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Un liquore rosso rubino a base di visciole e vino, simbolo della tradizione contadina del Lazio meridionale: è Ratafia ciociara, prodotta dal XVII secolo nel Frusinate, che dal 5 agosto è entrata ufficialmente tra le bevande spiritose a Indicazione Geografica (IG) riconosciute dall’Unione Europea. Con il riconoscimento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE questo prodotto conquista un posto tra le eccellenze italiane tutelate a livello comunitario: un traguardo importante per tutto il territorio dove questo liquore è nato e si è evoluto nel tempo, radicandosi profondamente nella cultura locale. Prodotta con vino rosso e visciole (o amarene), la Ratafia è oggi non solo una specialità regionale, ma anche una risorsa per la valorizzazione del territorio.
Un liquore nato per "scendere a patti"
Il nome “Ratafia” ha origini latine: rata fiat, ovvero “sia ratificato”. Un tempo si pronunciava questa frase per suggellare un accordo – anche matrimoniale – accompagnandola con un bicchiere di questo liquore rosso scuro. In Ciociaria, però, la Ratafia è molto di più: è un prodotto domestico, contadino, preparato da generazioni secondo ricette tramandate a voce, arricchite con spezie e piccoli segreti di famiglia.
Secondo il disciplinare di produzione, la Ratafia Ciociara deve essere ottenuta esclusivamente nella provincia di Frosinone. Gli ingredienti chiave sono:
- vino rosso locale, tra cui il Cesanese del Piglio DOCG e l’Atina DOC Cabernet;
- visciole o amarene fresche, fino al 25% del volume;
- eventuali spezie naturali, come cannella, vaniglia, chiodi di garofano e mandorla amara (in misura non superiore al 5%).
Il liquore viene lasciato in infusione per almeno 30 giorni, in alcuni casi fino a 40, con possibili periodi di affinamento che vanno da uno a sei mesi. Esiste anche una versione “riserva”, che prevede un invecchiamento in legno per almeno sei mesi.
Alla vista si presenta di colore rosso rubino intenso, mentre al naso offre profumi netti di visciole, frutti di bosco, mandorla e spezie. Il gusto è dolce ma equilibrato, con note aromatiche persistenti e una vena leggermente acidula, tipica del frutto utilizzato. Si serve a temperatura ambiente o leggermente fresco, come digestivo, ma può essere usato anche in pasticceria o nella mixology contemporanea.

Un riconoscimento che premia il territorio
Il percorso verso il riconoscimento europeo è iniziato diversi anni fa, con l’inserimento della Ratafia Ciociara tra i Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) del Lazio. Il ministero dell’Agricoltura ha approvato nel 2019 la scheda tecnica e il disciplinare, e l’iter comunitario si è concluso con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE nell’estate 2025.
La Ratafia ciociara è oggi il 36° prodotto italiano inserito tra le bevande spiritose a IG riconosciute dall’Unione Europea. Un successo che va attribuito anche all’impegno delle imprese locali e delle istituzioni regionali che hanno sostenuto il percorso di valorizzazione.
Attualmente, sono circa 40 le aziende che producono Ratafia ciociara in modo artigianale, alcune con una lunga storia alle spalle. Il riconoscimento IG offre ora una maggiore tutela legale contro imitazioni e usi impropri del nome, ma anche nuove opportunità di promozione commerciale, in Italia e all’estero.