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Quello di cui parleremo oggi è un pomodoro capace di raccontarti una storia lunga oltre due secoli, fatta di terra vulcanica, brezza marina e mani esperte. Stiamo parlando del pomodoro cannellino flegreo che è letteralmente un frutto appartenete a quell'eredità contadina che, con il tempo, si è un po' persa. Un simbolo silenzioso che cresce tra le radici dell'archeologia e dell'agricoltura, nel cuore dei Campi Flegrei. Questo piccolo prodigio dal cuore rosso si sta preparando a ricevere il riconoscimento che tanto spera e che merita assolutamente: la Denominazione di Origine Protetta (Dop).
Una sfida che profuma di futuro
Non ci sono multinazionali dietro questa storia, ma solo un gruppo di agricoltori appassionati che, orgogliosi della propria terra, stanno cercando di valorizzarla al massimo. Tra le aziende principali che tratta il cannellino flegreo c'è Cumadoro del gruppo Tammaro. Giovanni Tammaro ci ha raccontato che questo prodotto è speciale perché si è adattato e caratterizzato nel tempo. "Si coltiva dall'800 – spiega – oggi è ritornato di moda poiché ci siamo messi insieme per farlo conoscere a tutti e assicuro, che quando qualcuno assaggia un piatto con questo pomodoro, non torna più indietro. Ormai è ritornato a popolare gli orti flegrei da quasi dieci anni e, durante questo 2025, abbiamo aumentato gli ettari per la coltivazione. Ci stiamo imponendo sempre di più sui mercati e questo ci rende orgogliosi e sicuri di portare avanti l'iter per il riconoscimento della Dop".

È proprio per ottenere questo importante riconoscimento che è stato creato un comitato promotore della Dop con Generoso Colandrea, agricoltore e presidente che ci ha raccontato il percorso fatto fin qui. "Abbiamo cominciato con la costituzione del comitato – spiega Colandrea – sappiamo che adesso arriva la parte più difficile. Siamo agricoltori, sì, ma prima di tutto siamo persone che da tempo si sono innamorate di questo pomodoro e hanno deciso di recuperarlo. Ora lavoreremo ancora più duramente per arrivare fino in fondo a tutto ciò che stiamo costruendo in questi anni".
Una storia che affonda le radici nell'Ottocento
Come dicevamo, il pomodoro cannellino flegreo non è una moda del momento. Le sue origini si intrecciano con la tradizione agricola dei Campi Flegrei fin dal 1800, quando già si coltivava su questi terreni vulcanici e sabbiosi, accarezzati dalla salsedine e dal sole. A renderlo unico sono le sue dimensioni ridotte (15-20 grammi), buccia sottilissima e una polpa soda e carnosa.
Il gusto è sorprendentemente bilanciato: dolcezza, acidità e sapidità che si fondono in un equilibrio perfetto. Coltivato ancora con tecniche manuali e tradizionali, sostenuto da canne in spago di juta o canapa, il cannellino non è solo un prodotto agricolo ma un gesto quotidiano di rispetto verso il passato. Il seme stesso viene tramandato da generazione in generazione, selezionato dai frutti migliori, essiccato al sole e conservato con cura, per poi essere reidratato in vista della semina.

La distribuzione del prodotto avviene principalmente in forma di conserve: "pacchetelle", passate e anche confetture che vengono vendute al pubblico attraverso canali selezionati come piccoli distributori, botteghe d'eccellenze o market online. Oggi, più che mai, il cannellino flegreo è pronto a fare il grande salto. Non si tratta solo di ottenere un marchio, ma di riconoscere e proteggere un filiera agricola virtuosa che rappresenta un'identità locale con radici ben salde. "Vogliamo raggiungere al più presto la Dop – confessa Colandrea – ce la metteremo tutta, con impegno e lavoro duro. La speranza c'è ed è più vivida che mai".
In cosa si differenzia dagli altri pomodori
La Campania è una regione che non sorprende per la grande eccellenza di prodotti che fa nascere dalle proprie terre. Qui la ricchezza agronomica si affianca a una straordinaria eredità archeologica: da Pozzuoli ai laghi di Averno e Lucrino, da Baia a Cuma, ossia la colonia greca più antica della Magna Grecia. È proprio nel Parco Archeologico di Cuma che si trovano i campi coltivati di pomodoro cannellino flegreo.

Un prodotto che non nasce in laboratorio o da strategie di marketing raffinate. Nasce nei campi di Cuma, tra resti greco-romani e scorci di paesaggio agricolo che sembrano essersi fermati nel tempo. Una materia prima custodita, un bene culturale incorniciato da storia, natura e fatica. Non si tratta solo di mangiare bene. Si tratta di scegliere un prodotto che rispetta il tempo, la terra e le mani che lo producono. Il pomodoro cannellino flegreo è pronto a essere riconosciuto per ciò che è sempre stato: un patrimonio.
Dalla pizza alla pasticceria: gli usi in cucina del cannellino flegreo
Sono tanti gli eventi che durate l'anno vengono proposti per onorare questo prodotto. Qui diventa protagonista di una degustazione creativa e variegata che ne esalta tutta la sua varietà in cucina.

Tra le proposte dei vari chef abbiamo: scialatielli con burrata e zeste di limone, fiordilatte con basilico, focacce con confettura e ricotta di bufala, ziti con lardo di maialino nero, pizze con provola, peperone crusco o fonduta di parmigiano o sorbetto con crumble al cioccolato e amarene. Un viaggio gastronomico che ha dimostrato come il cannellino flegreo possa essere protagonista in piatti tradizionali, gourmet e innovativi.