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Cosa succede quando metti insieme il cinema, la cucina italiana e una manciata di adolescenti curiosi? Succede che si ride, si pensa e si crea. È successo davvero durante il laboratorio “Bufale alla Mediterranea”, un food talk interattivo che ha fatto parte del programma del Giffoni Food, l'area che racconta il cibo italiano e mediterranio del Giffoni Film Festival, dove abbiamo esplorato il mondo delle rappresentazioni cinematografiche legate al cibo mediterraneo.
Il cinema ci racconta… o ci prende in giro?
Il punto di partenza è semplice ma pungente: perché ogni volta che un personaggio italiano appare in un film americano… mangia spaghetti? E perché il cibo italiano, sul grande schermo, sembra avere poteri miracolosi? Cura l’anima, fa innamorare, salva matrimoni.
Durante il talk, abbiamo osservato insieme alcune scene iconiche – da Luca a Mangia prega ama, da Il Padrino a Benvenuti al Sud – per capire come la cucina mediterranea venga spesso trasformata in uno stereotipo romantico e caricaturale, dove il piatto non è solo nutrimento ma identità, rito, esibizione.

Smontare i cliché con creatività
L’obiettivo non era solo analizzare, ma capovolgere. Abbiamo riflettuto su quanto sia facile cadere nel cliché, ma anche su quanto sia potente l’ironia per smontarlo. È così che, nella seconda parte del workshop, i partecipanti si sono messi in gioco, inventando delle scene da finti film “mediterranei”, costruite apposta per esagerare i luoghi comuni.
Il risultato? Scene esilaranti, intelligenti, a volte perfino poetiche. Ragazzi e ragazze hanno scritto (e raccontato) storie in cui la parmigiana commuove le nonne, gli chef parlano con le lasagne, e ogni dichiarazione d’amore passa da un piatto di linguine.

Una scena per raccontarle tutte
Di seguito riportiamo l'elaborato che ci ha convinto di più, fra i tanti esercizi di stile dei ragazzi nati durante il laboratorio. Una piccola sceneggiatura che raccoglie in sé tutti i cliché del “cinema gastronomico” e li trasforma in qualcosa di nuovo, ironico e consapevole.

"Pizza, miti e fantasia", genere Epico
Zeus in preda alla fame decide di chiamare "Apollo's pizzeria", gestita dal dio delle arti e quindi anche della cucina.
– "Buonasera, vorrei ordinare una pizza!"
– "Che pizza gradisce, mi dica"
– "Vuless ordinare una pizza Vesuvio. La voglio calda comm'a lava, non come la volta scorsa che m'avit a purtat fredda!"
– "A disposizione, mi dica dove!"
– "Sto semb là, ‘ngopp all'Olimpo"
Apollo si precipita a chiamare Pulcinella, il re della pizza.
– "Pulcinè, me fa na pizza, sul tu ma po fa! L'ha comm' o Vesuvio, non mi dicere nient, è po' signur ro pian ngopp!"
– "È semb chell che da fastidio… va be o tiemp e me susr (di alzarmi, ndr)"
Pulcinella, quindi, con la sua solita poca voglia di fare le cose, indossa il grembiule e il suo cappellino e si incammina verso le pendici del Vesuvio".
Arrivato al cratere esclama: "E mo comm s'appicc stu cos?" Trovato l'interruttore finalmente riesce ad accendere il Vesuvio.
Pompei 79 d. C.
di Ciro Maiorano, Federico Tano, Loretta Marino, Immacolata Vistocco, Francesco Raja
