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13 Ottobre 2025
15:00

Perché si paga il coperto al ristorante? E quando si può non farlo?

Una voce che compare in tutti i locali italiani: si tratta di un contributo - che va da 1,50 a 3 euro a persona - che il cliente deve pagare al ristorante per una serie di servizi che quest'ultimo offre. Non esiste al momento nessuna normativa che lo vieti, ma c'è un caso in cui è possibile rifiutarsi di pagarlo.

A cura di Arianna Ramaglia
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Siamo sicuri che più di una volta, a cena fuori, tu ti sia accorto di una piccola cifra nel conto che non rappresenta né un piatto né tanto meno una bevanda: stiamo parlando del coperto, un contributo, quasi irrisorio, che spesso compare nello scontrino finale. Non è un prezzo fisso e in genere varia da 1,50 ai 3 euro a persona e, in alcuni casi, può anche superare questa soglia: ma di cosa si tratta precisamente? In questo articolo ti spieghiamo cos'è, come viene calcolato e soprattutto se è legale.

Che cos'è il coperto e perché si paga?

Quando leggiamo la parola coperto sappiamo benissimo che non ci si riferisce a nessuna pietanza: si tratta, invece, di una sorta di contributo da dare al ristorante, in cui rientrano strumenti e servizi messi a disposizione per consumare il pasto. In altre parole, nel coperto sono incluse stoviglie, posate, bicchieri, tovaglioli, tovaglia, pane, pulizia del tavolo e altri servizi secondari.

Nonostante possa sembrare un'usanza recente, in realtà il coperto nasce nel Medioevo: a quei tempi, infatti, le locande venivano utilizzate da pellegrini e viaggiatori in cerca di un riparo e un posto per dormire. Data la povertà di quel tempo però, molto spesso gli ospiti mangiavano il cibo che portavano con sé: il locale quindi metteva a loro disposizione posate, utensili e un posto a tavola. E qual era il prezzo per tutto questo? Proprio il famoso coperto, che non era altro che una tariffa che gli ospiti dovevano versare in cambio di questi servizi.  Nel caso in cui, però, il commensale ordinava del cibo cucinato dalla locanda stessa, il costo era già incluso nel prezzo.

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Superfluo dire che oggi non è più possibile portare il proprio cibo all'interno dei ristoranti: e, quindi, perché si paga il coperto? Per coprire eventuali altri costi che non sono attribuibili direttamente al piatto come, appunto, posate, bicchieri e lavaggio di tovaglie e tovaglioli. Il costo del coperto – che varia da 1,50 a 3 euro e, in rari casi, può anche superare tale cifra – è a discrezione del ristoratore che può inserirlo come costo aggiuntivo, includerlo nel prezzo dei piatti o anche non inserirlo per niente.

Su quali costi viene calcolato? E cosa dice la legge?

Come abbiamo detto, il prezzo scelto per il coperto comprende la mise en place – quindi posate, bicchieri, piatti e tovaglie – ed eventualmente anche un piccolo contributo per altri aspetti del servizio, come la pulizia, la posizione del locale o la cura della sala. Alcuni ristoranti, per esempio, quando si trovano in una location panoramica o hanno un servizio particolarmente curato, lo giustificano come un mantenimento di questi parametri.

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Ma ora passiamo alla domanda che tutti ci stiamo facendo: è legale il coperto? Secondo la legge sì, in quanto in Italia (unico Paese in cui è presente, tra l'altro) non esiste una normativa che vieti né tanto meno limiti la sua applicazione. Tuttavia, ci sono comunque alcune direttive da dover rispettare: secondo l'articolo 180 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, Regio Decreto n. 635 del 1940) gli esercizi commerciali sono obbligati a tenere esposti la licenza, l'autorizzazione all'esercizio e la tariffa dei prezzi in un luogo che sia ben visibile al pubblico. E, dal momento in cui ogni costo per il cliente deve necessariamente essere riportato in menu, la cifra deve comparire in modo chiaro nel listino prezzi.

Quando si può non pagare?

È vero che non esiste nessuna normativa specifica che riguardi il coperto, ma è altrettanto vero che non si tratta di una mancia: quest'ultima, infatti, è assolutamente volontaria e a discrezione solo del consumatore. Il coperto, al contrario, fa parte in tutto e per tutto del conto finale e non può non essere pagato dal cliente, se non in un caso: quando non viene riportato in menu. Nel paragrafo precedente abbiamo chiarito che, per tutelare il consumatore, i prezzi devono essere chiari e visibili all'utente, compreso il coperto: nel caso in cui questa voce venisse omessa dal listino prezzi, il cliente ha il diritto di non pagare quella cifra.

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A cura di
Arianna Ramaglia
Laureata in Scienze della Comunicazione, ho frequentato il Master in Comunicazione Multimediale dell’Enogastronomia. Con una smisurata passione per la cucina, da piccola volevo fare la chef: sono cresciuta guardando la Prova del cuoco, preparando crocché con mia nonna e pizze con mia madre. Poi ho scoperto le gioie della scrittura e quindi, oggi, cucino per amore, scrivo felicemente per lavoro e mangio per passione.
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