiche gli possano distruggere la reputazione. Quello della ristorazione è un mondo competitivo dove, grazie alle recensioni positive, si va avanti con il proprio business e, per questa motivazione, Wan ha deciso di "smentire" le critiche con un metodo a dir poco ingegnoso. 

"I piatti erano così puliti che potevo specchiarmi"

Difendere la qualità della sua attività: era semplicemente questa la mission che Jackie Wan voleva compiere riguardando i filmati catturati dalle telecamere del suo locale. Dopo aver ricevuto una recensione parecchio negativa, l'uomo originario di Hong Kong ha analizzato le registrazione delle telecamere a circuito chiuso (CCTV) per capire se la lamentela fosse giusta o meno. Il cliente aveva recensito negativamente il locale per un piatto stir-fry con gamberi e cipolle. L'avventore su TripAdvisor aveva scritto di essere arrivato in netto anticipo con la compagna in modo da evitare la fila. Lo stir fry ordinato, secondo il cliente, era un piattone con soli quattro gamberi e una montagna di cipolle e il tutto, oltre a essere senza sapore e con poca sostanza, costava anche la bellezza di 15 sterline (17,50 euro, ndr).

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Per difendere la reputazione del proprio ristorante, Wan ha deciso di esaminare le registrazioni per un'intera settimana. Dopo aver ottenuto i filmati dalla compagnia di sicurezza, ha risposto al cliente, indicando con precisione gli orari in cui il piatto era stato servito e consumato. "Lo stir-fry con gamberi e riso è stato servito alle 18:53:25 – scrive lo chef – in base alle immagini possismo vedere che chiaramente sono stati messi 7 gamberi nel piatto, un numero standard. Ti sei forse dimenticato dei tre gamberi che ha mangiato la tua compagna?" Wan ha poi continuato scrivendo che le ciotole, una volta consumato il pasto, erano così pulite che ci si poteva specchiare e vedere il riflesso all'interno.

Cosa dice la legge italiana sulle telecamere di sorveglianza

Il ristoratore ha spiegato di utilizzare questo sistema solo nei casi in cui le lamentele non corrispondono alla verità. "In caso di errore saremo pronti a rimediare e a offrire anche il conto gratuito in alcuni casi ma, per quanto uno si possa impegnare, alcuni clienti non si possono accontentare e questi casi io non li tollero". Il suo ristorante gode di buona reputazione online con 4,5 stelle su TripAdvisor e 4,6 stelle su Google. Ma un metodo simile è possibile utilizzarlo anche in Italia? Vediamo cosa dice la legge a riguardo.

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Secondo il Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003) e il GDPR (Regolamento Ue 2016/679), le aziende devono rispettare condizioni specifiche per poter installare impianti di videosorveglianza. Chi registra immagini lo deve fare solo per scopi legittimi quale la protezione della sicurezza del luogo di lavoro e la prevenzione di attimi criminali all'interno del proprio locale. L’installazione deve essere preceduta da una specifica informativa rivolta ai soggetti ripresi, che deve essere visibile e comprensibile. Le registrazioni effettuate, inoltre, possono essere conservate per un periodo limitato che non supera i sette giorni ed è possibile mettere mano ai filmati solo in caso di indagini legali o necessità giuridiche. In definitiva, utilizzare lo stesso metodo di Jackie Wan a in Inghilterra, non è possibile nel nostro Paese.

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A cura di
Enrico Esente
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